UNA VITA ALLA STEVE MCQUEEN – LE POLEMICHE SUL ‘PORNO DELLA TORTURA’ RALLENTERANNO LA CORSA DI ‘12 ANNI SCHIAVO’ VERSO L’OSCAR? IL REGISTA: ‘NON MOSTRO NULLA DI PIÙ VIOLENTO RISPETTO AD ALTRI FILM IN CIRCOLAZIONE’

Mariarosa Mancuso per ‘La Lettura - Corriere della Sera'

La marcia verso gli Oscar era partita in modo trionfale. Il sito Metascore, che aggrega e valuta le recensioni dei critici americani, registra un gradimento di 97 punti su 100, le candidature ottenute sono 9, tra cui miglior film e miglior regista. Un Golden Globe ha già premiato 12 anni schiavo nella categoria «film drammatici». Pubblico e addetti ai lavori (nelle sale italiane il film uscirà il 20 febbraio) sono rimasti commossi e colpiti dal brutale realismo con cui il regista britannico Steve McQueen rende sullo schermo le sofferenze della vita in schiavitù.

12 anni schiavo racconta la storia in catene di Solomon Northup: un uomo libero, con moglie e figli, che nel 1841 si guadagnava da vivere suonando il violino a Saratoga, New York. Il film è tratto dal suo memoir, pubblicato nel 1853 (uscirà il 6 febbraio da Newton Compton, anche in ebook). Rapito con l'inganno a Washington - gli avevano promesso un lavoro da musicista in un circo - viene venduto in Louisiana dal mercante Paul Giamatti (prima del XIII Emendamento, approvato nel 1865, negli Stati dell'Unione vigevano leggi diverse e i commercianti di schiavi ne approfittavano). Le due ore successive sono un crescendo di fatiche, torture, umiliazioni, raccontate da un uomo che ha conosciuto la libertà e ostinatamente la rivuole. Chiwetel Ejiofor ha la parte dello schiavo, Michael Fassbender (presenza fissa nei film di Steve McQueen) è lo schiavista crudele e psicopatico. Entrambi lodatissimi, come l'intero cast.

Il fronte si è incrinato qualche giorno fa, durante un'altra cerimonia che premiava Steve McQueen come miglior regista del 2013. Uno dei membri del New York Film Critics Circle si è rumorosamente dissociato dagli applausi. A manifestare il proprio dissenso, con termini come «spazzatura» e «portineria», il critico di colore Armond White, già noto per le sue intemperanze e le sue opinioni controcorrente. Nella recensione aveva lanciato accuse pesanti come torture porn , paragonando 12 anni schiavo ai peggiori film splatter (per citare un solo titolo, Hostel di Eli Roth: pura macelleria in un ostello slovacco sconosciuto alle guide turistiche).

Armond White è stato espulso dal circolo dei critici newyorchesi, che ha presentato a Steve McQueen le proprie scuse. Il suo comportamento poco ortodosso ha però rilanciato qualche perplessità avanzata anche da chi ammira la pellicola. Non pochi spettatori hanno trovato le scene di tortura troppo lunghe e insistite, al limite del sopportabile. Più per artistico partito preso che per dovere di narrazione o denuncia. Se le rileggiamo, anche nelle recensioni favorevoli capita di trovare frasi come educational horror show o slavery porn .

Qualche obiezione l'avevano suscitata anche i due precedenti lungometraggi del regista: Hunger (uscito nel 2008) e Shame (uscito nel 2011). John Patterson, in un recente articolo sul «Guardian», parla dei tre film come di un «trittico sul corpo e i suoi fluidi». Intende gli escrementi che l'attivista politico irlandese Bobby Sands (morto in carcere dopo un lungo sciopero della fame) sparge sulle pareti della sua cella. Intende lo sperma del malato di sesso Michael Fassbender. Intende il sangue e il sudore degli schiavi frustati fino a staccare brandelli di carne.

Difficile dargli torto, se guardiamo i film di Steve McQueen con un po' di distacco estetico: atteggiamento da alcuni considerato irrispettoso, vista la tragicità delle storie, ma comunque legittimo quando parliamo di cinema. Il dimagrimento estremo di Michael Fassbender nella parte di Bobby Sands era stupefacente, e però nello stesso tempo più vicino a una performance di Body Art che al realismo cinematografico. Le lenzuola sprimacciate di Shame facevano pensare a un'installazione, più che alle conseguenze di un'autodistruttività erotica. Erano pronte per il museo, non per il sacco della lavanderia.

In 12 anni schiavo assistiamo a un prolungato tentativo di impiccagione, mentre le punte dei piedi di Solomon Northup toccano appena il suolo. Intorno, i bianchi della piantagione e il resto della servitù nera sbrigano tranquilli le loro faccende. La macchina da presa resta fissa, implacabile: per un attimo abbiamo l'impressione che la scena ripartirà da capo, come nella saletta di una mostra dedicata alla Video Art. I paesaggi, bellissimi e sinistri, ricordano The Lynching Tree , opera fotografica di Steve McQueen esposta l'anno scorso a Basilea: un albero di New Orleans usato per i linciaggi e circondato da tombe.

Torture porn è un'accusa pesante, finora rivolta a film di genere o a cattivi ragazzi come Quentin Tarantino: Spike Lee rifiutò preventivamente di vedere Django Unchained perché offendeva i suoi antenati. Per la fantasia di vendetta contro Hitler e i nazisti di Bastardi senza gloria fu coniata la formula kosher porn . È peraltro evidente, a chi frequenta le sale, che i limiti del mostrabile si sono parecchio allentati negli ultimi decenni. Proprio qui sta la linea di difesa di Steve McQueen: «O si gira un film sulla schiavitù o si decide di non farlo. Io ho deciso di farlo, e non mostro nulla di più violento rispetto ad altri film in circolazione».

Sullo sfondo, l'annoso dibattito tra violenza gratuita e violenza, diciamo così,«necessaria». Tra la crudeltà di un film horror, corredato dalla tranquillizzante certezza «è solo un film», e la crudeltà di un film che mette lo spettatore di fronte alla meno rassicurante certezza «è accaduto davvero».

Vale per ogni tragedia riproposta dal cinema: dall'Olocausto ai genocidi, allo sbarco in Normandia di Salvate il soldato Ryan, diretto da Steven Spielberg come una carneficina (e va detto che il film sugli schiavi Amistad è uno dei meno riusciti nella sua filmografia, sicuramente il più didattico). Viravano decisamente verso l'horror anche La passione di Cristo diretto da Mel Gibson - per questo il film fu accusato di scarsa spiritualità - e il successivo Apocalypto con i suoi cuori strappati.

È probabile che le polemiche non freneranno la corsa di 12 anni schiavo verso gli Oscar (l'assegnazione avverrà il 2 marzo). Finora, il film più mainstream e popolare girato dal regista britannico. I precedenti Hunger e Shame , destinati a un pubblico più ristretto e amante del film d'arte, dissimulavano meglio la gelida accuratezza e la geometria estetizzante della messa in scena.

 

 

steve mcqueen 12 years a slave 12 years a slave 12 years a slave 12 years Slave brad pitt 12 years a slave

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…