LA SETTE NANA - LERNER & MENTANA, UNICI VOLTI DELLA RETE (SANTORO È UN BATTITORE LIBERO) DEMOLISCONO LA LORO STESSA TV - CHICCO: “IL VERO TERZO POLO È SKY. DOBBIAMO FARE IL MEGLIO CON IL POCO CHE ABBIAMO: L’ATTUALITÀ” - GAD, SCALZATO DA FORMIGLI: “LA SCELTA DI FARE UNA TV GENERALISTA NON HA PAGATO” - IL CDR S’INCAZZA COI MANAGER - PELLICIOLI SMENTISCE UN INTERESSE PER LA7…

1- CDR LA7, ACCELERAZIONE CESSIONE INSPIEGABILE
(ANSA) - "A La7 va in onda un film già visto: come è già accaduto in passato, proprio quando, a suon di ascolti, dimostra di poter essere un'alternativa al duopolio l'emittente rischia il ridimensionamento". Lo scrive il Comitato di redazione de La7 in una nota. "A poche settimane dal voto politico Telecom accelera sulla cessione della sua tv, separata tra l'altro dalle frequenze concesse dallo Stato proprio per l'attività televisiva e che invece - continua la rappresentanza sindacale - rimarrebbero al gruppo telefonico.

Tempistica e modalità della cessione appaiono difficilmente spiegabili con logiche industriali e finanziarie e mettono a rischio, con il futuro stesso dell'emittente, anche il già debole pluralismo dell'informazione televisiva. Dopo la stagione delle spese folli per i programmi acquistati esternamente senza adeguati ritorni di ascolto l'unica certezza per La7 sono i risultati, in termini di audience, credibilità e raccolta pubblicitaria dell'informazione prodotta dai giornalisti della tv, a cui il direttore Enrico Mentana - conclude il Cdr - ha annunciato nuovi spazi in palinsesto".

2- RITORNO DI FIAMMA PER PELLICIOLI SU LA 7?
A.Ol. per il "Sole 24 Ore" - Non c'è alcuna indicazione che la voce abbia qualche fondamento concreto. Però circola e come tale la registriamo. In ambienti finanziari si dice che qualcuno abbia pensato a contattare Lorenzo Pelliccioli per sostenere l'offerta di Urbano Cairo per La 7, l'emittente televisiva che Telecom ha provato a mettere in vendita. De Agostini non pare essere coinvolta.

È vero che è in Antena 3, ma quella è un'operazione nata da una partnership col gruppo Planeta destinata a restare confinata in Spagna, mentre il gruppo, che pure era stato destinatario del dossier nella fase iniziale della procedura, ha chiarito che il broadcasting non è di suo interesse e ha scartato la pratica. Che ci sia l'idea di coinvolgere Pellicioli a livello personale? Dopotutto quando era a capo di Seat era stato proprio il manager oggi in De Agostini a battezzare La 7 l'ex Telemontecarlo, in pratica quasi una sua creatura. Tuttavia, allo stato, non ci sono conferme che Pellicioli abbia intenzione di ritornare all'antico amore.

3- TI MEDIA: NE' DE AGOSTINI NE' PELLICIOLI INTERESSATI A LA7
(ANSA) - Né il gruppo De Agostini né l'a.d Lorenzo Pellicioli sono in campo per la tivù di Ti Media. E' quanto precisa una portavoce dopo indiscrezioni di stampa al riguardo: "Non c'é - afferma - nessun interesse del gruppo De Agostini né di Lorenzo Pellicioli a titolo personale per La7". Ricostruzioni giornalistiche parlavano di un possibile coinvolgimento del manager a sostegno dell'offerta di Urbano Cairo.

4- TV: MENTANA, FUTURO LA7 SI GIOCA SULL'ATTUALITA' - IL TERZO POLO È SKY
Francesca Pierleoni per l'ANSA - "Qualunque sia il futuro societario de La7, sia che vada in mano al nostro concessionario pubblicitario Cairo o al fondo Clessidra o, meno probabilmente, ad altri, la vera prospettiva per tenere la rete in linea di galleggiamento, e anche di più, per fare una bella crociera, è averla tutta improntata all'attualità, declinata in tutti gli ingredienti, news, approfondimento, talk".

Lo ha detto il direttore del TgLa7 Enrico Mentana, a margine della presentazione a Roma del libro 'Telecenerentola - da Telemontecarlo a La7. La sfida avventurosa della Tv antiduopolio', scritto da Stefano Buccafusca, caporedattore del TgLa7 all'Ufficio centrale. Per Mentana, La7 "oggi è come Istanbul, che è stata Bisanzio e Costantinopoli, ha avuto splendori e miserie con abitanti oggi completamente diversi". Secondo il direttore del TgLa7 "l'obiettivo della rete è stato sempre la sopravvivenza tra due transatlantici, Rai e Mediaset, cui si è aggiunto l'arrivo di Sky, vero terzo polo con il digitale terrestre. La7 é quell'altrove in cui si cerca di sperimentare quello che le corazzate non riescono a fare".

Mentana ha chiarito che la questione è "semplicemente economica. Si deve dare un'attenzione così larga all'attualità perché l'informazione é l'unico ingrediente praticamente gratuito, come era lo sport all'inizio di Telemontecarlo, ma oggi non lo è più per le questioni dei diritti". In una prospettiva di sopravvivenza bisogna "essere bravi ad usare gli ingredienti della cucina povera - ha aggiunto -. Dobbiamo cercare di fare il meglio con quello che abbiamo. Dobbiamo ingegnarci per fare cose appetitose e interessanti con ingredienti come l'attualità e l'intrattenimento intelligente".

Per Mentana "il principe azzurro di questa cenerentola è l'attualità vera, affrontare i grandi temi. Quando abbiamo visto i dati di ascolto della puntata di Santoro con Berlusconi abbiamo anche sgomberato il terreno dall'idea che La7 fosse legata a piccoli numeri. Quando fai tanto si vede subito, si hanno i risultati". Il direttore del TgLa7 si è anche soffermato sulla difficoltà di ricambio nel settore:

"In questo Paese ci sono troppi giornalisti, come ci sono troppi di altre categorie. Io sono arrivato il 2 luglio 2010 al TgLa7 e in assemblea l'età media era tra i 45 e i 50 anni e c'erano 80 giornalisti. I posti che ci sono in tutte le redazioni delle testate di giornali e reti sono occupati ed è praticamente impossibile assumere. E' un problema dal quale non mi tiro fuori neanche io, che quando sono diventato direttore del Tg5 avevo 36 anni e adesso ne ho 58. Oggi l'informazione scritta e televisiva ha un numero di operatori amplissimo ma sempre meno acquirenti. Speriamo che alternative possano venire dalla rete".

Buccafusca, parlando del libro (edito da Centro di Documentazione Giornalistica) in cui ripercorre la storia della rete in cui è entrato nel 1986, ha spiegato che per lui La7 è "la telecenerentola degli anni 2000, La tv che affronta la sfida del duopolio Rai-Mediaset con coraggio e determinazione. Guardiamo alla sua storia per far sì che non soffra come nel passato". Tra gli altri intervenuti oggi il giornalista Andrea Melodia e il docente universitario Giampiero Gamaleri.


5- GAD LERNER: NON INVITERO' BERLUSCONI A ZETA. LA SCELTA DI FARE UNA LA7 GENERALISTA NON HA PAGATO
Marco Leardi per www.davidemaggio.it

Il «combattente» Gad Lerner è tornato alle armi, disarcionato dal suo ruolo di Infedele ma ancora in forze, pronto a raccontare l'attualità con spirito critico. A modo suo. Oggi, 25 gennaio 2013, alle 22.15 il giornalista debutterà su La7 con Zeta - La Commedia del Potere, un nuovo spazio d'approfondimento che si prefigge di sorpassare la formula del talk show a più voci, quella vagamente populista che oggi fa il pieno d'ascolti. E che Gad, manco a dirlo, rifugge.

"Reti che prima mettevano il silenziatore sulla crisi e sulla povertà oggi trasmettono le lacrime. Di colpo sono sorti nuovi paladini della giustizia sociale (...) C'è una tv degli indignati che vuole esprimere il furore del popolo, salvo poi usare altri toni magari per intervistare Berlusconi. Io non riesco a fare questa tv..."

ha dichiarato il giornalista durante la presentazione di Zeta tenutasi a Milano, con chiaro riferimento a Quinta Colonna. Ma Lerner ha anche reso l'onore delle armi al ‘colonnello' Paolo Del Debbio, che al lunedì aveva colpito e affondato il defunto Infedele. "Ha fatto decisamente più ascolti di me", ha ammesso. Tra i paladini della nuova tv, il giornalista ha poi incluso anche il giovane Corrado Formigli: "un personaggio creato da La7 che esprime un linguaggio che non è il mio, forse più adatto ad una prima serata" ha detto. Il format di Zeta prevede un protagonista a puntata, tempi più snelli, per "fare un esame critico a fondo, con servizi, interviste in esterna e pochi interlocutori in studio per arrivare subito alla questione".

Dunque, niente piazze in rivolta o casalinghe inferocite: il programma ci mostrerà il Paese da un altro punto di vista, meno urlato e un po' più salottiero. Non a caso, il primo ospite sarà il premier uscente Mario Monti, che per l'occasione tornerà sull'emittente terzopolista. Ad interloquire col Professore, oltre a Lerner, ci saranno anche Stefano Fassina, Roberto Perotti e Piero Ostellino.

Nelle prossime puntate, in ossequio alla par condicio, il programma ospiterà i leader delle altre forze politiche. Ma Berlusconi non ci sarà: "meglio un confronto più sereno con un altro esponente" come Alfano, ha commentato Gad. Alla vigilia del debutto, il conduttore ha spiegato di confidare nel forte traino che gli garantirà Maurizio Crozza, supportato anche dalle buone aspettative che il direttore di rete Paolo Ruffini e Lillo Tombolini ripongono nel palinsesto del venerdì.

In questa prospettiva, lo stesso Lerner ha espresso entusiasmo per il suo nuovo progetto, rivelando di aver provato "sollievo e non rammarico" per aver concluso l'esperienza decennale de L'Infedele.

"Il rammarico è per le occasioni sprecate nel passato da La7 (...) Abbiamo preso Mentana con un ritardo di un anno e mezzo, Santoro dopo un anno. Altri personaggi facevano la fila per La7 e non li abbiamo presi (...) Alcuni di essi avrebbero potuto ‘demolire' Rai3. La scelta di fare una tv generalista non ha pagato, ci sono stati tanti sprechi ed un investimento diverso da quelli che avrei desiderato"

ha concluso il combattente Gad, riservando un'ultima ed esplicita stoccata all'ex AD di TiMedia Giovanni Stella, "roboante nei proclami, esitante nelle scelte. Si è rivelato meno severo di quanto amava presentarsi". Critica e disincantata come il suo conduttore, la Commedia del Potere è pronta ad andare in scena.

 

Gad Lerner Chicco Mentana la7pellicioli02Bernabe e marco patuano Enrico Mentana Gad LernerMICHELE SANTORO DURANTE L'ULTIMA PUNTATA DI "ANNOZERO"Corrado FormigliPAOLO RUFFINI

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…