1. NESSUNA IDEOLOGIA, RIVOLUZIONE O RELIGIONE HA CAMBIATO LA NOSTRA VITA COME LA FARMACIA, GRAZIE A DUE PILLOLE: L’ANTICONCEZIONALE PER LEI E IL VIAGRA PER LUI 2. IL FARMACO PIÙ CITATO NELLE BARZELLETTE E NELLE EMAIL, L’UNICO MAI DIVENTATO FENOMENO DI COSTUME, SMETTE DI ESSERE UN MARCHIO. SCADE IL BREVETTO DI PFIZER, D’ORA IN POI IL SILDENAFIL SARÀ VENDUTO IN 287 SALSE DIVERSE

1. INIZIA LA SECONDA VITA DEL VIAGRA - SCADE OGGI IL BREVETTO DELLA PILLOLA PIÙ CELEBRE ED È SUBITO BOOM DI GENERICI. "I PREZZI SCENDERANNO"
Stefano Rizzato per La Stampa

In qualche modo, è la fine di un'epoca. Il farmaco più citato nelle barzellette e nelle email, l'unico mai diventato fenomeno di costume, smette di essere un marchio. Da Viagra a sildenafil, il nome del principio. Da pillola famosa e campionessa di vendite a farmaco generico. Scade oggi il brevetto di Pfizer, l'azienda che 15 anni fa scoprì e mise in commercio il più noto tra i medicinali per la disfunzione erettile. D'ora in poi il sildenafil sarà venduto in 287 salse diverse, in base a produttore, confezione e dosaggio e produttore.

A commercializzare il generico saranno 15 aziende: colossi come Teva e Sandoz, ma anche una realtà italiana, la Doc di Milano. Come avviene in questi casi, i benefici più grandi saranno per i consumatori. «La riduzione teorica dei prezzi è dell'ordine del 20-30%», conferma Michele Uda, direttore di Assogenerici. Che però precisa: «E' un prodotto di fascia C e per questo il costo di listino viene stabilito dall'azienda. Non solo: anche il prezzo al pubblico è definito liberamente dalle farmacie».

Qualche previsione, tuttavia, si può fare. Il prezzo della confezione da quattro compresse di 25 mg ora oscilla dai 46 euro del Viagra «ufficiale» fino agli 11 del generico. La scatola da quattro pillole da 50 mg passa da 54 a 22 euro. I ribassi maggiori sembrano essere proprio quelli offerti dall'italiana Doc. Che rischia di trascinare il mercato al ribasso.

Il giro d'affari è di quelli importanti. Nel mondo sono oltre due miliardi e mezzo le pillole blu vendute dal 1998 a oggi. Dall'esordio in farmacia il Viagra è stato provato da oltre 41 milioni di persone e ha viaggiato alla media di 6 pasticche consumate al secondo. L'Italia è il secondo Paese in Europa dopo l'Inghilterra, con 60 milioni di compresse vendute.

E pensare che l'erezione era un effetto collaterale di questo farmaco, concepito all'inizio come rimedio per problemi di natura cardiovascolare come l'ipertensione. Vista poi l'efficacia come soluzione contro i «flop» tra le lenzuola, Pfizer decise di indirizzare la ricerca in tutt'altra direzione. Oggi l'azienda non sembra preoccuparsi.

«È il normale ciclo di vita di un farmaco», spiega Paola Corti dall'ufficio stampa. «Il brevetto del Viagra era già scaduto in altre otto nazioni. La sua storia ci lascia tante soddisfazioni, ma la nostra storia parla di un'azienda attiva in tanti settori e che spende oltre 5 miliardi in ricerca ogni anno».


NON SOLTANTO PER I "VECCHI" MA ANCHE PER GIOVANI ANNOIATI
Eugenia tognotti per La Stampa

Che il Viagra annunciasse una seconda rivoluzione sessuale per via farmacologica - mentre si appannavano gli effetti della prima, attivata dalla pillola anticoncezionale - apparve chiaro già alla vigilia della sua comparsa, a fine Anni 90. Nessun periodo avrebbe potuto essere più «giusto». All'invecchiamento del mondo occidentale corrispondeva l'angoscia del declino e l'appannarsi, negli ex baby boomers , degli effetti della rivoluzione degli Anni 60.

I commentatori parlarono di un «vaso di Pandora». Ma non per evocare i possibili mali, di cui si preoccupavano esperti di sanità e responsabili di organismi sanitari: i pericoli per gli uomini affetti da problemi cardiaci, l'aumento di gravidanze indesiderate, l'Aids e la diffusione di malattie sessualmente trasmesse.

