“L’INUMANO” PARENTE - CONTROPELO DI MUGHINI AL NUOVO LIBRO DI MASSIMILIANO PARENTE CONTRO L’ITALIETTA DEI CANTORI DELLE OVVIETÀ: “QUELLI CHE SCRIVONO UN LIBRO SULLA PROPRIA MADRE MORTA E CHE SI COMMUOVONO NEL MOMENTO IN CUI LO STANNO PRESENTANDO IN TV”(VEDI GRAMELLINI) - “IN ‘PETROLIO’ PASOLINI FA UN POMPINO DIETRO L’ALTRO A GIOVANI OPERAI. MA PER SCRIVERE QUEL CAPITOLO, HA AVUTO BISOGNO DI EDIFICARCI ATTORNO UN’IMMANE COSTRUZIONE POLITICO-COMPLOTTISTICA, PER SENTIRSI GIUSTIFICATO NELLE PROPRIE EREZIONI A PRIORI E RIEMPIRLE A POSTERIORI DI MARXISMO E SPERMA ANNACQUATO DALL’IDEOLOGIA”…

Giampiero Mughini per "Libero"

Come del resto gli è abituale, quest'ultimo libro di Massimiliano Parente (L'inumano, Mondadori, pp. 277, euro 19) sta a metà strada tra il romanzo e il monologo intellettuale, inteso come occasione per manifestare la sua infinita repulsa di tutto ciò che esiste su questa terra. E figuratevi se io non provo simpatia per uno così, refrattario come sono ai piacioni, ai cantori delle straovvietà, a quelli che accorrono in soccorso delle cause facili facili e care ai babbei, a quelli che scrivono un libro sulla propria madre morta e che si commuovono nel momento in cui lo stanno presentando in tv.

E tanto più che Parente lo conosco dal suo nascere come scrittore, una dozzina e passa di anni fa. Ne sono anzi in qualche modo responsabile perché fin dal suo primo libro (Incantata o no che fosse, Es, 1998) mi sono speso dove ho potuto a favore del suo talentaccio, del suo umore nero più dell'inchiostro, del suo anticonformismo intellettuale, delle sue ossessioni sessuali che non sono mai di troppo in un Paese di bigotti e di professionisti dell'ipocrisia. E poi c'è che Parente nello scrivere ha tocco e piglio. Stai leggendo una sua pagina che non ne puoi più dalla noia, ed ecco che alla pagina seguente scoppi a ridere ad ascoltare una sua tirata a favore delle tette siliconate di Nicole Minetti o contro il prototipo della giornalista addetta ai servizi culturali.

Non sto a dirvi in che cosa esattamente il libro consista, anche perché io stesso non ne sono sicuro. Posso dirvi che Parente il quale di per sé non è un tipino conciliante, come molti di voi sanno per avere letto in passato sulle colonne di questo giornale i suoi articoli che traboccano di zolfo, s'è dato e ha costruito in questo simil-romanzo un personaggio centrale che è una specie di Parente al quadrato. Uno scrittore, va da sé. Uno che odia il mondo letterario più di ogni altra cosa al mondo e che pure si accinge a scrivere un libro destinato al Premio Strenna.

Uno che odia le donne ma che si masturba allo stremo nel pensarle e nell'immaginarle. Uno che «vomita» tutta la letteratura la più alta e celebrata, e laddove il Parente in carne e ossa ha scritto un bellissimo libro su Marcel Proust, a mio modesto avviso il suo libro più bello (L'evidenza della cosa terribile, Cooper, 2010). Uno che pur di compiere una malefatta - tra le tante - si mette a vendere su e-Bay un cappello spacciandolo come appartenuto a Michael Jackson, e per giunta a un bambino down pazzo di amore e di feticismo per lo showman americano.

Uno che la notte si mette a fare numeri di telefono a caso nella speranza che risponda una voce femminile e poterla adeguatamente molestare. Insomma un personaggio orrifico. E anche questo va bene. Ciascun scrittore ha il suo pieno diritto di scegliersi il chiavistello che vuole ad aprire la porta del mondo per come vuole raccontarlo.

Detto questo il libro ha i pregi e i difetti del suo ultimo romanzo, le immani 500 pagine che avevano per titolo Contronatura e che Bompiani aveva edito nel 2008. E mi sembra di ieri la telefonata tra me e Massimiliano in cui lui si spiacque di quel mio giudizio su un libro di cui era orgogliosissimo e che nemmeno morto avrebbe amputato di un punto e virgola.

Tra parentesi credo sia stata l'ultima telefonata tra noi, e questo perché Massimiliano del suo orgoglio ne fa una religione. Ciò che è assieme una forza e una debolezza. È una forza quando gli permette di assestarsi su rocce scomode su cui batte il vento, e lui su quelle rocce sta e resiste. È una forza quando si tratta a prendere a calci in culo i vezzi e i luoghi comuni del radical chic, come aveva fatto nel suo libro penultimo (La casta dei radical chic, Newton Compton, 2010). È una forza quando Parente si inerpica a mani nude sulle vetrate che proteggono alcune mitologie della nostra epoca.

Ad esempio, in questo L'inumano, una pagina esemplare contro le nenie filopasoliniane che fanno da apologia di un Pasolini non è mai esistito, una pagina che va letta per intero. «Solo in Petrolio, nel libro postumo, Pasolini esprime se stesso [...] Solo nel capitolo intitolato «Il pratone della Casilina», dove notoriamente fa un pompino dietro l'altro a giovani operai. Ma per scrivere quel capitolo, e esprimere la sua ossessione, ha avuto bisogno di edificarci attorno un'immane costruzione politico-complottitica, per sentirsi giustificato nelle proprie erezioni a priori e riempirle a posteriori di marxismo e sperma annacquato dall'ideologia. È per questo che gli intellettuali italiani hanno rimosso i pompini di Pasolini e continuano a parlare di delitto di Stato, delitto politico, delitto civile, per sminuire Pasolini portandolo alla loro altezza». E Parente voleva dire «alla loro bassezza», alle loro ovvietà.

Questo dal lato della forza. Dal lato della debolezza, e lo dico nel modo più amicale nei confronti di Parente, il libro è zeppo di diramazioni e vie traverse che non aggiungono nulla al racconto e ai suoi intenti. Io fossi stato l'editor di quel libro, ne avrei tolte cento pagine abbondanti. Non vi dirò quali nemmeno sotto tortura. Lo so che nell'editoria odierna non si fa più. Peccato. Quando Ezra Pound fece da editor del primo e capitale libro di poesie di Thomas Stearns Eliot, gliene tolse poco meno della metà. Ed era Eliot, uno dei giganti della poesia del Novecento.

 

COP_Parente-Massimiliano_l'inumanoGIAMPIERO MUGHINI Massimiliano ParentePIER PAOLO PASOLINI Pier Paolo Pasolini - Petrolio

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”