1. OK, IL CAINANO TIENE IN OSTAGGIO IL GOVERNO E LE ISTITUZIONI E LO FA DA PREGIUDICATO. PERÒ DALL’ALTRA PARTE CI SONO I RICATTATI: RE GIORGIO. LETTA E IL PD 2. PERCHÉ QUESTI SOGGETTI NON SONO LIBERI DI SFANCULARE IL CAINANO? PERCHÉ HANNO A CUORE “LA STABILITÀ” E ‘’LA RIPRESINA’’. MA NON È VERO. HANNO PAURA DI VOTARE 3. RE GIORGIO È ATTACCATO ALLA POLTRONA E GLI PIACE COMANDARE. LETTANIPOTE COME OGNI BRAVO DEMOCRISTIANO VIVE PER SUCCEDERE A SE STESSO. IL PIDDI TRANGUGEREBBE QUALUNQUE BOCCONE PUR DI NON CONSEGNARSI A MATTEUCCIO RENZI 4. FATEVI L’ESAME DI COSCIENZA, SE LA TROVATE, E NON PIAGNUCOLATE CHE IL CAINANO VI RICATTA. SI RICATTANO SOLO I RICATTABILI, LO SA CHIUNQUE ABBIA UN MINIMO DI PALLE

a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. PAURA DI VOTARE
Ok, il Cainano tiene in ostaggio il governo e le istituzioni e lo fa da pregiudicato per uno dei reati più gravi che si possano immaginare per un uomo politico: una frode fiscale reiterata e monumentale. Però dall'altra parte ci sono i ricattati, ovvero Re Giorgio. Lettanipote e il Piddimenoelle.

Perché questi soggetti non sono liberi di sfanculare il Sultanino di Hardcore? Perché hanno a cuore "la stabilità" e barlumi non provati di ripresa economica, dicono. Ma non è vero. Re Giorgio si è fatto rieleggere per un secondo settennato che finirà alla soglia dei cent'anni perché è attaccato alla poltrona e gli piace comandare. Lettanipote ha studiato da premier fin da ragazzino e come ogni bravo mutante democristiano vive per durare e, casomai, succedere a se stesso.

Il Piddimenoelle è diviso in mille pezzi ma trangugerebbe qualunque boccone pur di non consegnarsi all'unico leader baciato dai sondaggi, Matteuccio Renzi. Fatevi l'esame di coscienza, se la trovate, e non piagnucolate che il Cainano vi ricatta. Si ricattano solo i ricattabili, lo sa chiunque abbia un minimo di palle.

2. DOVREBBE STARE DENTRO E DA' PURE GLI ULTIMATUM
Dunque il Banana minaccia e i giornaloni di Lor signori assistono inorriditi, sperando chi nel Colle chi nel disarmo bilaterale. "Letta e il Pdl a un passo dalla rottura. Il premier dopo l'incontro con Alfano: non accetto ricatti né ultimatum. Vertice teso a Palazzo Chigi sul caso Berlusconi: ‘Posizioni distanti'. L'ira del Cavaliere: questi non ci concedono nulla" (Corriere, p. 1). "Incontro teso con un solo spiraglio: la partita in Senato senza minacce. In mattinata i segnali di ottimismo dall'incontro tra Gianni Letta e il presidente Napolitano" (p. 3).

Il Corriere delle banche creditrici si augura in prima pagina, con il solito esercizio di finto terzismo a firma Pigi Cerchiobattista, che il Pdl rinsavisca e che il Pd apra a un'indecorosa ammuina sulla costituzionalità della legge Severino. Lo fa tentando di spiegare al Banana che "è tutto da verificare il calcolo secondo il quale il Pdl potrebbe avvantaggiarsi da un rapido ricorso alle urne" ("Sospesi nel vuoto", p. 1).

Insomma, Fiat, Intesa, Mediobanca e Generali non vogliono le elezioni anticipate. La Repubblica degli Illuminati si straccia le vesti con un pezzo di Massimo Giannini dal quale apprendiamo che il governo dell'inciucio "riflette un equilibrio politico transitorio ma più avanzato, utile a risolvere le emergenze finanziarie del Paese" e che al Quirinale "Napolitano custodisce con cura la Costituzione repubblicana" (p. 1-27). La custodisce con tale cura che non la apre da anni. Infatti è diventato un mezzo monarca.