Sotto i riflettori erano piuttosto i prevedibili effetti dello sprigionarsi di quella forza indomabile che è il sesso e la grandiosa rivoluzione sociale e sessuale che si profilava, paragonabile a quella prodotta dagli anticoncezionali. Il Viagra - con la capacità di ripristinare la funzione sessuale maschile svigorita - prometteva di trasformare la vita sessuale di milioni di uomini, curandone la «disfunzione erettile», responsabile di fallimenti sessuali e di drammi nascosti.

Ma c'era di più. Al contrario della pillola, che aveva segnato una svolta epocale, col separare la sessualità dalla riproduzione , il Viagra aveva un impatto sulle classi di età più avanzate, nell'età del declino e della resa ; cancellava confini fisici e psicologici; e si lasciava dietro tabù, come quello della sessualità dei vecchi.

I primi effetti furono visibili già durante la campagna pubblicitaria, che la Pfizer pensò bene di affidare all'anziano senatore Bob Dole. Senza imbarazzi, un uomo attempato, un politico, un veterano di guerra, che aveva avuto un cancro alla prostata, parlava di sesso, in tv. Lasciava intravedere la vulnerabilità e l'ansia - comune a molti uomini nella sua classe d'età e condizione - per possibili problemi sessuali. Il messaggio era chiaro. Il Viagra, farmaco-miracolo, il cui nome era tutto un programma, poteva aiutare i «seniors» a recuperare il vigore perduto.

I giornali segnalarono la svolta. Quello che stava accadendo era un fenomeno nuovo: per la prima volta uomini anziani e quasi vecchi, che un tempo accettavano la materialità dei limiti biologici e si adattavano all'idea di vivere senza (o con poco) sesso, non si rassegnavano alle rinunce imposte dall'Amara senectute e affollavano gli studi dei medici. «Siamo passati dalla ricerca della serenità alla ricerca della rigidità», afferma, negli anni del decollo della «pillola blu», tra XX e XXI secolo, la scrittrice americana, Erica Jong, autrice di «Paura di volare».

Appariva possibile , allora, che la rivoluzione del Viagra potesse cambiare completamente il paesaggio del sesso . Ma intanto, mentre i giornali si riempivano di storie di vecchi satiri miliardari divoratori di Viagra, in fuga da mogli coetanee, e di attempate celebrità ossessionate dal sesso, la soglia dell'età dei consumatori del farmaco si andava abbassando, un fenomeno puntualmente segnalato dalla scelta di uno sportivo come testimonial per le nuove campagne pubblicitarie. Il mercato (del prodotto «ufficiale» e di quello contraffatto) si apriva a una nuova domanda: quella di giovani uomini alla ricerca di migliori prestazioni sessuali.

E' stata vera rivoluzione quella della pillola blu ? Ha distribuito i vantaggi tra uomini e donne? Ha migliorato l'intimità di coppia? Ha modificato il modo di pensare all'invecchiamento e al sesso? Ha provocato una liberazione sessuale o ha indotto, come sostengono alcuni, comportamenti sessuali conservatori? Forse 15 anni sono pochi per un bilancio. Con una pillola non si cambia il mondo, se le idee vanno da un'altra parte.

3. ADESSO IL PIACERE È PER "LEI"
Valentina Arcovio per La Stampa

Dopo aver rivoluzionato la vita sessuale di molti uomini con la «pillolina blu», ora la scienza punta sul piacere delle donne. E le case farmaceutiche sono ben contente di scommettere su un business così promettente, che già conta una varietà di farmaci potenzialmente in grado di eliminare qualsiasi ostacolo al piacere femminile.

Attualmente è in vendita negli Usa «Osphena», un farmaco per il trattamento della dispareunia, un disturbo che causa dolore durante la penetrazione e che colpisce alcune donne in menopausa. Bisognerà aspettare, invece, il 2016 per l'entrata in commercio di «Lybrido», farmaco prodotto dalla società Emotional Brain contro il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo, un problema caratterizzato da un forte calo del desiderio.

Non manca molto neanche per «Tefina», lo spray nasale a base di testosterone che, assunto due ore prima del rapporto, garantirebbe il raggiungimento dell'orgasmo. Più invasivo, invece, è «Orgasmatron» (dal nome del famoso marchingegno che compare nel film «Sleeper» di Woody Allen), un impianto spinale che stimola la donna «al momento giusto». Il dispositivo e il protocollo terapeutico ad esso associato sono attualmente in fase di sviluppo.

Questi farmaci non sono spuntati dal nulla. Da tempo la comunità scientifica ha dimostrato di avere grande interesse per la sessualità femminile, che si è rivelata più complessa di quella maschile. Negli ultimi anni, infatti, numerosi studi hanno tentato di far luce sulle misteriose sfaccettature del piacere delle donne: dal punto G, individuato dall'italiano Emmanuele Jannini, allo studio delle aree del cervello che si «accendono» e si «spengono» con l'orgasmo fino alla ricerca dei geni che potrebbero essere la causa del mancato raggiungimento dell'apice del piacere.

 

 

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