gabanelli

IL PROGRAMMA DI MI-JENA - LA GABANELLI SPIEGA LA SUA PROPOSTA SUI MIGRANTI: ‘FINIAMOLA COL DARE UNA BRANDINA E UN PIATTO DI MINESTRA: ECCO COME AFFRONTARE IL PROBLEMA ED EVITARE LA SPECULAZIONE DELLE COOPERATIVE’ - POLITICA, POPULISMO, DESTRA E SINISTRA, GRILLO E ANCHE UN COLPETTO AI MAGISTRATI INTOCCABILI - SULLA MOZIONE ANTI-VISCO: ‘GLI ERRORI DI BANKITALIA…’

 

Estratti dal colloquio di Claudio Cerasa con Milena Gabanelli per il Foglio

 

 

MILENA GABANELLI LAUREA JOHN CABOT

"Ok, ma questa intervista è davvero per parlare di quello che penso o è solo per darmi degli schiaffi, come fate spesso?".

Milena Gabanelli lo dice con un sorriso e con tono duro ma cordiale e dopo qualche spiegazione - no agguato, no schiaffetto, no scherzetto, solo voglia di chiacchierare, di confrontarci con persone interessanti che hanno una visione del mondo diversa rispetto a quella del Foglio - accetta di chiacchierare con il nostro giornale non per parlare ancora della Rai, della proposta considerata "indecente" di gestire il sito di Rainews.it, ragione per la quale oggi la ex conduttrice di "Report" ha chiesto l' aspettativa non retribuita dal servizio pubblico, ma accetta di parlare di tutto il resto, dell' attualità, della politica, dell' immigrazione, del populismo, delle elezioni, di destra e sinistra.

 

Negli ultimi mesi Milena Gabanelli, icona involontaria di un' Italia che tenta disperatamente e a volte affannosamente di trovare un' alternativa anti sistema all' Italia del sistema, è finita al centro del dibattito pubblico per le sue posizioni a sorpresa relative alla politica sui migranti adottata dal governo Gentiloni e in particolare dal ministro Minniti.

 

Una coppia politica fantastica e inimmaginabile: lui tosto ministro di sinistra che fa impazzire la vecchia sinistra applicando categorie politiche bipartisan per la gestione dell' immigrazione; lei tosta giornalista amata a sinistra (ma non dalla nuova sinistra) che fa impazzire la vecchia sinistra sostenendo l' approccio pragmatico di un ministro che rappresenta un nuovo genere di sinistra. Maurizio Crippa, qualche settimana fa su questo giornale, ha definito con ironia Milena Gabanelli e Marco Minniti la coppia politica dell' anno. Ma l' ironia del Foglio non è piaciuta a Gabanelli.

ranucci gabanelli

 

Perché?

"Intanto - dice la giornalista sorridendo - l' avete messa con un fondo di ambiguità. E poi c' era una frase che mi è arrivata come uno schiaffo: quella in cui io, secondo il vostro Crippa, proporrei di 'scremare per bene' i migranti, prima di metterli nelle caserme, così da non riempire il paese di disgraziati. Suona come se io considerassi i migranti feccia umana, quando è vero il contrario. E' il sistema attuale a non metterli in condizione di integrarsi! Io sto portando avanti da tempo un modello di accoglienza studiato nei dettagli, tecnicamente. Mi sono detta che non era possibile arrendersi a un fenomeno col quale bisogna fare i conti. Il progetto che ho studiato potrebbe rimettere in moto l' edilizia e generare lavoro per gli italiani. In sostanza il fenomeno potrebbe anche essere fonte di guadagno per il sistema paese, non per le cooperative che speculano".

 

Guadagno?

"Sì, perché assumendo personale qualificato per l' identificazione, i corsi di lingua e la formazione noi ci guadagniamo, mentre ai richiedenti asilo vengono forniti gli strumenti per integrarsi". Una sintesi per noi? "Il progetto si chiama 'La via d' uscita'. Lo si può trovare sul sito di 'Report'. E poi l' ho sviluppato, scrivendoci diversi articoli. Uno dei quali ha acceso l' interesse di Minniti: è stato allora che mi ha telefonato e mi ha detto: 'Mi interessa. Parliamone'. Mi chiese varie indicazioni, io gliele diedi. Poi si è buttato sul fronte libico, ma per quanto riguarda l' Italia non è cambiato granché. Spendiamo molto in affitto, molte sovrapposizioni, poco coordinamento, poco risultato".

 

GABANELLI

Guadagnare dall' immigrazione mettendo insieme rigore e accoglienza e niente estremismo umanitario. Programma vasto. Programma.

"No, programma possibile, però bisogna passare da un' accoglienza gestita dalle cooperative chiavi in mano a una pubblica. Oggi funziona così: sbarcano 100 migranti, vengono prese le impronte e il fotosegnalamento e poi il prefetto individua una cooperativa e glieli affida, corrispondendo quaranta euro al giorno a testa. Sono previste quattro ore di italiano a settimana, ma nessuna sanzione se non frequenti, e nessun controllo sull' effettivo svolgimento di quelle poche ore. Ovviamente la cooperativa, godendo di una somma fissa, lucra su tutto, anche sul cibo scadente".

 

E poi cosa succede?

 "Succede che almeno la metà di quei 100 migranti che sa di non avere diritto all' asilo dopo un po' se ne va dal centro, che però continua a essere pagato pieno per vuoto, mentre l' attesa per ottenere lo status di rifugiato richiede 2 anni... passati su una brandina a fare niente. Va detto che ci sono comuni dove tutta la filiera è 'pulita' ed efficiente, ma sono casi rarissimi".

 

In Germania come funziona?

minniti

"La Germania in particolare, essendosi presa da un giorno all' altro mezzo milione di siriani, ha trasformato l' aeroporto di Tempelhof in un immenso, ma dignitoso, campo profughi, ha riaperto una enorme caserma dismessa e in due mesi l' ha resa abitabile per 2.000 persone, ha assunto 8.000 insegnanti per istituire dei corsi obbligatori. E per chi non frequenta viene rallentato l' ottenimento dello status di rifugiato. Dopo lo screening iniziale i migranti vengo no avviati a piccoli centri di accoglienza o sistemati in appartamenti, con l' obbligo di seguire anche i corsi di formazione. Funziona così in Norvegia, Svezia, Olanda". Cosa cambia concretamente rispetto a quello che avviene in Italia? "Intanto hai il fenomeno sotto controllo, e poi un sistema di regole che avvia al processo di integrazione, che di per sé è complicato, in tutte le parti del mondo".

 

Stai dicendo che il problema culturale italiano è che si tende a confondere la parola accoglienza con la parola integrazione?

 

MIGRANTI MINORENNI

"Sto dicendo che non hai risolto nulla dando una brandina e un piatto di minestra, come si fa con le emergenze, perché è da anni un fatto strutturale, e come tale va gestito. Mi hanno colpito tempo fa le parole dell' ex prefetto all' immigrazione Mario Morcone, oggi sottosegretario all' Interno. Durante un convegno mi ha puntato il dito dicendo: 'Tu vuoi costruire i lager per rinchiuderci questa gente che fugge dalla disperazione e dalla fame, mentre il mio modello è lo Sprar, ovvero piccoli centri per un' accoglienza diffusa'".

 

Risposta?

 

"Io dico: benissimo l' accoglienza diffusa. Ma prima occorre fare un' operazione diversa e gestita dal pubblico, che è quella di accogliere i migranti che sbarcano in edifici pubblici, e le caserme o i resort sequestrati alla mafia sono perfettamente funzionali perché in grado di far fronte anche a numeri imponenti, senza dover improvvisare quindi delle tendopoli. La permanenza in questi luoghi non serve superare i 6 mesi, durante i quali fare corsi di lingua intensivi, formazione professionale, assistenza psicologica e medica e definizione dello status. Alla fine di questo percorso, chi ha diritto all' asilo viene rilocato in piccoli gruppi di accoglienza diffusa. A quel punto i comuni accetterebbero più volentieri quote di migranti, sapendo che avrebbero meno difficoltà ad avviarli verso l' integrazione; e qui le associazioni possono avere un ruolo di supporto importante. In sostanza un percorso virtuoso che allenterebbe, credo, anche la tensione sociale. Ma mi rendo conto che per un paese come il nostro sia complicato parlare di questi temi in modo pragmatico".

 

Perché? "Perché siamo tutti ingabbiati in logiche populiste, di destra e di sinistra".

 

presidio Polizia periferia Roma centro migranti

Populismi che si incrociano? "Esatto. Il populismo di sinistra si appella al buon cuore, quello di destra fa leva sulle paure. Ma in definitiva nessuno dei due produce risultati nell' interesse del paese, basti pensare ai minori non accompagnati: abbiamo la miglior legge del mondo, ma non c' è la copertura finanziaria, e così buona parte sparisce, non sai dove".

 

Resta il fatto che secondo molti osservatori Milena Gabanelli sui migranti ha, come si dice, posizioni di destra. "E per la destra sono quella comunista di Rai3. E' difficile abbattere il partito preso! Le racconto questo, sono stata alla Versiliana, alla festa del Fatto quotidiano, ed ero sul palco con Fu rio Colombo, che fu il professore con cui die di il mio primo esame al Dams: Tecnica del linguaggio radiotelevisivo. Ecco, Colombo ha paragonato l' accordo fatto coi libici per contenere i flussi migratori alla Shoah".

 

Svengo.

"E' un intellettuale che stimo molto, ma avrei voluto dirgli: 'Caro Colombo, ti ricordi, quando eri alla Fiat, quante teste hai tagliato dietro alle quali c' era una famiglia con una valigia di cartone?'". Stiamo sul populismo. Che cos' è oggi il populismo in Italia? "Non sono né una sociologa né un' analista politica".

 

(…)

migranti

 

Tra i populismi dove collochi il Movimento 5 stelle? "Col locazione incerta. Anche perché, a differenza dei partiti tradizionali, non hanno una linea chiara: si rifanno un po' al pensiero del capo, un po' a quello di ciascuno dei rappresentanti. Un po' come nel Pd, a pensarci bene".

 

(…)

 

 

“Ho conosciuto Frederick Vreeland, un ex funzionario del dipartimento di Stato americano, alle dipendenze della Cia dal 1950 al 1985, mandato a Roma presso l' ambasciata americana dal 1978 al 1985, poi ambasciatore in vari paesi sotto l' Amministrazione Bush. Ebbene, gli ho chiesto: 'Ma perché voi statunitensi con i tedeschi e i francesi negoziate, mentre a noi date ordini?'. E lui: 'Noi trattiamo coi governi. Ma voi italiani siete i primi a non credere nei vostri esecutivi, perché dovremmo farlo noi?'. Una risposta che è una sintesi del nostro paese, e che dice qualcosa anche sulle prospettive future di una eventuale democrazia diretta".

 

Stai dicendo che siamo un paese con elettori molto manipolabili? "La gente si lascia sedurre dal personaggio famoso, e lo indica quasi automaticamente a ricoprire incarichi istituzionali, senza chiedersi quali siano le sue reali competenze". Ti è stato mai offerto qualche altro ruolo dai Cinque stelle? "No, e non sono interessata a ruoli politici. Ho avuto un lungo rapporto d' amicizia con Beppe Grillo quando faceva solo il comico, ma ormai sono anni che non ci sentiamo, a parte una telefonata che lui mi fece il giorno in cui mi candidarono al Quirinale: 'Ciao Gaba, hai visto che bello scherzone che ti abbiamo fatto?'.

Fine".

 

(…)

 

 Tu per chi voteresti?

"Non te lo dirò mai. Il giornalista è influente, e la lottizzazione della tv pubblica ha fatto dei disastri enormi anche in questo. (…)".

 

Un politico uscito con le ossa rotte da un' inchiesta di "Report" è stato Antonio Di Pietro: perfetto caso di moralizzatore moralizzato. Oggi Di Pietro, a proposito di moralizzatori forse pentiti, è tornato d' attualità per una frase che ha detto qualche settimana fa a proposito di Tangentopoli. Di Pietro ha fatto quasi autocritica: ha rivendicato le sue inchieste, ma ha sottolineato con stupore e rammarico che Tangentopoli ha contribuito sfortunatamente a indebolire forse definitivamente la nostra classe politica. Che lezioni dovrebbero trarre i magistrati dagli ultimi venticinque anni di circo mediatico-giudiziario?

migranti

 

"Credo che il magistrato, o il giudice, non debba porsi il problema dell' effetto che potrebbe avere per il paese portare a processo una certa persona, laddove c' è un' evidenza di reato. Se Di Pietro ha dei ripensamenti, vuol dire che ha dei motivi per dubitare su ciò che ha fatto. E se quelle modalità non erano previste dal codice, sarebbe molto grave.

Se invece la sua è una riflessione, è del tutto legittima; ma bisogna anche chiedersi: si sarebbe potuto fare altrimenti?".

 

(…)

 

In via generale direi che la differenza tra un magistrato e le altre categorie professionali è che tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo sentiti dare del cretino. Il magistrato no. E questo li porta a considerarsi in missione per conto di Dio: e dunque sono convinti di non sbagliare mai, né quando con superficialità portano l' innocente a processo, né quando assolvono il delinquente perché subiscono il potere di avvocati influenti.

IGNAZIO VISCO MATTEO RENZI

Ogni volta mi auguro di finire davanti a un giudice che abbia davvero voglia di leggersi tutte le carte, e finora è andata così. Incrocio le dita".

 

(…)

 

Cosa pensi della mozione di sfiducia del Pd su Visco? "Mi pare che qualche problema legato alla Vigilanza ci sia stato, e anche piuttosto grave, quindi la mozione del Pd non è stravagante. Però la domanda da porsi è: all' interno di Bankitalia c' è una competenza migliore di Visco? Se sì, indicate anche i nomi, diversamente proponete un bando internazionale. Queste indicazioni nella mozione non ci sono, e quindi, come sempre si alimenta solo la confusione".

 

 

antonio di pietro magistrato

 

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