SACE E BENE A TUTTI - LE CAPRIOLE DELLA CDP PER EVITARE IL DANNO ERARIALE NELLA PRIVATIZZAZIONE DELLA SACE

Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale)

Sempre più accidentato il percorso della privatizzazione di Sace. La società di assicurazione dei crediti all'export, controllata al 100% dalla Cassa depositi e prestiti, è uno dei pezzi pregiati del pacchetto di cessioni che dovrebbe portare nelle casse dello Stato tra i 10 e i 12 miliardi di euro. Il problema è che l'operazione si presta a un rischio di danno erariale che i vertici del Tesoro e della Cassa stanno cercando di scampare in ogni modo possibile, facendo qualche capriola.

Al punto che la Cdp, presieduta dall'ex ministro Ds Franco Bassanini, ha deciso di affidare la stima del valore di Sace alla francese SocGen (Société Générale), ovvero allo stesso advisor che più di un anno fa era stato individuato dal Tesoro per la cessione della medesima Sace alla Cassa. L'obiettivo, nemmeno troppo nascosto, sembrerebbe essere quello di far coincidere le stime del valore di Sace per evitare rogne. Il punto è che dietro all'operazione c'è un intreccio incredibile che ha già portato la Corte dei conti ad accendere un faro (vedi La Notizia del 20 dicembre 2013).

Il precedente
Per capire bisogna fare un passo indietro. Nel corso del 2012 il governo Monti, allo scopo di fare un po' di cassa, si è inventato una privatizzazione a dir poco "casereccia". Le società pubbliche Sace, Fintecna e Simest sono state cedute alla Cassa Depositi, che sempre del Tesoro è, sfruttando la sua collocazione al di fuori del perimetro del debito pubblico.

Il solito escamotage contabile che ha trasformato i soldi pubblici versati dalla Cdp in un incasso per il ministero del Tesoro. Peccato, però, che con le privatizzazioni oggi predisposte da Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni la Sace debba essere rimessa subito sul mercato. Ora, la Cdp aveva acquistato la società assicurativa, guidata dall'ad Alessandro Castellano, per 6 miliardi di euro. Ma a quanto verrà ceduta adesso? E qui spunta fuori un problema grosso.

Come fatto notare dal magistrato della Corte dei conti addetto al controllo della Sace, in un recente consiglio di amministrazione, se la società andrà sul mercato per più di 6 miliardi la relativa plusvalenza beneficerà anche gli azionisti privati della Cassa, ovvero le fondazioni bancarie che detengono il 18,4% del capitale.

Esito non irrilevante, perché la Corte dei conti potrebbe chiedere come mai Sace non sia stata direttamente ceduta un anno fa dal Tesoro, senza passare prima dalla Cdp guidata dall'ad Giovanni Gorno-Tempini. Insomma, verrebbe fuori il sospetto che l'operazione sia stata costruita anche per far partecipare alla cuccagna le fondazioni riunite nell'Acri presieduta da Giuseppe Guzzetti.

Se poi, per ipotesi, Sace venisse venduta a meno di 6 miliardi, l'eventuale minusvalenza rappresenterebbe un esito censurabile per ovvi motivi. Insomma, la Cassa sembra avere margini di movimento strettissimi, in ogni caso costretta a muoversi su un terreno molto sdrucciolevole.

Il jolly
Eccoci allora arrivare alla scelta, da parte della Cdp, di affidare la stima del valore della Sace a SocGen. L'individuazione, che dovrebbe essere ufficializzata oggi, secondo quanto risulta a La Notizia è seguita a una procedura di cottimo fiduciario, senza gara perché il valore era sotto soglia. Alla procedura, secondo quanto filtra da via Goito, la stessa Cdp avrebbe invitato 20 operatori. Ma alla fine SocGen avrebbe vinto con l'offerta economicamente più vantaggiosa, portandosi a casa un contratto da 75 mila euro.

Si dà però il caso che SocGen sia esattamente lo stesso advisor che nell'agosto del 2012, in pieno governo Monti, venne scelto dal Tesoro per svolgere la stessa identica attività, cioè stimare il valore di Sace. Ne vennero fuori i 6 miliardi a cui poi la società è stata effettivamente ceduta alla Cassa. Cifra grosso modo corrispondente al valore del patrimonio netto consolidato di Sace, che al 31 dicembre 2012 era di 6,2 miliardi.

Domanda: al di là della procedura non sarà che la Cassa (e di fatto il Tesoro), per coprirsi e non correre rischi di danno erariale, alla fine abbia scelto lo stesso advisor al fine di ottenere una stima del valore di Sace identica a quella precedente? Interrogativo forse malizioso, ma plausibile con la Corte dei conti che incombe.

 

 

CASTELLANO-AlessandroGiovanni Gorno Tempini GORNO TEMPINI SACCOMANNI E LETTA Profumo Presidente di Banca Mps insieme a Riffeser e Giuseppe Guzzetti il Presidente Acri la casi tutte le Fondazioni Bancarie Italiane logo sace

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…