FATE IL BAGAGLINO E TORNATE A CASA - PINGITORE RICORDA LA FINE DEL SUO GIOCATTOLO: “LE CRONACHE DEL BUNGA-BUNGA CI AVEVANO SUPERATO E NON ERAVAMO PIÙ COMPETITIVI. IL MIO UNICO VERO VANTO È CHE NESSUNA MIA SOUBRETTE SIA DIVENTATA MINISTRO” - “NOI FACEVAMO SATIRA BIPARTISAN, GIOCAVAMO SU OCCHETTO E SU FERRARA, INVITAVAMO FINI E DI PIETRO, EPPURE ERAVAMO BECERI SERVI DEL CAVALIERE. MA QUANDO D'ALEMA SALE SUL PALCO DELLA GUZZANTI, QUANDO LA SATIRA LA FANNO QUELLI COME PAOLO ROSSI E DARIO FO, ALLORA È SATIRA INTELLIGENTE”…

Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"

«Io? Mah... Non so se io posso... Io sono un uomo di spettacolo...».

Certo che può.
«Davvero vuol sapere quando mi sono accorto che il carrozzone del Pdl stava finendo fuori strada?».
(Pier Francesco Pingitore, 77 anni, da Catanzaro, grande autore di cinema e teatro, un percorso culturale che viene da destra, considerato l'inventore del cabaret romano, tra i fondatori nel 1965 della compagnia chiamata Bagaglino - in omaggio ad Anton Giulio Bragaglia, futurista e fondatore del teatro degli Indipendenti - a differenza di molti suoi colleghi ha qualche difficoltà a parlare, esplicitamente, di politica).

Il suo Bagaglino è stato uno straordinario osservatorio.
«È durata finché, un giorno, non mi sono accorto che io, le cronache del bunga-bunga, non ero riuscito ad immaginarle. Quel giorno ho capito che la politica ci aveva superato. Era oltre. Le pagine dei giornali erano piene di soggetti, di sceneggiature per spettacoli che mai, tutti noi, avremmo pensato di poter mettere su. La satira la fai sul verosimile, giochi sul grottesco: considerata però la realtà dei fatti, noi non eravamo più competitivi».

Continui.
«Berlusconi è venuto, regolarmente, ad assistere a tutti i nostri spettacoli. Una volta mi disse: "Ma tu sul serio scrivi i testi, fai la regia, scegli gli interpreti, metti su tutto da solo? Oh, ma è esattamente quello che avrei voluto fare io!". Lo considero una persona amica, e buona, sì, anche buona. Se poi però lei mi chiede un giudizio sullo statista, sospendo il giudizio. Certo la sera che lo vidi salire al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni, e vidi quella folla urlante e inferocita, fui contento che avesse deciso di farsi da parte. Conosco la storia, e io lo so come si comportano certi italiani: prima ti osannano, poi sono capaci di portarti a piazzale Loreto».

Quella del Bagaglino è stata etichettata come una delle forme di berlusconismo più esplicito.
«Per anni avete raccontato la favola del berlusconismo. Ma è una roba che non è mai esistita, o che, nel migliore dei casi, ha fallito».

È una battuta?
«È la verità. Dov'è l'impronta del centrodestra nelle tivù, nelle fiction, nell'informazione? C'è qualche becero che si esercita a rendere omaggio al capo. Esercizi patetici, fantozziani. Ma poi? Il centrodestra sta agonizzando per colpa sua. La verità è che, in tanti anni di governo, non è mai riuscito a sconfiggere quell'egemonia culturale che, in questo Paese, è nelle mani della sinistra.

Pensi a noi del Bagaglino: noi facevamo satira bipartisan, giocavamo su Occhetto e su Ferrara, invitavamo Fini e Di Pietro, eppure eravamo beceri servi del Cavaliere. Ma quando D'Alema sale sul palco della Guzzanti, quando la satira la fanno quelli come Paolo Rossi e Dario Fo, allora è satira intelligente, che si batte per il bene del Paese».

Giudizio severo, tanta amarezza.
«La verità è che se non riesci a organizzare una classe di intellettuali, un Paese non lo governi. Vogliamo contare gli intellettuali riconducibili al centrodestra? Buttafuoco, Veneziani... E poi? No, mi dica se a lei ne vengono in mente altri. È umiliante. Certo la colpa non è tutta di Berlusconi».

A chi sta pensando?
«A tutto il gruppo dirigente che lo ha circondato. E, se posso dire, la responsabilità di quelli che venivano da An, dal Msi, con la tradizione che sappiamo, è ancora più grave. Avevano l'autorità morale ed etica per intervenire, frenare, indirizzare. Rilevo comunque che tra tutte le soubrette passate sul mio palcoscenico, da Pamela Prati a Valeria Marini, non una è poi diventata ministro. Un piccolo vanto artistico, direi».

La Yespica era la preferita dal Cavaliere.
«Non entro nel merito. Ricordo che ballò un lento struggente con Schifani. Sì, ci furono serate memorabili. Le torte in faccia a Gasparri e a La Russa appartengono alla storia del centrodestra e della televisione italiana».

(Intervista chiusa alle 15, saluti, cordialità. Poi, cinque ore più tardi, Pingitore richiama. «Abbia pazienza, ma mi è venuta qualche battuta... sa com'è l'abitudine... inserisca dove vuole. Allora: Il cabaret traccia il solco, la politica lo riempie. Com'è? E senta quest'altra: Una volta Luchino era Visconti, ora è diventato Montezemolo. Ma il copione è sempre Il Gattopardo. Forte pure questa, eh?).

 

 

u cv21 pierfrancesco pingitoreBURLESQUE AL BAGAGLINO BURLESQUE AL BAGAGLINO BAGAGLINO BURLESQUE BAGAGLINO BURLESQUE Paolo Rossidario fo

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO