pereira meyer micheli

PEREIRA, GIU’ DALLA SCALA – PARLA IL FINANZIERE FRANCESCO MICHELI, COMPONENTE DEL CDA CONTRARIO ALLA PROROGA DELL’ATTUALE SOVRINTENDENTE: "LA MIA SCELTA ERA PER FUORTES MA UN VETO PREGIUDIZIALE PESANTE GLI HA SUGGERITO DI TIRARSI FUORI DAL GIOCO IN TEMPO, ALLORA HO PUNTATO SU MEYER PERCHÉ HA PRESENTATO UN PROGRAMMA CREDIBILE ADATTO A UN TEATRO DI STAGIONE" - E A CHI LO DEFINISCE "ANTI PEREIRA" RISPONDE...

francesco micheli

Andrea Montanari per la Repubblica

 

Francesco Micheli, imprenditore della finanza e componente del Consiglio di amministrazione della Scala nominato dal governo, che giudizio dà della soluzione adottata dal cda sulla successione di Pereira?

«Lo Statuto non prevede la possibilità di prorogare il mandato al Sovrintendente in carica in quanto lo stesso scade unitamente al Consiglio del febbraio 2020. Solo il nuovo cda potrebbe nominare Pereira anche per un periodo inferiore a 5 anni».

 

Cioè?

dominique meyer

«L' attuale cda può solamente nominare il Sovrintendente designato ai sensi dell' art.11 dello Statuto. Questo è un tema fondamentale che andrà verificato nelle sedi competenti. Inoltre, tenuto conto del carattere molto dissimile tra i due sovrintendenti il Teatro dovrà affrontare un periodo di convivenza piuttosto travagliato. Anche perché Meyer sarà condizionato nella sua azione entrando in carica solo a metà del prossimo anno e con poteri limitati al settore artistico mentre tutti gli altri, che sono rilevanti, resteranno nella mani di Pereira fino al 2021».

 

carlo fuortes

Alla fine non si è riusciti ad ottenere l' unanimità. Perché ha votato contro la proroga di Pereira?

«Il catalogo è grande. Basta scorrere i verbali di tutti i cda degli ultimi anni e leggere le mie dichiarazioni e le mie analisi gestionali».

 

C' è chi parla di una soluzione all' italiana. È d' accordo?

«Non mi piace il riferimento. Sarebbe bastato fare presto e bene. Il sindaco ce l' ha messa tutta, ma non è bastato, malgrado gli ottimi intenti del ministro Bonisoli e del presidente della Regione Fontana».

 

Vede dei rischi nel futuro della Scala, ora? E se sì quali?

«I rischi più evidenti li ho elencati nella motivazione di voto contrario che sta agli atti».

C' è il rischio ora che altri artisti dopo Cecilia Bartoli possano annullare i loro impegni. Il sindaco Sala sul caso Bartoli ha dichiarato "ce ne faremo una ragione".

francesco micheli

«Gli artisti sono spesso portati a decisioni prese sulla base di fattori legati al proprio stato fisico o, più spesso, psicologico. Specie cantanti, e direttori d' orchestra. Anche perché si trovano sempre "soli e allo scoperto" sul palcoscenico. Specie quello della Scala che, per alcuni, è sovradimensionato».

pereira bartoli

Sia più esplicito.

«Non è stato bello però strumentalizzare la decisione di Cecilia Bartoli e vendere i biglietti già sapendo della sua rinuncia. Alla Scala proprio non si fa».

alexander pereira 1

 

Lei conosce bene Meyer, che sovrintendente sarà alla Scala?

«È noto che la mia scelta era per Carlo Fuortes ma un veto pregiudiziale pesante gli ha suggerito di tirarsi fuori dal gioco in tempo. Ho puntato allora su Meyer perché ha presentato un programma credibile adatto a un teatro di stagione quale è la Scala e non di repertorio come Vienna. Ma anche per le proposte innovative che intende portare a Milano».

 

Si discute di programmazione di repertorio di tradizione e di innovazione. Lei che opinione ha?

pereira chailly

«Essendo la Scala il teatro di stagione per eccellenza nel mondo, le scelte artistiche devono sempre essere di altissimo livello, l' impegno del direttore musicale costante per presenze e scelte musicali alte, pensi ad Abbado e Muti. Ampio spazio a tutte le prove necessarie per raggiungere il sublime, sapendo far squadra con la dirigenza scaligera che è di primissimo livello.

 

francesco micheli carlo fuortes

Tutto l' opposto rispetto a programmazioni bulimiche, alla "profanazione" del palcoscenico, che è il "golfo mistico" e non può essere concesso a nient' altro che non sia l' evento musicale o istituzionale».

 

Con chi ce l'ha?

"È la via per ritrovare reputazione artistica adeguata, la moltitudine di abbonati persi e una presenza di pubblico in linea col decoro dell' istituzione. In altre parole, ridare alla Scala quell' identità che l' ha resa unica al mondo che si è andata perdendo in questi ultimi anni».

francesco micheli

 

L' hanno sempre descritta come l' anti Pereira per definizione.

«Al suo arrivo ho anche dato una grande festa a casa pubblicando un libretto divertente con le vignette musicali di Novello, dedicato a lui e a Chailly, partiti con i migliori propositi. Ma in breve iniziò una deriva piuttosto pericolosa per il futuro del Teatro e così sono stato costretto a trasformarmi in grillo parlante. Ora posso guardare con rinnovata fiducia al futuro di un Teatro che amo sopra ogni cosa».

 

philippe daverio la moglie elena e francesco micheli

È stata una soluzione senza vincitori né vinti? In caso contrario, chi ha vinto e chi ha perso?

«Ha vinto certamente Dominique Meyer che al di là della grande esperienza possiede un particolare buon uso di mondo che gli consentirà di realizzare al meglio i propri programmi, senza scossoni».

francesco michelivittorio feltri francesco micheli alessandro cattaneo francesco michelifrancesco michelidominique meyercarlo rossella francesco micheliPEREIRA WHITENER 1PEREIRA WERBAvittorio feltri francesco micheli

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?