GLOCAL STREET: DA NEW YORK A ROMA: NEGOZI DI LUSSO E LOCALI TUTTI UGUALI COLONIZZANO I QUARTIERI DELLA MOVIDA - LO STRANO CASO DEL RIONE MONTI: COMMERCIANTI CONTRO RESIDENTI SULLA PEDONALIZZAZIONE DI VIA URBANA

Gabriele Romagnoli per “la Repubblica

 

prenzlauer berg berlinoprenzlauer berg berlino

Una strada è un pezzo di mondo: asfalto o sampietrini, vetrine, tavoli e sedie che premono, gente che ci vive, auto che cercano spazio, lavori in corso, sviluppo, degrado e imprevisti. O forse, in realtà, è tutto prevedibile perché è già successo altrove, un po’ ovunque: un destino globale, anzi glocale. L’unicità è un’illusione, cambia soltanto la lingua che la esprime, il risultato è uno stereotipo universale. 

 

Prendi allora una strada nel cuore di una capitale, prendi via Urbana, rione Monti, Roma, scopri la carta degli imprevisti e registra divisioni ideologiche, astuzie, minacce, una specie di scontro di civiltà improbabile come quello per l’ascensore in piazza Vittorio (da qui, dodici minuti a piedi) descritto in un romanzo di Lakhous Amara.

maraismarais

 

Siamo nel quartiere dove è tornato Giorgio Napolitano e dove hanno vissuto e sono diversamente rimpianti il regista Mario Monicelli e un leggendario senzatetto di nome Angelo. Una ex provincia di fantasiosi pizzaioli, falegnami e rigattieri. Poi la scena è cambiata: al posto delle botteghe sono spuntati negozi d’abiti e bar clonati, mentre gli inquilini degli appartamenti sono saliti di grado e d’affitto. Qualcuno, il giornalista del Foglio Michele Masneri, ha provato a trarne materia per un romanzo, “Addio Monti”. Ma non era finita. Non ancora. Succede questo.

marais parigimarais parigi

 

L’Italgas inizia lavori che richiedono il blocco della strada, via Urbana appunto.

Dovrebbero concludersi con l’estate, ma è Roma: passa l’autunno, inizia l’inverno e s’affaccia l’eterno. A qualcuno il blocco piace, o fa comodo. Una taverna conquista metri quadrati, un’altra la imita, nessuno interviene. Su una pagina Facebook compare un apprezzamento per il nuovo assetto, nato per caso, ma perché non protratto per scelta? Il post riceve mille like. In questi tempi pretestuosi: i “like” diventano una “petizione”. La profezia si autoavvera. Flash mob per la pedonalizzazione, domeniche di struscio, operai che rallentano la posa dei sampietrini (quindi si fermano) spiegando: «Tanto diventa pedonale».

flash mob per la pedonalizzazione di via urbanaflash mob per la pedonalizzazione di via urbana

 

La petizione prende forma e firme: una, cento, mille. Nomi illustri: il premio oscar Paolo Sorentino, l’olimpionica Novella Calligaris. Uno vive all’Esquilino, l’altra a Prati. Firmano mentre fanno acquisti, ricambiando sconti o complimenti. Nasce un comitato di opposizione, che cerca sostegno con metodi analoghi. Qualcuno si esprime civilmente. Un antiquario scrive all’assessore: “C’è chi sostiene che il commercio nelle strade pedonali vada meglio io non ne sono affatto certo e comunque nel dubbio preferisco guadagnare di meno e stare in una strada normale, seppur tenuta meglio”. Qualcun altro scade e imbratta l’insegna di un “nemico”, in quella che diventa una “battaglia”.

 

In realtà i destini di una strada sono spesso segnati e non li cambiano né l’autodeterminazione dei residenti, né lo svagato progetto delle amministrazioni pubbliche.

flash mob per  la pedonalizzazione di via urbanaflash mob per la pedonalizzazione di via urbana

Prendi Ludlow street, nel Lower East Side di Manhattan, rue de Sèvignè nel Marais, a Parigi, o Odenberger Strasse a Prenzlauer Berg, Berlino. Indirizzi storici, popolari, a tratti e in parte addirittura malfamati. Trascorrono decenni tra luci e ombre, canoni fissi e gente che s’inventa la vita. Poi qualche commerciante di livello superiore apre un negozio raffinato, qualche artista si trasferisce lì, arrivano i primi ristoranti di buon livello e, sopra, prende casa una coppia di giornalisti.

 

Il neologismo dall’inglese è una delle parole più brutte del dizionario: gentrificazione. Un progressivo imborghesimento, simile a quello che negli individui è determinato dall’età. Come tutti rimpiangono la gioventù, così gli abitanti della prima ora hanno nostalgia del passato, quando al posto del condominio di lusso c’era un cinema, della vineria una farmacia. Non hanno avuto in dotazione il telecomando per premere il fermo immagine. Stessa sorte è però toccata ai loro successori, portatori del cambiamento.

flash mob  per  la pedonalizzazione di via urbanaflash mob per la pedonalizzazione di via urbana

 

A ognuno piace il mondo come l’ha determinato. È convinto che sia un microcosmo ideale, figlio di un’idea originale. In realtà le stesse dinamiche stanno accadendo altrove e in modo ugualmente inesorabile: le insegne variano, ma si assomigliano sempre più. Se le grandi arterie sono conquistate dalla “global street”, quella di Zaraland o dei negozi del lusso, uguale a Chicago come a Hong Kong, queste vene diventano “glocal street”.

 

Propongono nomi adeguati (romaneschi e latini, nel caso di via Urbana). Attirano quella che viene universalmente chiamata movida. C’è chi si adegua e sente anzi il piacevole soffio dell’internazionalità. Altri preferiscono traslocare in direzione di presunte oasi destinate a durare il tempo che separa un’era dal successivo strato di gentrificazione: dieci anni, se va bene. Il tempo di imborghesirsi, veder sorgere locali tutti uguali e aspettare invano che una pubblica amministrazione intervenga.

lower east side new yorklower east side new yorkglocal streetglocal street

 

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”