PICCOLE JENE CRESCONO. E FANNO CAUSA AI GENITORI: “INVECE DI PAGARE LA RETTA DELLA MIA SCUOLA, SE NE VANNO IN VACANZA A LAS VEGAS” - LA STORIA DI RACHEL È LA GUERRA TRA “MILLENNIALS” VIZIATI E BABY BOOMERS AVIDI

Massimo Gaggi per il "Corriere della Sera"

Da fuori una bella famiglia, tranquilla e benestante, i Canning. Genitori e tre figlie di 13, 15 e 18 anni. Nel cuore della classica America suburbana e affluente: casa coloniale di legno con un grande giardino, due cani, le vacanze alla Bahamas. Le ragazze che frequentano ottime scuole private. Ottime e costose. Ma a novembre qualcosa si rompe: appena compiuti i 18 anni Rachel, la più grande, va via da casa. I genitori smettono di pagarle la scuola e lei li denuncia.

«Sono egoisti: hanno molti soldi e li spendono in cose inutili. A me, invece, negano il diritto a un'istruzione di qualità, indispensabile per avere successo nel mondo d'oggi». Non è vero, replicano i genitori: è una ragazza ribelle, non rispettava le regole. E' lei che se n'è andata, mal consigliata dal padre di una sua amica che ora la ospita e la rappresenta in tribunale. Se non torna non paghiamo.

MICROCOSMO
Il giudice Peter Bogaard ha già respinto la prima richiesta di Rachel: un versamento di 650 dollari al mese per pagare la retta della Morris Catholic High School e altre spese fino al conseguimento della maturità e poi la copertura dei costi dell'università. Per le altre rivendicazioni della ragazza ci sarà un secondo pronunciamento del tribunale ad aprile.

Ma le parole del magistrato («Questa è materia da consulenti familiari, non da giudici: se ci mettiamo su questa china di quali denunce dovremo occuparci? Di bambini che pretendono la xBox a 12 anni o l'iPhone a 13?»), anziché chiudere la questione, hanno trasformato Lincoln Park, una cittadina del New Jersey, nel microcosmo dell'America dei conflitti intergenerazionali.

Il verde villaggio a poche decine di miglia da New York è oggi attraversato dalla faglia sismica che divide la generazione del «Millennials» (i giovani fino ai 33 anni) dai «babyboomers» (gli americani nati nel dopoguerra, che ora hanno tra i 50 e i 68 anni).

Differenze tra generazioni ce ne sono sempre state, ma mai estreme come oggi. Da un sondaggio del Pew Center, il più autorevole centro di ricerche sociali d'America, emerge, ad esempio, che i giovani oggi sono molto meno disposti a fidarsi delle istituzioni politiche e sociali, non si sposano più (solo il 26 per cento di coniugati mentre nel 1960 il 65 per cento degli americani era sposato a quell'età) e sono molto più assistenzialisti e statalisti dei genitori e dei nonni. Due mondi diversi soprattutto sul piano della ricchezza. «Trent'anni fa - scrive Paul Taylor in The Next America, un saggio di imminente pubblicazione - la famiglia media con un capofamiglia 65 enne aveva un patrimonio dieci volte superiore alla famiglia di un 35enne. Ora quel rapporto è diventato di 26 a uno».

FIGLI RIBELLI
Tutti elementi da tener presente quando si discute di un caso come quello di Rachel. Chi non ha mai detto a un figlio ribelle «in questa casa si fa così: se non ti va bene, a 18 anni sarai libero di andartene»? Rachel si è regolata proprio in questo modo. Ma se fino a ieri chi lasciava la famiglia doveva poi cavarsela da solo, lei ha aggiunto una rivendicazione che riflette il malessere e il rancore represso di una generazione che capisce di avere, per la prima volta nella storia recente, prospettive economiche peggiori di quelle dei genitori.

E così, anche se Rachel viene condannata dai più per le volgarità che ha scagliato contro la madre, per le sue abitudini turbolente (più volte sospesa dalla scuola, una volta perché era tornata ubriaca da una festa) e per il sospetto che venga manovrata da John Inglesino, il celebre avvocato che ora la ospita e la rappresenta, il suo è un caso che fa discutere. Dentro ci sono tutti i temi familiari più scottanti: i limiti della responsabilità dei genitori, la ribellione dei teenagers, l'alcolismo giovanile, l'atteggiamento nei confronti di un fidanzato che non piace, la difficoltà di trovare un lavoro. E, soprattutto, il confine tra doveri dei genitori di garantire la migliore educazione possibile ai figli e i diritti di questi ultimi.

RETE DIVISA
Chiedere 650 dollari al mese per il liceo può essere esagerato e l'immagine dei genitori - il padre, un capo della polizia appena andato in pensione, la madre segretaria di uno studio legale - che piangono in tribunale commuove molti. Ma c'è anche chi sta dalla parte di Rachel quando scrive su Facebook di essere scioccata dall'avidità dei genitori moderni che si preoccupano solo di assicurarsi una pensione dorata: spendono soldi in vacanze esotiche anziché assicurare ai figli la migliore formazione scolastica possibile. Nella denuncia Rachel accusa i genitori di essersene andati in vacanza a Las Vegas lasciando a lei la cura delle due sorelline.

Sean ed Elizabeth Canning non smentiscono: «E' vero, siamo andati via per qualche giorno, c'erano amici e vicini a sostituirci, che male c'è?». La rete discute, commenta, si divide. Ognuno riporta i casi estremi di cui è a conoscenza: genitori prigionieri di figli prepotenti o padri ubriaconi che hanno trasferito i loro ragazzi dalla scuola privata a quella pubblica e hanno speso in alcol i soldi della retta. Ma alla fine, notano gli psicologi, il problema è quasi sempre la mancanza di dialogo: l'incapacità di correre ai ripari prima che il malessere degeneri in conflitto senza via di ritorno.

 

 

rachel-canningrachel canning RACHEL CANNING CON la madre promo canning RACHEL CANNING CON IL PADRE I GENITORI DI RACHEL CANNING PIANGONO IN TRIBUNALE

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”