La Stampa dei Lingotti in fuga, con Marcello Sorgi, denuncia "il rumoroso andazzo di partiti capaci solo di andare ciecamente allo scontro finale" mentre loro, "i due dioscuri" Alfano e Letta, poverini, tentavano tanto di andare d'accordo per il bene della Patria (pp. 1-27).

Sul Messaggero (p. 1), l'economista dei poteri forti Marco Fortis, rispondendo a Oscar Giannino (si ride), sentenzia che "un'Italia non governata nel 2014 riproporrebbe, come nel 2011, un drammatico ‘effetto Schettino' agli occhi dei mercati e delle istituzioni internazionali", che com'è noto sono gli unici veri grandi padroni da servire sempre e comunque.

3. L'IMPORTANTE E' FARE CASINO
Affinché scompaiano due fatti preclari come la condanna del Banana e la paura del Pd per nuove elezioni servono polveroni continui. E allora vai con gli azzeccagarbugli: "Pdl, dossier di giuristi sulla ‘Severino' ma l'ipotesi Consulta fu già bocciata. Giallo su una proposta anti-retroattività di due senatori democratici" (Repubblica, p. 6).

Giorgio Tonini (Pd): "Decisioni affrettate? Meglio approfondire. Al momento tutte le evidenze spingono verso la decadenza, ma il Pd esaminerà con serietà e attenzione" (Stampa, p. 4). Messaggero della Severina: "Incandidabilità, tutti i cavilli giuridici della sfida sul Cav. Disposizioni penali o amministrative? Da questo interrogativo dipende la retroattività", scrive l'ex portavoce dell'avvocato di Calta-papà (p. 5).

E sul Giornale di casa, scende in campo un membro laico del Csm in quota Pdl, tale Filiberto Palumbo: "Il Senato è sovrano: in caso di condanna è libero di scegliere" (p. 5). E certo, caro avvocato Palumbo, scriviamolo pure nelle aule di giustizia: "La legge è uguale per tutti ma il Senato è sovrano".

4. MA FACCE RIDE!
All'infinita schiera di aspiranti ghostwriter del Cainano si aggiunge oggi il simpatico Paolo Guzzanti. E il Giornale di Sallustioni ci casca: "Il piano segreto. Così Berlusconi smaschererà i giudici. L'ex premier spiegherà agli italiani tutte le falle del processo Mediaset e l'assurdità della condanna: ecco cosa dirà. Per il Cav il vero problema sono gli esponenti di Magistratura democratica. Molti testimoni citati a discarico non sono stati neppure ammessi" (Giornale, p. 3). Ma studiarsi un po' le carte, anziché bersi le balle del condannato? Eh ma lo capiamo che leggere centinaia di atti e seguire decine di udienze costa fatica e ai signori opinionisti questo non aggrada.

5. E RENZI SENTE L'ODORE DEL SANGUE
Casualmente, dopo un mese di silenzio, riparte di slancio la campagna del Rottamatore. "Renzi, doppio colpo in Sicilia: Bianco e Orlando. Anche il sindaco di Catania passa con Matteo. E quello di Palermo pronto al grande passo: ‘E' l'unico che può rimettere in piedi il Pd'. Raccolgono adesioni a tempo pieno due colonnelli: Di Giorgi e Faraone. Si gioca una partita chiave in vista del congresso democratico" (Repubblica, p. 8).

6. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Basta che Berluskaiser minacci di far cadere il governo ed è subito tragedia. Titolo di Repubblica: "A Saccomanni mancano 4,4 miliardi. Il ministro da oggi al lavoro per la copertura delle misure su Imu, Iva e Cassa in deroga. Castelli (Anci): ‘La Service tax colpisce i più deboli, inquilini e residenti non proprietari ed è difficile da riscuotere" (p. 11).

Ancora più esplicita la Stampa: "A rischio Iva e tagli di spesa. Dal vertice Alfano-Letta schiarita sull'Imu in vista del consiglio dei ministri del 28. Ma un'eventuale crisi bloccherebbe tutto. Potremmo pagare la rata sospesa a giugno e altri miliardi di tasse in più" (p. 6). Insomma, o popolo bue che paghi le tasse, tifa per il governino di larghe intese o saranno guai seri.

