1. AL PROCESSO MEDIASET SI PROFILA L’ENNESIMA SCAPPATOIA ALL’ITALIANA: UN ANNULLAMENTO CON RINVIO DELLA CONDANNA A CINQUE ANNI DI INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI CHE TANTO TURBA IL SULTANO DEL PDL, CON EVIDENTI RISCHI DI PRESCRIZIONE E ULTERIORE MELINA GIUDIZIARIA DI 6-9 MESI. UNA SOLUZIONE PERFETTAMENTE IN LINEA CON I DESIDERATA DI RE GIORGIO E CON LE VOGLIA DI DURARE DI LETTA 2. NESSUNO HA IL CORAGGIO DI SCRIVERLO PER RISPETTO DELLA “SUPREMA CORTE”, MA TRA TUTTE LE MAGISTRATURE QUELLA DELLA CASSAZIONE È LA PIÙ VICINA AL PALAZZO. NON SOLO, MA I GIUDICI DEL PALAZZACCIO SONO MEDIAMENTE MOLTO ANZIANI E ASSAI CONSERVATORI. NON A CASO CESARONE PREVITI, CHE LA SAPEVA LUNGA, AI BEI TEMPI INTERVENIVA DIRETTAMENTE AL PALAZZACCIO SENZA PERDER TEMPO NEI GRADI PRECEDENTI

a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - AVVISI AI NAVIGATI
Oggi si vedrà se la parcella a cinque o sei zeri che il Cainano ha deciso di pagare all'esimio professor Coppi ha davvero il suo perché. Ma intanto ecco che al processo Mediaset si profila l'ennesima scappatoia all'italiana: un annullamento con rinvio della condanna a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici che tanto turba il padrone del Pdl, con evidenti rischi di prescrizione e ulteriore melina giudiziaria di 6-9 mesi. Una soluzione perfettamente in linea con i desiderata di Re Giorgio e con le voglia di durare del governino di Lettaenrico.

Nessuno ha il coraggio di scriverlo per rispetto della "Suprema Corte", ma tra tutte le magistrature quella della Cassazione è la più vicina al Palazzo, come testimoniano le feroci battaglie che vanno in scena al Csm ogni volta che bisogna nominarne il presidente. Non solo, ma i giudici del Palazzaccio sono mediamente molto anziani e assai conservatori, oltre che, naturalmente, "preparatissimi". Non a caso Cesarone Previti, che la sapeva lunga, ai bei tempi interveniva direttamente al Palazzaccio senza perder tempo nei gradi precedenti.

2 - UN PAESE COSTRUITO INTORNO A B.
Ieri la difesa del Cainano ha messo a segno un ricco punto a favore e Repubblica si consola con le belle parole del pg Antonello Mura: "Confermate la condanna a Berlusconi, ma l'interdizione va ridotta a tre anni" (p. 2). Quindi spiega che cosa può succedere in concreto: "Condanna o rinvio, le strade della Cassazione. Ecco gli scenari per l'ex premier dopo la requisitoria del procuratore. Non si può ancora escludere il rinvio del processo in appello, accogliendo una tesi dei legali".

Sulla Stampa, "La sfida di Coppi: puntiamo all'annullamento radicale. Cauta fiducia, ‘ma sono superstizioso e non faccio previsioni. L'interdizione? ‘Era un errore palese della sentenza, il pg non poteva fare altro'" (p. 3). Il Giornale di Feltrusconi spera: "L'accusa apre uno spiraglio: ‘sconto' sull'interdizione. Il pg chiede la conferma della condanna ma ammette che è un errore l'allontanamento per 5 anni dai pubblici uffici: troppi, ne bastano tre. Il processo potrebbe tornare a Milano" (p. 3). Insomma, finisce con la solita prescrizione?

3 - LARGHE INTESE MON AMOUR
E ora passiamo alle masturbazioni di Palazzo sulla sentenza in arrivo. "L'ultima speranza del Cavaliere: ‘Posso stare fuori dal Senato 18 mesi, poi nel 2015 sarò pronto a ricandidarmi'. L'altolà del Quirinale al voto subito: non se ne parla" (Repubblica, p. 3). Del resto ieri Re Giorgio "è salito in seggiovia fino a duemila metri", come ci informano le cronache di regime, e quindi avrà le idee particolarmente fresche.

Anche il Messaggero dà conto della suprema regìa di Bellanapoli: "Pressing di Napolitano e premier per disinnescare i falchi di Pdl e Pd. Colle e Palazzo Chigi decisi a mettere in sicurezza il governo. Contatti con Alfano e Berlusconi" (p. 3). Esagera il Giornale: "Il Colle pronto a tutto per blindare il governo" (p. 4).

4 - E MATTEUCCIO PREPARA L'AGGUATO
Nonostante il suo partito stia facendo di tutto per farlo morire a Firenze, il Rottamatore sente l'odore del sangue intorno alle larghe intese e si dedica alle lobby. "Fisco e Rc auto, Renzi riparte dall'economia. Dietro il suo programma il guru ex McKinsey. Al convegno con Yoram Gutgeld e Dario Nardella anche Alessandro Profumo (Corriere, p. 5). Su Repubblica, "Renzi non esclude la resa dei conti. ‘Se lo condannano si accelera tutto'" (p. 6). Ma va? Sul Giornale, spazio al garantismo peloso di Matteuccio: "Non si fa politica con i processi" (p. 1). Che paraculo.

5 - LA BELLA POLITICA
Con la solita scusa di risolvere la famosa emergenza carceraria, i partiti tentano l'ennesimo colpaccio per la propria impunità. "Finanziamento illecito ai partiti. Sparisce la custodia cautelare. Scontro sulle modifiche al decreto svuota carceri. E il ddl sui rimborsi pubblici rischia di slittare" (Stampa, p. 7). In trincea il Cetriolo Quotidiano: "Via la custodia cautelare. Pasticcio Pd-governo. Sì del Senato all'emendamento che depenalizza finanziamento illecito, stalking e falsa testimonianza. L'esecutivo aveva dato parere favorevole" (p. 5).

6 - AGENZIA MASTIKAZZI
"Il mio amore per l'Italia e per gli italiani non è in discussione" (Francesco De Gregori ad Aldo Cazzullo, sul Corriere a pagina 6).

7 - TOMBAROLO A SUA INSAPUTA
L'ex reuccio di Imperia, l'inarrivabile Sciaboletta Scajola, questa volta viene pescato con un bel reperto romano di dubbia provenienza nel giardino di casa. "Perquisita casa Scajola, sequestrata un'anfora romana. Il reperto del IV secolo a.C. era esposto nel giardino della villa. L'ex ministro: sono autorizzato a custodirlo dal ministero della Cultura. La Procura potrebbe aver aperto un fascicolo per ricettazione. ‘Non so se sono indagato'" (Corriere, p. 9). Certo che è anche un po' sfigato.

8 - LINGOTTI IN FUGA
Torma a fare il cowboy de' noantri il furbetto in pulloverino che guida il Lingotto. "Marchionne: condizioni industriali impossibili. ‘Posso produrre le Alfa ovunque'. Fiat meglio in Europa, profit warning Chrysler. ‘Ho chiesto misure al governo dopo la sentenza, nulla" (Repubblica, p. 20). "Alfa Romeo, addio Italia. La minaccia di Marchionne. L'ultima sparata alla vigilia dell'incontro con Landini. L'amministratore delegato della Fiat protesta per la sentenza della Consulta che ha dato ragione al sindacato: ‘Le condizioni industriali in Italia rimangono impossibili'.

E dice che le auto sportive del Lingotto si possono produrre ovunque nel mondo. Venerdì incontra i metalmeccanici della Fiom dopo oltre due anni" (Cetriolo Quotidiano, p. 1). Titolaccio del Sole a nove colonne sulla prima pagina del dorso Finanza&Mercati: "Fiat taglia le stime di utile su Chrysler". Poi passa Illustrato Fiat e rassicura i suoi lettori in cassa integrazione: "Fiat, nel trimestre utili per 435 milioni. Le vendite: l'America corre, l'Europa soffre ancora ma recupera. Riviste le stime su Chrysler" (l'aedo Teodoro Chiarelli a pagina 23).

9 - VIA CRUCIS SOLFERINA
Mentre i giornali si sono improvvisamente dimenticati le maxi perdite e i mostruosi debiti di Rcs, tocca ascoltare le favolette della Fiat anche sulla natura dell'investimento in via Solferino. Oggi parla sempre il prode Marpionne, che la racconta così: "Abbiamo investito in Rcs perché è un simbolo che dev'essere protetto. La tradizione ha un valore strategico" (Corriere, p. 29). Ma certo, come no. Poi uno guarda come il giornale diretto da Flebuccio de Bortoli copre la fuga del Lingotto dall'Italia (oggi solito pezzo giustificazionista della Polato a pagina 27) e capisce meglio il valore della "tradizione". Tradizione di paraculate.

10 - NON C'E' PIU' RISPETTO
Il Gran Maestro Licio Gelli, il capo della P2 dalle cui lungimiranti idee continuano a sbocciare le riforme della Costituzione, ha perso il titolo di Commendatore della Repubblica Italiana (Messaggero, p. 14). Non gradiva l'idea di trovarsi in compagnia con il fior fiore dell'imprenditoria corrotta della nazione.

11 - LE GRANDI DOMANDE DELLA VITA
Ma perché il Messaggero di Calta-riccone, giornale di norma supergarantista, squaderna ogni santo giorno ricchi articoloni dedicati all'inchiesta sul Mose di Venezia (oggi, p. 14)? Sono gli altri che sono distratti, oppure ci sono interessi particolari in Laguna? Ah, saperlo...

12 - ULTIME DA UN POST PAESE
"Non c'è pace per Califano. Quattro mesi dopo la morte resta ancora senza una tomba. Lite tra il Comune di Ardea e la società che in affidamento le spoglie. Solo un loculo con gli omaggi dei fan. Scambio di accuse tra il sindaco e il legale del cantante" (Repubblica, p. 18). Ardea, proprio un gran bel posto.
colinward@autistici.org

 

 

 

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