michel deville

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – PUR DIFFICILE DA ETICHETTARE, GLI OLTRE TRENTA FILM DIRETTI DA MICHEL DEVILLE, SCOMPARSO A 91 ANNI, HANNO IN COMUNE UNA GRAZIA E UNA ELEGANZA DIFFICILMENTE DIMENTICABILI – GRANDE REGISTA DI ATTRICI, FORSE IL PIÙ GRANDE CHE SI SIA VISTO IN FRANCIA, TROVÒ NELLA SCENEGGIATRICE NINA COMPANEZ LA COMPAGNA DI VIAGGIO IDEALE. MA QUESTI FILM NON AVREBBERO AVUTO LO STESSO IMPATTO SENZA QUEL TIPO DI REGIA LEGGERISSIMA, BRILLANTE, CHE FACEVA LA DIFFERENZA… – VIDEO

michel deville 5

 Marco Giusti per Dagospia

 

Grazia, eleganza. Pur difficile da definire o etichettare, gli oltre trenta film diretti da Michel Deville, scomparso a 91 anni, interpretati dalle più belle donne del cinema francese, Brigitte Bardot, Catherine Deneuve, Anna Karina, Myléne Demongeot, Françoise Fabian, Isabelle Huppert, Emmanuelle Béart, Emmanuelle Seigneur, hanno in comune una grazia e una eleganza difficilmente dimenticabili. “Il montone infuriato”, “La lettrice”, “La femme en bleu”, “L’orso e la bambola”, “Benjamin o le disavventure di un adolescente” sono tutti film toccati da una grazia particolare.

 

Deville, grande regista di attrici, forse il più grande che si sia visto in Francia, trovò nella sceneggiatrice Nina Companez, che gli scrisse 12 film meravigliosi uno dopo l’altro, dal 1961 di “Ce soir ou jamais” al 1971 di “Raphael ou le debauche”, tutti al femminile, la compagna di viaggio ideale. Ma questi film non avrebbero avuto lo stesso impatto senza quel tipo di regia leggerissima, brillante, che realmente faceva la differenza.

michel deville 4

Ricordo che da ragazzetto impazzii per due suoi film degli anni ’60, neanche considerati il suo top, “Il diavolo sotto le vesti” con Jacques Charrier, Mylène Demongeot, Marie Laforet, e “Il ladro della Gioconda” con George Chakiris, Marina Vlady e Margaret Lee, proprio per come riusciva a muovere le attrici, a farle recitare, a farci innamorare da subito di tutte. Nessun regista italiano o inglese, per quanto superiore, possedeva quel tocco. E non si poteva neanche dire che Deville fosse legato alla Nouvelle Vague o al cinema di papà, benché i suoi film fossero in grande parte ritenuti commerciali.

michel deville 2

 

Anche quando perderà la preziosa collaborazione di Nina Companez all’inizio degli anni ’70, pur mettendo in piedi film più seriosi, polizieschi o sentimentali che fossero, penso a “La femme en bleu” con Lea Massari e Michel Piccoli a “Il montone infuriato” con Jean-Louis Trintignant, Jean-Pierre Cassel, Romy Schneider, non perderà mai quel magico tocco di regia che lo aveva messo così in luce negli anni ’60 quando tutto il mondo impazziva per Godard, Truffaut, Chabrol. Non era un regista così profondo e autorevole come i grandi nomi della Nouvelle Vague, ma ha lasciati ottimi film che andrebbero rivisti e ha lavorato davvero sui suoi attori.

michel deville 15

"Un regista è un manipolatore”, dirà. “Scelgo i miei attori con un amore sconfinato”. Nato nel 1931 a Boulogne -Billancourt, dal 1951 al 1958 diventa assistente di Henri Decoin per ben 12 film, da “Gli amanti di Toledo” con Alida Valli a “La gatta” con Françoise Arnoul, da “Les intregoutes” con Jeanne Moreau a “Lulù tra gli uomini” con Zizi Jeanmaire. Sui set dei film di Decoin, che non era un maestro di cinema, apprende la capacità di trattare con le attrici.

 

michel deville 14

Nel 1958 è regista della seconda unità, e forse qualcosa di più, della versione cinematografica de “Le bourgeois gentilhomme” di e con Jean Meyer, e contemporaneamente firma con Charles Gerard la regia del polar “La venere della gang” con Pierre Vaneck e Mijanou Bardot, la sorellina di Brigitte. Ma si mette davvero in luce solo due anni dopo con “Ce soir ou jamais” cin Anna Karina e Claude Rich, che apre la galleria dei film scritti assieme a Nina Companez, anche lei nata a Boulogne-Billancourt, che fa il suo esordio con lui nel cinema.

michel deville 6

I loro film sono grandi commedie sentimentali, a volte originali, a volte tratte da romanzi, a volte in costume a volte no, che lasceranno il segno e lanceranno fior di attrici. Ricordiamo “Le bugie nel mio letto” (“Adorable menteuse"), con Marina Vlady e Macha Meril, “L’appartamento delle ragazze” con Mylène Demongeot e Sylva Koscina, “Les petits demoiselles” con Françoise Dorléac, sorella di Catherine Deneuve, e Macha Meril. La Companez scrive pure il curioso “Joe Mitra” (“Lucky Joe”) con Eddie Constantine, “Martin Soldat”, che in Italia diventa “Le armi segrete del generale Fiascone”, con Robert Hirsch, Veronique Vendell, Marlene Jobert, Katia Christine, ancora nel pieno del cinema di coproduzione europea.

 

La vera svolta nel cinema Deville-Companez arriva col successo di pubblico e di critica di “Benjamin o le avventure di un adolescente”, con Pierre Clementi, Catherine Deneuve, che ottiene il Premio Louis Delluc. Sarà un successo anche la commedia “L’orso e la bambola”, dove si incontrano una Brigitte Bardot in versione parigina snob, ricca e capricciosa, e un Jean-Pierre Cassel violoncellista chiuso e timido. Brigitte Bardot dirà che sarà Deville a ricrearle una nuova vita.

michel deville 7

L’ultimo film che Nina Companez scrive per Deville è “Raphael ou le debauche”, che da noi diventa un terribile “Le notti boccaccesche di un libertino e di una candida prostituta”, con Maurice Ronet, Françoise Fabian, Anne Wiazemsky, Brigitte Fossey. Dal 1973 la Companez proseguirà da regista la via della commedia sentimentale più o meno d’epoca con una ventina di titoli, mentre Deville prenderà una nuova strada, meno leggera, con altri sceneggiatori, che porterà a film come “La femme en bleu” con Lea Massari e Michel Piccoli, “Il montone infuriato”, con Jean-Louis Trintignant, Jean-Pierre Cassel, Romy Schneider, che lo segnaleranno come un vero e proprio autore nel cinema francese del tempo.

 

Avremo ancora titoli come lo spionistico “Dossier 51” con François Marthouret, “Un dolce viaggio” con Dominique Sanda e Geraldine Chaplin allora trentenni, “Acque profonde” con Jean-Louis Trintignant e Isabelle Huppert o il bellissimo giallo erotico “Pericolo nella dimora” con Richard Bohringer e Anémone, del quale dirà "Volevo fare un film sull'erotismo, l'erotismo quotidiano, naturale, non perverso".

michel deville 12

Troverà nella moglie Rosalinde una nuova collaboratrice alle sceneggiatura con la quale scriverà i suoi ultimi film, “La divine poursuite” con Emmanuel Seigneur, Elodie Bouchez, fino all’ultimo film, del 2005, “Un fil à la patte” con Emmanuelle Béart e Charles Berling.

michel deville 3michel deville 11michel deville 9michel deville 1michel deville 10michel deville 13michel deville 8

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO