peppino di capri e giuliana gagliardi-3

CAMERIERE, CHAMPAGNE - PEPPINO DI CAPRI A 80 ANNI NON CI PENSA PROPRIO A MOLLARE: "IL RITIRO? È UNA CAVOLATA CHE S’È INVENTATO QUALCUNO. LA VOCE È RIMASTA QUELLA DEI VENT’ANNI…POI PARLA DELLA SCOMPARSA DELLA MOGLIE: “SUO PADRE DI ME DICEVA: NUN SE PO’ GUARDA’. SENZA DI LEI ORA MI SENTO PERSO - E POI RIVELA QUANDO HA SUONATO PER IL GENERALE CLARKE E SU 'LET’S TWIST AGAIN' DICE: IL MIO DISCO PIU' VENDUTO, AHIMÉ..." ECCO PERCHE' - VIDEO

Candida Morvillo per corriere.it

 

peppino di capri al pianoforte foto di bacco

Quest’estate, Peppino di Capri ha compiuto 80 anni e ha perso la moglie Giuliana, con la quale ha passato più di metà della vita. Il funerale, confessa, l’ha visto da lontano. «Dalla curva che porta a casa». Silenzio. Primo momento di commozione. «Già quando morì mia madre non andai. Volevo ricordarla viva, bellissima quando cantava a squarciagola e puliva la casa. Erano canzoni napoletane, una più bella d’altra. Mi tornarono in mente quando dal ’58 incisi i primi dischi e le spumeggiai, le rifeci rock».

 

peppino di capri e giuliana gagliardi 6

Nacquero MalatiaNun è peccato...

«I tradizionalisti erano scandalizzati, ma io tenevo insieme la mia anima rock e quella sentimentale. Poi, ahimè, il disco più venduto è rimasto Let’s twist again».

 

Lanciò lei il twist, perché «ahimè»?

«Avrei preferito una canzone italiana a una in un inglese un po’ inventato. Componevamo mettendo dei ta-ta-tà a caso, poi inserivamo le parole. E, ta-ta-tà, nacque Saint Tropez Twist. Io a Saint Tropez non c’ero mai stato. Andai anni dopo con Gino Paoli. Era inverno. Arriviamo. Tutto chiuso, tutto triste. E noi: ma le giacche in lamé della canzone dove sono?».

 

Che ha visto dalla curva che porta a casa il giorno del funerale?

«Ti torna in mente tutto, scorri una vita insieme. Dopo, la musica mi ha aiutato. Mi ha tenuto impegnato».

Ha fatto concerti, si è esibito a Miss Italia, ha scritto un album, Mister Peppino di Capri, che uscirà a ottobre. Ma com’è stata davvero quest’estate?

peppino di capri pippo baudo fulvio abbate foto di bacco

«Non sei mai preparato, anche se la malattia c’era da un anno. Alti e bassi di speranza. Ti dicono: a Milano c’è un medico, in America ce n’è uno più bravo. Ti dicono “è operabile” e poi non è più operabile. Poi: non c’è niente da fare. Ma a Roma dicono: non è vero. Ed è un’altra trafila, un altro barlume. Invece, “no, portatela a casa”. Passano due mesi, tre. E solo quando non c’è più, senti la mancanza profonda. Il punto di riferimento era lei. La soddisfazione di far sentire un brano nuovo... Ora, a chi lo fai sentire?».

 

Aveva annunciato il ritiro nel 2019.

«È una cavolata che s’è inventato qualcuno, non ci penso affatto. A inizio anno, ho fatto un tour in Brasile e conoscevano tutte le canzoni. La voce è rimasta quella dei vent’anni. Sto sempre coi giovani, amici dei tre figli. Ho perso anche 11 chili, togliendo i dolci e senza fare sport, mi bastano le passeggiate nella mia Capri».

Qual è la sua passeggiata preferita?

«Il sentiero che passa per l’Arco Naturale e arriva a un ristorantino buono. Lo facevo da bambino per andare a studiare piano dalla mia maestra tedesca».

 

peppino di capri gianni letta myrta merlino foto di bacco

Chi era quel bimbo nato nel ’39?

«La guerra inizia con me che nasco e finisce con me che suono il piano per i soldati americani alla fine del ‘44. Eravamo poveri, non avevo giocattoli, solo un piano scordato. All’inizio, ho imparato a orecchio, da solo. Mio zio era chef dell’albergo che ospitava gli alleati e mi portava a suonare per loro. Ho la foto con me che suono per il generale Mark Clark».

Il talento arriva dal papà musicista?

«Era diplomato in violoncello, ha suonato sax e clarino nei locali di Capri. Era stato chiamato sotto le armi che avevo sei mesi. Quando tornò, mi nascondevo in tutte le stanze. Ero timidissimo. Poi, mi misi al piano a suonare. Conoscerlo e insieme fargli vedere cosa avevo imparato fu un’emozione fortissima».

 

Quando è passata la timidezza?

«Resto uno che non si propone. Infatti non mi hanno mai dato uno special tv. E neppure un premio alla carriera a Sanremo: ne ho fatti 15, vinti due».

tutti ad ascoltare peppino di capri

Ha venduto oltre 35 milioni di dischi, scritto 519 brani. Li ricorda tutti?

«No, per carità. A volte, ne riscopro uno su Youtube».

 

I suoi preferiti?

«Gli ultimi, come I miei capelli bianchi: sono per la novità, la ricerca. Ma m’identifico nel sognatore».

Lo è ancora?

«Sogno ancora che resti la melodia, l’emozione, una musica oltre il plug-in che aggiusta le voci e crea successo facile. Io a 13 anni cantavo la notte nei night, poi andavo a scuola, studiavo piano, mi si raccoglieva col cucchiaino. Non devo dire grazie a nessuno».

peppino di capri e giuliana gagliardi 4

 

Momenti bui ne ha avuti?

«Fra il ’67 e il ’70. Tutti facevano i capelloni che imitavano i Beatles e io non volevo essere una caricatura».

Nel ‘64, lei aprì i loro concerti italiani.

«Perché avevo tante canzoni in classifica. Roberta, il twist... Loro erano così blindati che riuscii a fare una foto solo l’ultimo giorno. Dopo, la mia casa discografica era nella fase “avanti un altro”. Mi rifiutarono pure Scende la pioggia e Io per lei, che divennero successi di Morandi e dei Camaleonti. Ho capito che significa non essere filato, non andare in tv, gli amici che spariscono e i veri valori».

 

Come ne è uscito?

peppino di capri e giuliana gagliardi 3

«Una sera, rannicchiato a casa, vidi in tv Georges Moustaki che cantava Lo straniero. Rimasi paralizzato. Mi dissi: ma io che ci faccio qua? Fu una spinta bellissima. Mi scusi, mi sto commuovendo».

Che cosa ancora la commuove?

«Quel momento. La forza che ebbi di andare a Roma e dire: perché io no? Mi risposero: siete troppi e tu costi troppo. E io: quanto mi offrite? E ripartii da capo».

 

Quei tre anni coincidono con la crisi del matrimonio con Roberta Stoppa.

«Ci eravamo sposati a 20 anni, era una modella, la vidi ballare con William Holden a Ischia e le dedicai una canzone. Il giorno dopo la trovo al locale con un leoncino in braccio. Se l’era fatto prestare per far colpo. Col senno di poi, è stato più un amore da show che di sostanza, l’opposto che con Giuliana, di buona famiglia, biologa. Il padre di me diceva: nun se po’ guarda’. Perché ero cantante e non c’era il divorzio. Successe pure che ebbi una rentrée di una notte con Roberta e nacque il mio primo figlio. Fu un trauma, ma Giuliana era molto avanti di mentalità e capì. Mi fa dire un’ultima cosa?».

Prego.

peppino di capri e giuliana gagliardi 2

«Prima mi sono commosso, ma commuoversi fa sentire liberi. Infatti ora sto meglio».

 

peppino di capri con paolo cirino pomicino foto di baccopeppino di capri e giuliana gagliardi 7rosanna lambertucci peppino di capripeppino di capri 5peppino di capriPEPPINO DI CAPRIpeppino di capri e giuliana gagliardi 1

Ultimi Dagoreport

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...