mondadori rizzoli mondazzoli

CHE PARTO PLURIGEMELLARE L’OPERAZIONE MONDAZZOLI! – NUOVO RINVIO DI RCS, CHE PAGA SUBITO DAZIO IN BORSA (-6%) – MONDADORI VUOLE SALDARE I 135 MILIONI SOLO DOPO IL VIA LIBERA DELL’ANTITRUST, MA SCOTT JOVANE HA BISOGNO DEI SOLDI SUBITO PER PLACARE LE BANCHE

1. RCS: DEBOLE IN BORSA (-6%) DOPO RINVIO SU VENDITA LIBRI

scott jovanescott jovane

 (ANSA) - MILANO, 1 OTT - Corrente di vendite su Rcs dopo che sulla vendita della divisione libri a Mondadori il consiglio d'amministrazione ha dato mandato all'amministratore delegato di "verificare la possibilità di finalizzare entro i prossimi giorni l'operazione": il titolo ha chiuso in calo del 6,04% a 0,84 euro. Piatta invece Mondadori: il gruppo di Segrate ha concluso la seduta con il marginale rialzo dello 0,32% a un prezzo di 0,94 euro.

 

2. RCS: NAGEL, NON ABBANDONIAMO SOCIETÀ IN DIFFICOLTÀ

(ANSA) - MILANO, 1 OTT - "In generale non abbandoniamo le società in difficoltà, le aiutiamo". Così l'amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, rispondendo ad una domanda sull'eventualità che Rcs debba varare un aumento di capitale. 'Voi non sottoscrivereste?' Gli è stato chiesto. Nagel ne ha parlato al termine del patto della banca.

 

ALBERTO NAGELALBERTO NAGEL

Mediobanca ha attualmente il 6,2% di Rcs Mediagroup. Il tema di un eventuale aumento di capitale del gruppo di via Rizzoli è posto dagli accordi con le banche rivisti da ultimo l'estate scorsa e probabilmente in via di rinegoziazione nelle prossime settimane. Vi si prevedevano cessioni per almeno 250 milioni entro fine settembre, fissando dei limiti al debito sul margine operativo lordo a fine settembre e a fine anno oltre che sull'indebitamento complessivo del 2015. Rcs ha una trattativa in corso per vendere Rcs Libri alla Mondadori, il cui termine originario era fissato a ieri, ma il consiglio di amministrazione della società ha comunicato questa mattina che la trattativa proseguirà.

 

3. MONDADORI-RCS LIBRI, RISCHIO ANTITRUST

Giovanni Pons per “la Repubblica”

 

marina mondadori
marina mondadori

Nell’ultimo giorno utile per chiudere la trattativa per la vendita di Rcs Libri a Mondadori, il quadro si è improvvisamente complicato. Il consiglio di amministrazione che si è riunito nella mattinata di ieri si è dovuto riconvocare in serata mentre nel mezzo sono proseguiti i colloqui per trovare una soluzione finale. Gli ostacoli da superare non riguardano tanto il prezzo, già definito in 135 milioni per tutta Rcs Libri inclusi i debiti, ma piuttosto le garanzie riguardo il pagamento. Mondadori ha infatti chiesto, secondo alcune indiscrezioni attendibili, di effettuare il saldo solo dopo il via libera da parte dell’Antitrust all’operazione.

 

E poichè unendo Mondadori e Rizzoli nel segmento “trade” si verrebbe a creare una posizione importante pari a circa il 38% del mercato, non si può escludere che l’autorità possa imporre la cessione di qualche marchio o casa editrice minore.

 

L’incasso del prezzo solo tra qualche mese, però, costituisce per la società guidata da Pietro Scott Jovane un inconveniente non da poco: un duro confronto con le banche creditrici. Le quali chiedono il rispetto dei “covenant”, cioè un debito netto a fine anno inferiore a 440 milioni e un rapporto tra debiti e margine operativo lordo non superiore a 3,5. Se questi parametri non verranno rispettati il cda sarà costretto a chiamare la seconda tranche di aumento di capitale da 190 milioni già deliberato due anni fa.

 Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri. Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.

 

Ecco perchè a un certo punto Rcs ha chiesto a Mondadori di accollarsi lei il rischio Antitrust e di pagare subito il prezzo pattuito per il passaggio della Libri. Ma a quel punto Ernesto Mauri, l’ad della casa editrice di Segrate, ha a sua volta chiesto uno sconto sul prezzo in cambio dell’accollo del rischio. E così si è arrivati alla riunione delle 21,30 con la partita ancora aperta e con la possibilità che la vendita possa saltare. Tanto che i consiglieri Rcs si sono già preparati un piano B e cioè il conferimento di un mandato a Scott Jovane per vendere il più presto possibile Unedisa, la controllata spagnola che contiene i quotidiani El Mundo e Marca.

 

MARINA BERLUSCONI ERNESTO MAURIMARINA BERLUSCONI ERNESTO MAURI

Mondadori, però, difficilmente si farà sfuggire la preda all’ultimo momento. Proprio ieri ha finalizzato con un incasso di 45,1 milioni la cessione a Mediaset dell’80% di R101 e ad Harlequin della propria parte nella joint venture comune, attiva nella vendita in edicola dei romanzi della collana Harmony. «Le due operazioni - hanno spiegato da Segrate - incrementando la disponibilità delle risorse finanziarie, contribuiscono a sostenere le linee strategiche di sviluppo del gruppo e la posizione competitiva nei core business, coerentemente a quanto annunciato nel corso dell’esercizio».

 

Vale a dire che le risorse sono immediatamente impiegabili proprio nell’acquisizione di Rcs Libri oltre a una parte di indebitamento che è già a disposizione della casa editrice di proprietà della Fininvest.

 

 

4. ECCO I MARCHI CHE COMPLICANO LA TRATTATIVA

Matteo Sacchi per “il Giornale

 

ADELPHIADELPHI

L' acquisto della divisione libri Rcs da parte di Mondadori era inevitabile creasse un po' di fronda, o che richiedesse una serie di aggiustamenti nell' assetto degli editori che ruotano attorno a Rizzoli. E in parte è stato questo a rallentare il Cda Rcs di ieri. Per quanto riguarda la fronda vera e propria non c' è dubbio che in casa Adelphi si faccia ben poco per nascondere il malcontento. In questo caso la palla con l' ingresso di Mondadori passerà a Roberto Calasso e agli altri soci. Assieme posseggono il 42% del marchio ma detengono un diritto di prelazione sulle quote di maggioranza in caso di vendita. Sembrano determinati, nonostante l' ufficiale «no comment», a esercitarlo.

elisabetta sgarbielisabetta sgarbi


Trovato un compratore si sfilerebbero. In Italia la forza per sostenere la manovra non sono in molti ad averla. Il gruppo Gems ce l' ha, Feltrinelli anche. Si parla di malumori anche per Bompiani. Le preoccupazioni dentro il marchio nascono dal fatto che molti titoli dell' editore risulterebbero essere in sovrapposizione con quelli Einaudi e i tascabili sono concorrenti degli Oscar. Secondo Lettera 43 circolerebbe un piano per un management buyout . In soldoni: i manager vorrebbero cercare di acquistare la casa editrice. E non mancherebbe un appoggio imprenditoriale (si parla di Francesco Micheli).


Ma è molto difficile che Mondadori possa accettare una cessione di questo tipo. Senza Bompiani il gioco non varrebbe la candela. Resta l' opzione che a quel punto, a cessione avvenuta, nomi importanti decidano di lasciare e prendere altre strade.


Ma Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale, smentisce al Giornale l' ipotesi: «Il management buyout della Bompiani non è possibile perché la Bompiani non è una società. E, oltretutto, la Mondadori ha una esclusiva per la Rcs Libri, di cui Bompiani fa parte».

Cesare De Michelis Cesare De Michelis


Più chiara la situazione in Marsilio. La famiglia De Michelis possiede ancora il 45% della casa editrice e l' accordo firmato 15 anni fa con Rcs precisava che, in caso di vendita, Rcs si impegnava ad acquistare le quote «De Michelis» (si parla di circa nove milioni di euro). Come ci ha spiegato il fondatore Cesare De Michelis: «In caso di vendita di Rcs le nostre quote verranno acquistate, come stabilito dall' accordo. Dal giorno dopo si ridiscuterà, direttamente con la nuova proprietà, l' altra parte dell' accordo, quella relativa alla gestione della casa editrice. Noi avevamo un patto gestionale stipulato con Rcs. Sono passati 15 anni, non può essere applicato con un soggetto diverso, non è trasferibile. Se ne riparlerà e vedremo quali sono le condizioni operative».


Ma non è difficile, in questo caso, che un accordo si trovi. Però è possibile che queste quote Marsilio abbiano costretto a fare ancora addizioni o sottrazioni sui 135 milioni che rappresentano il valore dell' affare.

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO