1- SULL’ILLUSTRATO FIAT (“LA STAMPA”) SONO TUTTI GIOVANI E IMMEMORI, QUINDI NON PIANGONO LA MORTE DI UN SINCERO BENEFATTORE DEL LINGOTTO E DELLA JUVENTUS COME IL COLONNELLO DI TRIPOLI. CON IL POVERO MASSIMO GRAMELLINI LANCIATO IN PRIMA PAGINA A SBERTUCCIARE IL BANANA PER IL SUO “SIC TRANSIT GLORIA MUNDI” (“GLORIA NON È IL NOME DI UNA RAGAZZA”). NON POTENDO SBERTUCCIARE IL PADRONE, OFF COURSE 2- COME SEMPRE ACCADE SU CERTE NOMINE (VISCO), IL PARTITO DI “REPUBBLICA” CI METTE IL CAPPELLO PER FINGERE CHE L’INGEGNER CIDIBBÌ, SIA ANCORA UNO CHE DÀ LE CARTE 3- “P4, L’UOMO CHE SUSSURRA A BOCCHINO”. C’È IL RIBELLE FINIANO “A LEZIONE DA BISIGNANI 4- GUARDA CHE COMBINAZIONE! SUL “FATTO QUOTIDIANO” IL BEL PEZZO DI VIBRANTE DENUNCIA (“ALTA VELOCITÀ: PIÙ CHE UN CANTIERE, UNA CASERMA”) FIRMATO DA STEFANO CASELLI. SPERIAMO CHE LO LEGGA PAPÀ GIANCARLO, CHE ALLA GUIDA DELLA PROCURA DI TORINO STA USANDO LA MANO DURA CONTRO QUALUNQUE DISSENSO FERROVIARIO
A cura di Minimo Riserbo e Pippo il Patriota
1 - CHAPEAU!
Con il titolo "L'assassino è il maggiordomo. Anzi, l'anarchico", Paolo Nori ha il coraggio di scrivere quello che i tanti sbirretti dell'informazione non osano dire (Fatto Quotidiano, p. 13). Un po' d'aria e di cultura, finalmente, dopo decine di pezzi scritti con l'agilità di un mattinale di polizia.
2 - PROVE TECNICHE DI CIVILTA'
Mentre il Cavalier Pompetta rispolvera il latino come una caricatura di Andreotti, e Frattini Dry (copyright Marco Travaglio) si copre di ridicolo per manifesta alterità , per trovare parole intelligenti e degne sulla fine di Gheddafi bisogna procedere come speleologi.
Alla fine, si trovano in un boxino di Repubblica: "Questa morte fa comodo a molti. Con Gheddafi verranno sepolti segreti che vedevano implicate le potenze occidentali, come il suo ruolo nel boicottare il mancato esilio di Saddam". Emma Bonino, vice presidente del Senato e fondatrice di "Non c'è pace senza giustizia", si dissocia dal "coro di euforia collettiva per l'esecuzione di Gheddafi (...) Un processo equo di fronte alla Corte penale internazionale, come quello intentato a Milosevic, sarebbe stato non solo uno strumento di conoscenza, ma anche un passo importante verso la costruzione della "nuova Libia" (p. 4).
Segreti? Quali segreti? Leggete le due splendide pagine confezionata da Bernardo Valli: "Affari, petrolio e attentati. I quarant'anni di potere del beduino rivoluzionario" (Repubblica, pp. 12-13). Invece sul Corriere a sei zampe hanno la bella idea di intervistare l'ambasciatore libico a Roma Gaddur, quello che abbiamo imparato ad apprezzare nelle intercettazioni di Bisy Bisignani: "Ora democrazia e diritti umani: eviteremo gli errori del regime" (p. 9).
Su Illustrato Fiat sono tutti giovani e immemori, quindi non piangono la morte di un sincero benefattore della Fiat e della Juventus come il Colonnello di Tripoli. Con il povero Massimo Gramellini lanciato in prima pagina a sbertucciare il Banana per il suo "Sic transit gloria mundi". Non potendo sbertucciare il Padrone, off course.
3 - IL COLPACCIO DI GIULIETTO TREMENDINO
"Bankitalia, alla fine passa Ignazio Visco. Via al dopo Draghi, resta il nodo del seggio Bce occupato da Bini Smaghi e rivendicato da Parigi" (Stampa, p. 10). Alessandro Barbera svela alla perfezione come lo Statista di Sondrio ha portato a casa con notevole paraculaggine il suo piano "B": ovvero la nomina di un uomo con il quale "ha grandissima consuetudine".
Sul Corriere delle Elite Imbiancate, si stagliano le parole di Mario Monti: "Vicenda gestita molto male. Distinte personalità bancarie sono state accostate ai politici" (p. 14). Orrore!
4 - SANTIFICETUR!
"Spiace per Fabrizio Saccomanni che avrebbe ben meritato la nomina a governatore della Banca d'Italia, ma la scelta di Ignazio Visco, suo principale collaboratore, è pienamente soddisfacente da tutti i punti di vista". Così parlò Grande Capo Barba di Capra, in prima pagina su Repubblica.
"Soddisfacente" di chi? Lo scopriremo più avanti. Ma come sempre accade su certe nomine, il partito di Largo Fochetti abbraccia, avvolge e protegge. Insomma, ci mette il cappello per fingere che il suo augusto padrone, l'Ingegner Cidibbì, sia ancora uno che dà le carte.
5 - âANVEDI COME BALLA BISY!
"P4, l'uomo che sussurra a Bocchino". Sul Cetriolo Quotidiano (pp. 14-15) Malcom Pagani continua a pubblicare la versione ragionata delle intercettazioni di Luigi Bisignani. C'è il ribelle finiano "a lezione da Bisignani". C'è il prefetto di Alè-danno, Pecoraro Giuseppe, che si illustra da par suo.
C'è Bisi Bisi che spiega a Briatore le potenzialità di avere un Lattanzi alla Corte costituzionale, con annessa lezione (sbagliata) di procedura penale allo scopritore della Santadechè. C'è il solito Masi che pensa "alle fighe" e le tre ministre della scuderia Bisignani (Gelmini, Prestigiacomo, Carfagna) che in pubblico fingono di amarsi, ma in privato si fanno una guerra spietata alla Corte del Sire di Hardcore.
6 - LAVITOLA IN DIRETTA
Ma in Italia ogni potere marcio ha la propria versione trash, e allora vai con le meravigliose avventure di Valterino Lavitola, l'uomo che si ciucciava i contributi pubblici all'editoria e faceva para-affari intorno al Parastato grazie all'amicizia con Papi Silvio. "Chiamo per conto di Cicchitto, questi 139 milioni li vuoi all'anno? Le telefonate di Valter con il gruppo Pdl.
Colloqui serrati del faccendiere su come assicurare i contributi ai giornali politici, tra i quali il suo Avanti! La strategia sul lodo Alfano" (Repubblica, p. 23). Lavitola parla del Sire di Hardcore come di uno "completamente appannato" e Francesco Colucci, questore della Camera, dice di Paniz: "E' un avvocato molto bravo, l'unico che tiene testa a quella stronza che non finisce mai...la Bongiorno".
7 - TUTTA FARINA DI PALENZONA
Nelle pagine economiche della Stampa è letteralmente sepolta una bomba a orologeria che dispiacerà a Gigi Bisignani e al camionista di Alessandria che si atteggia a nuovo Geronzi. "Ilte, a rischio la continuità aziendale del gruppo". Il segugio Gianluca Paolucci spiattella il pesante giudizio dei revisori di Kpmg sullo stato di salute del gruppo di Vittorio Farina, quello che stampa le Pagine Gialle, alcuni giornali e un sacco di altra roba più o meno di Stato.
Non solo, ma Paolucci ricorda pure che a pesare sui conti di Ilte, oltre all'arresto del consigliere Bisignani, c'è il fallimento della Norman 95. Una storia che turba i sonni del banchiere di Unicredit Pallonzone Palenzona. Mariopio Calabresi la fa mettere in un colonnino senza foto a pagina 38.
8 - NELLE MANI GIUSTE
"Nel 2001 Provenzano puntò su Romano". Accuse di un altro pentito. Il ministro indagato per mafia: tutto falso. Il Pd: si dimetta" (Repubblica, p. 26, bel pezzo di Salvo Palazzolo).
9 - MA FACCE RIDE!
Sulla Stampa, il cronista in bomber Numa Massimo cita nel solito pezzo pro-Tav "H.D. Thoreau" (p. 18). Cioè, come se in un'informativa del Ros, il maresciallo citasse Piero Calamandrei e Salvatore Satta.
Non male anche la combinazione per la quale il bel pezzo di vibrante denuncia pubblicato sul Cetriolo Quotidiano ("Alta velocità : più che un cantiere, una caserma", p. 13) sia firmato da Stefano Caselli. Speriamo che lo legga papà Giancarlo, che alla guida della procura di Torino sta usando la mano dura contro qualunque dissenso ferroviario. A cominciare dal caso delle due donne arrestate come pericolose terroriste. Il problema delle toghe rosse è che quando c'è un minimo di antagonismo sociale sono più realisti del re. E finiscono per fare il gioco tanto del Sire quanto dell'Opposizione di Sinistra Accettata.
10 - MA GUARDA COME VOLA IL MAGO DALEMIX
"D'Alema in volo senza pagare. Indagato il presidente Copasir" (Stampa, p. 29). "Quei voli pericolosi (e gratuiti) di D'Alema" (CQ, p. 12). "Appalti Enac, D'Alema nei guai. Indagato per cinque voli a sbafo. Il presidente del Copasir interrogato dal pm di Roma. Nel mirino i viaggi sugli aerei di un imprenditore accusato di versare tangenti al Pd in cambio di affari" (Giornale, p. 10). "Tre impegni politici e due privati. E Morichini disse: solo un regalo. Il ruolo dell'ex ad di Ina-assitalia che si occupava anche dei finanziamenti per Italianieuropei" (Corriere, p. 33).
Perché il partito è povero, ma le fondazioni sono ricche (VIETATELE!!!!).
Intanto ci commuove questa notizia: "Il Pd vieta il corteo No-Tav agli iscritti" (Corriere, p. 31). Basta trovare gli iscritti.
11 - L'IDIOTA IN CATENA DI MONTAGGIO
"L'Europa non decide: Borse in profondo rosso". Sotto: "Bruxelles imbriglia la finanza: "Potremmo fermare i rating". Pagina 16 della Stampa è la prova che i titoli della stessa pagina andrebbero fatti da una persona soltanto.
12 - DISECONOMY
"Lascia la Fiom se vuoi lavorare a Pomigliano". Sul Cetriolo Quotidiano, Giorgio Meletti racconta come Marchionne fa preparare le liste dei pochi assunti (p. 6).
13 - ANCHE LA JUVE A DETROIT
"Lo stadio gioiello della Juve? A rischio crollo. Nel mirino le strutture d'acciaio. Ma c'è l'ok e si gioca". In prima pagina sul Secolo di Genova, Giampiero Timossi si diverte con quel che resta della Fiat a Torino. Invece Repubblica mette la notizia sulle pagine locali e la "spara" così: "Sotto inchiesta lo stadio della Juve. La replica del Comune: è tutto ok". La Stampa offre in prima pagina direttamente la smentita, al posto della notizia. L'effetto finale è un po' ridicolo: "E' sicuro il nuovo stadio della Juve". Se lo dicono loro.