Intanto cresce il dibattito sulle cosiddette pensioni e l'istituzione sul un "contributo per i giovani". Il Corriere delle banche intervista un dirigente bancario in pensione che spiega bene le proprie ragioni: "In banca 40 anni, e mi tagliano l'assegno da 5 mila euro? Sì, sono un pensionato d'oro ma non perché sono simpatico all'Inps, ho versato i contributi allo Stato. Con me lo Stato ci guadagna, almeno fino ad ora. Ci attaccano perché non possiamo scioperare". E racconta anche l'istruttiva storia del figlio, che è andato a lavorare a Londra (p. 9).

7. I MIRACOLI DI COMUNIONE & FATTURAZIONE
Cetriolo Quotidiano ancora scatenato su Rimini e dintorni. "Cl, se compri uno stand puoi parlare col ministro. Al Meeting gli sponsor diventano protagonisti dei dibattiti importanti. Grillo attacca ‘Comunione e Disperazione' per colpire le larghe intese. Cinque Stelle contro la ‘lobby' ciellina e le imprese che la sostengono. A Rimini ci sono tutti i grandi gruppi legati ai partiti", da Eni ad Autostrade, da Fs a Finmeccanica al Conai, passando per Wind e Sky (p. 6).

8. ULTIME DALLE GALERE DELLA BOSSI-FINI-TURCO-NAPOLITANO
Oggi si ride veramente tanto con la seguente notizia: "Un'indagine del Viminale sui centri per stranieri. I capi convocati a Roma: diteci cosa non va. Da tempo la polizia lamenta la scarsità degli organici nei Centri di accoglienza" (Corriere, p. 18).

9. PIU' RETE PER TUTTI!
Rissa tra psico-miliardari del web, sospesi fra filantropia e dividendi. "Cellulari low cost e tariffe basse. Zuckerberg sogna il web globale. ‘La Rete ad altri 5 miliardi di persone'. Ma Gates lo gela. Progetto con i colossi della telefonia mobile: ‘Avremo sviluppo e benessere'. Il fondatore di Microsoft: ‘Se un bimbo sta morendo di dissenteria, non lo salverà Internet" (Repubblica, p. 23).

10. ASSALTO (CON IL CAPPUCCIO) AL MONTE DEI PACCHI
Il Piddimenoelle non cessa di illustrarsi, armeggiando intorno alla banca senese. "Fondazione Mps, il palio delle contrade Pd. Duello Comune-Provincia sulla nomina del presidente. Cheli dice no, risale Pizzetti". Tra gli altri nomi, circolano quelli di Pierluigi Ciocca, ex diggì dell'occhiutissima Bankitalia, Silvano Andriani, Divo Gronchi e dell'ex sindaco Roberto Barzanti (Repubblica, p. 22)

11. CHAPEAU!
Fabio Cavalera, corrispondente da Londra per il Corriere, approfitta della sentenza Manning per tessere l'elogio del Guardian. E' di proprietà di "un editore coraggioso, che guarda i bilanci, certo, ma non chiede genuflessione e che non scende a compromessi con la politica (...). E' "l'immagine di un quarto potere che non abdica, che non si piega alle convenzioni televisive, che non intervista i ministri e i viceministri, un quarto potere che nell'era delle tecnologie si ispira all'unico vero fondamento del giornalismo: scavare, capire, informare senza insultare, senza pregiudizi, senza anteporre la gloria del singolo redattore all'interesse e alla cura del lettore" (p. 15). Cavalera direttore subito!

colinward@autistici.org

 

 

 

ENRICO LETTA E SILVIO BERLUSCONIBERLUSCONI NAPOLITANO ENRICO LETTA E GIORGIO NAPOLITANOGiorgio Napolitano-Gianni LettaPaola Severino PAOLO GUZZANTI renzi resize Federico Orlando fabrizio saccomanni direttore big x enrico letta e alfano Comunione Liberazione jpegMARK ZUCKERBERGSede MPSTHE GUARDIAN

Ultimi Dagoreport

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…