walter siti pasolini

IO PASOLINI LO CONOSCEVO BENE - WALTER SITI: “FU UCCISO PER IL CASO MATTEI" - "A CATANIA PASOLINI AVEVA UN APPARTAMENTO CHE USAVA COME "SCANNATOIO" - ''RICHIESTE STRANE? PIERPAOLO CONOSCEVA BENISSIMO PELOSI PERCHÈ LO FREQUENTAVA GIÀ DA MESI'' - "IN TV HO FATTO L'AUTORE DI PROGRAMMI IN CUI PRODUCEVAMO MERDA"

Antonello Piroso per La Verità

Walter Siti

 

Del Walter Siti scrittore, 70 anni, vincitore del premio Strega nel 2013, molti conoscono le opere, o ne hanno scoperto almeno una, Il contagio, perchè è appena arrivata nelle sale la sua versione cinematografica.   

Personalmente sono approdato a Siti nel 2006, con il suo terzo romanzo, Troppi paradisi

PASOLINI SUL SET DI SALò

 

Siti mi tirò dentro quella storia e dentro il suo mondo personale, a me noto per la parte in cui narrava di tv e di alcuni suoi (sotto)prodotti. Un universo, quello descritto da Siti, popolato da corpi -in primis quelli maschili-, pulsioni e identità sessuali, culturali e sociali incerti, con confusioni e "meticciati", come ripete lui, che rimandano appunto al "contagio". 

Che è anche quello tra realtà e finzione, perchè c'è almeno un personaggio, il Professore, che vive le relazioni fisiche e affettive di Siti, essendone l'alter ego.

 

Adornato pasolini veltroni

A proposito di contaminazioni, Siti: lei, emiliano di Modena, nel 2012 dopo tanti anni ha lasciato Roma per Milano. Perchè?

Dovevo uscire da una pesante situazione personale. Milano era la meta ideale, ha un approccio meno disordinato e vago alle cose, è una metropoli con i piedi per terra. La milanesità mi piace per la sua versione silenziosa e non urlata delle cose, con un cielo che -parafrasando l'Alessandro Manzoni del "così bello quando è bello"- non è infinito e bisogna meritarselo. L'ho scoperta da adolescente. Venivo a trovare una zia che aveva lasciato la provincia emiliana ed era chiacchierata per via dei tanti "fidanzati".

PINO PELOSI E LA MORTE DI PIER PAOLO PASOLINI

 

Che genitori ha avuto?

Papà era un pastaio, poi si mise a vendere stoffe quando erano le sartine a fare gli abiti. Quindi rimase fregato dall'irruzione sul mercato dei vestiti confezionati. Mia madre lavorava in fabbrica, prima in un cementificio, poi alla Fini, quella dei tortellini, che non mangiava perchè "io lo so cosa ci mettiamo dentro". 

 

Prime letture?

Pasolini

Essendo di bassa estrazione a casa non avevamo libri, ed è la cosa che crescendo ho patito di più. Poi nel 1957, quando un cugino venne a vivere da noi con i suoi libri di scuola e quelli che aveva per diletto, scoprii La metamorfosi di Franz Kafka, con annessi incubi notturni, e l'Iliade, che quanto ad atmosfere splatter non scherza. Quindi, avendo una sorella di 10 anni più piccola, a vent'anni mi sono ritrovato a leggere Piccole donnePiccole donne crescono e Pattini d'argento, insieme a Fedor Dostoevskij e Honoré de BalzacInsomma, un percorso eclettico e disturbato.

Pasolini morto

 

La scoperta dell'omosessualità invece quando è avvenuta?

Al liceo. Ero sempre il primo della classe. Mi dicevo: se sono bravo e nessuno può rimproverarmi per scarso rendimento, posso vivere la mia parte nascosta come mi pare. Una doppia vita: quella di facciata, e l'altra che mi portava a girare da solo in bicicletta nei campi il tardo pomeriggio, per incontrare chi mi capitava. 

Pasolini morto

 

In famiglia niente sospetti?

Se è successo non hanno fatto trapelare nulla. Forse solo un mio prozio, che aveva fatto le campagne d'Africa e non aveva mai donne intorno, deve aver intuito qualcosa perchè sul letto di morte mi esortò: "Fai la vita che devi fare, e fregatene degli altri". Secondo me aveva capito, ma la parola chiave non è mai stata pronunciata neanche da lui.

 

Pasolini morto

Dopo il liceo, la Scuola Normale di Pisa e la tesi su Pasolini.

Sì, nel 1970. Due anni prima avevo visto il film Teorema, che mi aveva colpito per la storia (lo sconosciuto che si fa tutta la famiglia) e per bieche ragioni fisiche, con il nudo integrale di Terence Stamp, l'ospite enigmatico. Da lì partì tutto. Feci la tesi che poi spedii a Pasolini, non senza averlo mandato affanculo.

 

Prego?

WALTER SITI RESISTERE NON SERVE A NIENTE

Mentre la scrivevo lo cercai un paio di volte per verificare alcuni episodi, ma lui neanche mi rispose (all'epoca la corrispondenza gliela gestiva Dario Bellezza, che forse avrà cestinato l'ennesima lettera dello studente che si rivolgeva al Poeta). Quando poi mi laureai con 110 e lode, gli scrissi: "Ce l'ho fatta anche se di lei, quindi, maleducazione per maleducazione, vada a fare in culo". 

 

E Pasolini?

CADAVEDERE DI PASOLINI A OSTIA

Mi rispose con una lettera che è nell'epistolario: " Caro Walter, mi hai scritto una letteraccia, lo capisco ma tu devi capire me, etc, se vuoi mandami pure la tesi". Cosa che feci, per scoprire poi una persona di assoluta generosità. Commentò che non era male ma non poteva esser pubblicata come articolo perchè puzzava troppo di accademia, invitandomi a Roma per sistemarla insieme. Andai nel suo ufficio in via Eufrate, misi mano al contributo che, seguendo le sue indicazioni, uscì sulla rivista Paragone nel 1972. A me non pareva vero: il mio primo articolo, con Pasolini come editor.

 

Subì solo la fascinazione del poeta/romanziere/saggista, o ci fu altro?

Pasolini morto

Un giorno riaccompagnandomi alla stazione mi mise una mano sulla coscia, e io ricordo di essere diventato rosso come un peperone, e lui: "Beato te che riesci ancora ad arrossire". A quel punto ho pensato che fosse il caso di confessargli le mie esperienze. Poco tempo dopo a Pisa ricevetti una sua bellissima lettera di cinque pagine in cui a sua volta mi parlava di sè, di come l'essere poeta lo avesse aiutato a confrontarsi con la sua identità. Fu il nostro ultimo contatto. Per inciso, la lettera l'ho persa per ben due volte, la seconda definitivamente.

pasolini

 

Carl Gustav Jung ci andrebbe a nozze: forse voleva perderla.

Già. Forse è un riflesso dell'angoscia dell'influenza. Ho cercato di distaccarmi, sentivo Paolini come un 'ombra incombente e troppo simile a me, e quindi anche nel lavoro fatto dal 1996 al 2003 come curatore della sua opera omnia per i Meridiani Mondadori, ho provato a scindere i piani, nel tentativo di mantenere un punto di vista poco "partecipe". 

 

Pierpaolo Pasolini

Salvo poi ritrovarsi, come Pasolini, a scrivere di borgate, "che gli assessori chiamano periferie", come lei ironizza ne Il contagio.

E' come avviene nel rapporto padre-figlio: cerchi tutta la vita di differenziartene, ti ripeti che è uno stronzo e giuri a te stesso che tu non sarai mai come lui, e poi un giorno mentre ti fai la barba ti guardi allo specchio e ti ritrovi a tenere il rasoio con quel tipico gesto suo.

Cadavere Pasolini

 

Della sua morte che idea si è fatto?

Ero in una sauna gay di Parigi. Sentivo parlare di "Pasolinì, Pasolinì" da uno schermo tv, mi avvicinai e seppi tutto. All'inizio pensai che fossero stati alcuni "macrò" di piazza dei 500, che gestendo la prostituzione maschile volevano dargli una lezione, finendo con l'esagerare. Irridevo la teoria del complotto. Poi, nel corso degli anni, si è scoperto che a Ostia la notte dell'omicidio c'erano due auto targate Catania; che un romano "de Roma" lì residente aveva sentito la parola "arruso", ovvero "iarruso", termine tipicamente siciliano che vuol dire frocio; che il figlio o nipote di questo signore, nel frattempo scomparso, era disposto a testimoniare de relato al processo, ma muore in un incidente d'auto sulla Pontina, e chi c'era con lui? Pino Pelosi, l'assassino "solitario" di Pasolini. 

 

Pasolini

Sembra la trama suggestiva di un thriller, che però riecheggia  l' "Io so" dello stesso Pasolini: "Io so...ma non ho le prove, non ho nemmeno indizi".

PETROLI PASOLINI

Vero, ma qui gli indizi ci sono. Pasolini a Catania aveva un appartamento che usava come "scannatoio", che si era comprato quando era andato a girare l'episodio di Porcile sull'Etna. Lì parlava molto con giovani, spesso fascisti o legati alla mafia, si è appreso poi, facendo molte domande su Enrico Mattei, perchè il cuore di Petrolio, il suo romanzo incompiuto di cui dovrei fare un'edizione commentata per Garzanti, era l'ipotesi che Eugenio Cefis fosse il mandante della morte del fondatore dell'Eni. Se fai un certo tipo di domande scomode, a Catania, è possibile che qualcuno vada in fibrillazione. Il resto è venuto di conseguenza: la trappola costruita sulla promessa di fargli ritrovare a Ostia le "pizze" scomparse del film Salò, e poi la cortina fumogena dell'omicidio commesso da Pelosi per reazione all'approccio violento di Pasolini (che conosceva benissimo perchè lo frequentava già da mesi).

PINO PELOSIIl cadavere di Pasolini

 

La tv, per cui ha fatto l'autore di programmi, cosa c'entra nel contesto?

La passione per la tv mi nasce con il Grande Fratello. Avevo un ex fidanzato che conosceva una persona che vi lavorava, sicchè chiesi se potevo accedere alla regia del programma perchè volevo vedere Pietro Taricone sotto la doccia...

 

L'ossessione del corpo palestrato come filo conduttore delle sue pulsioni...

Vero, ma non credo sia solo sesso. Forse c'è un mio bisogno profondo di ciò che è "pieno", colmo, così assoluto da essere sicuri che non ci sta più niente. La sindrome della Sfera. Su Facebook a proposito dell'identità sessuali e delle sua "confusione" ho trovato almeno 18 specificazioni: fluidi, neutri, pansessuali, polisessuali e via elencando. C'è perfino chi sostiene che la distinzione vivo-morto in fondo non vale più, anni fa c'è stato un film su uno zombie gay, immagino il massimo per i cultori del transgender.

 

Pino Pelosi

Tornando alla tv...

Nel 2001 avevo incontrato quello che è il "Marcello" personaggio dei miei libri, una passione che mi costava parecchio economicamente, quindi nel 2003 cercavo qualcosa che rimpolpasse le mie entrate, sicché tramite il mio ex di cui sopra entrai nella redazione del programma su Rai2 di Alda D'Eusanio Al posto tuo, come scrittore di storie.

 

Bilancio?

Esemplare per l’intensità con cui si lavorava, tensione e adrenalina. Ma negativo perchè in quel tipo di programmi, con vicende inventate o adattate, eravamo più o meno tutti consapevoli di produrre merda. Per fortuna, in tv non c'è solo quel genere, sono attratto dalle inchieste e dalla docufiction...

PINO PELOSI

 

...a sua volta frutto di un "contagio" neorealista. Incrociando la tv con la politica otteniamo invece...

I talk show dalla durata infinita, concessa a chi non sa niente, una saturazione che genera scetticismo e ripulsa. Qualsiasi politico, seduto per tutte quelle ore in uno studio, alla fine non può che apparire un minus habens.

pino pelosi

 

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