
“NON MI FACEVANO LAVORARE PERCHÉ ERO ‘PIATTA’, ‘PLAYBOY’ FU LA MIA RIVINCITA” – LORETTA GOGGI SI TOGLIE I SASSOLINI DAL REGGISENO: “LA RIVALITÀ CON RAFFAELLA CARRÀ? ERA SUI GIORNALI, NON TRA DI NOI. RAFFAELLA ERA L’OMBELICO, LA SENSUALITÀ. IO PORTAVO IN TV UN ALTRO TIPO DI SHOWGIRL, DOVE IL FISICO NON ERA IL PUNTO DI FORZA, NON CHE FOSSI UNA COZZA” – LA FAMOSA LITE CON MIKE BONGIORNO: “NON MI SONO PENTITA PER NIENTE” – LA FRECCIATINA A DE MARTINO: “MI SEMBRA UN PO’ PREMATURO INDICARLO COME EREDE DI PIPPO BAUDO” – VIDEO
Estratto dell’articolo di Renato Franco per il “Corriere della Sera”
LORETTA GOGGI BENEDETTA PRIMAVERA
«Un tempo un artista doveva stare sul palco e il pubblico doveva pensare: ammazza quanto è bravo, io non saprei farlo. E invece adesso il pubblico, la gente comune, viene presa per essere protagonista, è molto più centrale in un programma rispetto all’artista».
[…]
Ragazza prodigio della Freccia nera , a 22 anni al fianco di Pippo Baudo a Canzonissima, nel 1979 conduttrice a Fantastico , imitatrice di talento, una canzone cult come Maledetta Primavera , Loretta Goggi è stata la prima donna a condurre da sola sia un quiz sia Sanremo, pioniera anche per il primo varietà di Canale 5 ( Hello Goggi , 1981).
In un concetto come riassumerebbe ancora questa differenza?
«Direi senso di responsabilità. Faccio parte della vecchia generazione di Corrado, Mike, Pippo. Penso che ci fosse un grande senso di responsabilità in quegli anni da parte di presidenti e direttori Rai che avevano in mano un mezzo di una potenza straordinaria e se ne rendevano conto […]»
La cura di ieri contro l’estemporaneità di oggi.
«All’epoca non c’erano persone che si improvvisavano e che venivano scelte senza avere una professionalità indiscutibile».
[…]
A 10 anni aveva già vinto un concorso con Nilla Pizzi. Poi è arrivata la tv dove recitava in ruoli strappalacrime.
«La ragazzina fragile e bisognosa, la povera, l’orfanella, la malata. Anche la morta. Nel ruolo di Beatrice sono stata protagonista del mio funerale a 16 anni nel Dante con Albertazzi. Mi ricordo il brividuzzo di stare su questa bara che girava per la città, vestita tutta di bianco».
Le stavano stretti quei ruoli?
«Sì, soffrivo per quelle parti. Mi sarebbe piaciuto ottenere ruoli di carattere, ma non me li offrivano mai per via del viso lentigginoso. Ero timidissima tra l’altro, in maniera spaventosa».
Lei ha lavorato con tutti i più grandi. Il più intrattabile?
«In realtà sono stata molto fortunata. Ho diviso il palco con Noschese, con Proietti, con Dorelli, con Corrado. Ho incontrato Mike negli ultimi anni e non era la persona più facile con cui accompagnarsi. Ma non posso dire che sia stata una persona intrattabile. Questo no».
Mike non la chiamava sul palco e lei aspettava nel backstage: si è pentita della famosa lite a Miss Italia?
«No, non mi sono pentita per niente, perché credo di essermi comportata in maniera educata, secondo il contratto che avevo firmato. Mi sono sentita offesa soprattutto come donna per un’attesa di 20 minuti dietro le quinte quando invece dovevamo condurre insieme. L’ho trovata una mancanza di rispetto».
La rivalità con Raffaella Carrà?
«Era sui giornali, non tra di noi. Nacque perché feci Canzonissima dopo le sue due edizioni. Raffaella era l’ombelico, la sensualità, l’energia, il ballo. Io venivo dalla Freccia nera e portavo in tv un altro tipo di showgirl, dove il fisico — non che fossi una cozza eh — non era il punto di forza. Giocavo su altri registri: la vocalità, la recitazione...».
E le imitazioni.
«Con Alighiero Noschese dovevamo mandare ai politici e ai personaggi in vista una lettera in cui dovevamo chiedere il permesso. Che tempi».
Baudo è stato quello che le ha svoltato la carriera.
«E non so davvero come Pippo abbia letto in me l’ironia, la capacità di poter fare tanti sketch. Mi chiedeva sempre cose difficilissime, mai un numero normale».
De Martino è il nuovo Baudo?
«Non ho visto il suo spettacolo dal vivo, so che canta, che balla, ma Baudo era tanta roba. Diciamo che ora mi sembra un po’ prematuro designarlo come erede».
Nel suo «Fantastico» c’era Grillo.
«Beppe era un terremoto, non mi risparmiava niente, mi disse che avevo le gambe attaccate al contrario. In effetti ho le caviglie grosse, non sono una gazzella. Che cretino, ma quante risate».
C’era anche Heather Parisi: complicata?
«Mio marito diceva sempre: ha un brutto carattere chi ha un carattere. Credo sia vero».
Un ricordo?
«Lei aveva 19 anni, arrivò in camerino e disse: Loretta, guarda come mi hanno truccata, sembro una vecchia di 29 anni. Li compivo quel giorno».
Nel 1986 copertine e interviste per un Festival di Sanremo in coppia. E poi Baudo le ha dato buca.
«Un giorno mi telefona e mi fa: Sanremo non lo faccio, mi sposo con Katia, non lo dire a nessuno. Fu un’esperienza intensa, ho dormito 4 ore per notte».
Una donna che vedrebbe bene oggi a Sanremo?
«Francamente non lo so».
Prima, nel 1981, da cantante fu seconda al Festival con «Maledetta Primavera».
«Mi dissero: sei la nuova Mina, smetti di fare le imitazioni e di ballare, tu devi solo cantare. E io ho detto no: la mia caratteristica è quella che so fare tutto. Perché devo limitarmi? E ho fatto bene. Pensi che oggi, a 75 anni, mi sarebbe toccato fare gli stadi come Vasco Rossi».
LORETTA GOGGI HEATHER PARISI BENEDETTA PRIMAVERA
Come mai aveva deciso di posare per «Playboy»?
«Ero stanca di essere la vicina di casa, la ragazza della porta accanto. Mi sono detta: io voglio essere quella del piano di sopra come Marilyn Monroe in Quando la moglie è in vacanza con quel poveraccio che perde la testa».
Ma niente nudo integrale.
«No, quello era troppo: solo i vestiti di chiffon trasparenti con le mutandine. Però era una sfida con me stessa e con tutti quelli che vedevano in me una che non aveva sex appeal».
All’inizio non la facevano lavorare perché era «piatta».
«A 15 anni ero già alta 1,69, però non avevo seno: quindi non potevo né interpretare le bambine, né le ragazzine.
Doppiavo Ornella Muti, Agostina Belli, Mita Medici».
Loro facevano le «bone» e poi però recitava lei?
«Esatto. Ricordo anche che c’erano alcuni film che venivano dal Giappone. Non erano proprio erotici, però c’erano tante scene d’amore: certi giramenti di testa con tutti quei sospiri».
La svolta?
«Quando il regista Majano ha avuto bisogno di una piatta per fare La Freccia Nera che doveva passare per un maschio. Ho vinto un premio per quello: perché ero piatta».
L’orgoglio?
«Tutte le volte che ho deciso di lasciare la tv non ho mai cercato io di tornare, mi hanno sempre cercato loro».
[…]
Come mai ha smesso di fare «Tale e Quale Show»?
«Negli ultimi anni ero in imbarazzo, il mio ruolo era diventato stucchevole, mi sono ritrovata a fare la maestrina della penna rossa e ho pensato che non fosse più il mio posto».
Dicono non sia accomodante.
«Io sono bilancia, sono un’amante dell’armonia, della giustizia, del buon gusto, dell’arte, ma se mi girano, mi girano di brutto».
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