stefano lorenzetto manifesto obrador labrador

CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! - SOMMARIO DI UN SERVIZIO DEL “MANIFESTO”, NEL QUALE SI PARLA DEL MESSICO: “IL PRESIDENTE LOPEZ ‘LABRADOR’ HA NAZIONALIZZATO LE PREZIOSE MINIERE, ANCHE CILE, BOLIVIA E ARGENTINA NON VOGLIONO CEDERE ALLE POTENZE STRANIERE”. IN REALTÀ SI CHIAMA LÓPEZ OBRADOR, MA PER IL QUOTIDIANO COMUNISTA È UN CANE DI PRESIDENTE…

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)

 

STEFANO LORENZETTO

Da un lungo articolo di Silvia Truzzi, uscito sul Fatto Quotidiano, apprendiamo che «a Paul Ginsborg dobbiamo moltissime cose, soprattutto la passione con cui ha animato la protesta civile all’alba del millennio»; che lo stesso Ginsborg «era inglese fino al midollo, però aveva scelto l’Italia come patria d’elezione diventandone voce critica e uno degli intellettuali più in vista»;

 

che il suo accento era «inconfondibilmente british e il tono sempre dolce»; che «aveva dedicato al nostro Paese i suoi studi storici più importanti»; che «il grande pubblico lo ha conosciuto con l’esplosione del movimento dei girotondi»; che «della sua lucida coscienza critica e della passione civile sentiremo molto la mancanza».

paul ginsborg

 

Ohibò, e per quale motivo? Semplice: perché Paul Ginsborg è morto. L’unica notizia che, in un articolo di oltre 4.000 caratteri, Silvia Truzzi si dimentica di dare.

 

***

Su Domani, Paolo Morando dedica un’intera pagina a Eugenio Cefis e ricorda come sul defunto presidente dell’Eni e della Montedison sia «stato detto e scritto di tutto: fondatore della P2, sovvenzionatore di eversori (il golpe Borghese), longa manus dietro le morti violente di Enrico Mattei, Mauro De Mauro e Pier Paolo Pasolini, in un filone complottista tanto inesauribile quanto sprovvisto di prove fattuali».

 

«Un filone», osserva Morando, «alimentato anche dalle tante voci sul suo leggendario patrimonio personale, chiaramente accumulato chissà come». Così chiaramente che ancora non si sa come.

PIER PAOLO PASOLINI

 

***

Sommario di un servizio del Manifesto, nel quale si parla del Messico: «Il presidente Lopez Labrador ha nazionalizzato le preziose miniere, anche Cile, Bolivia e Argentina non vogliono cedere alle potenze straniere». In realtà si chiama López Obrador, ma per il quotidiano comunista è un cane di presidente.

 

***

Wanda Marra si occupa sul Fatto Quotidiano del colloquio fra il presidente Joe Biden e il nostro premier Mario Draghi a Washington: «Biden, dal canto suo, investe l’ex Bce del ruolo di alleato “tra i più importanti” e stressa un concetto».

 

VLADIMIR PUTIN CON LA CRAVATTA DI MARINELLA

Subito dopo, Marra informa che «al centro dell’incontro ci sono gli aiuti militari, ma anche le sanzioni, l’energia e i ricaschi economici». Ricasco, sostantivo che Lo Zingarelli 2022 qualifica come «disusato», significa «ciò che ricasca, pende» o «panneggio, drappeggio: i ricaschi di una tenda». Quelle economiche al massimo sono ricadute. Comunque, complimenti per il lessico stressante, eh.

 

***

«Vladimir Putin ha agito per primo, facendo ricorso al taglio del gas nei confronti di Polonia e Bulgaria, due Stati confinanti e sempre più schierati con l’Occidente», afferma Marco Imarisio sul Corriere della Sera.

 

Manifesto - Presidente Labrador

Ma la Bulgaria non confina con la Russia, bensì con la Romania (a nord), con la Grecia e la Turchia (a sud), con il mar Nero (a est), con la Serbia e la Macedonia del Nord (a ovest). Sulla carta fisica, neppure la Polonia confina con la Russia: l’unico punto di contatto fra le due nazioni è Kaliningrad, città russa capoluogo dell’oblast’ omonima, che Lituania e Bielorussa separano dal resto della Russia.

 

***

Occhiello dalla Stampa: «Le reazioni dei partiti. Letta attacca i legami con la Russia dei sovranisti». Difficile che esista una Russia dei sovranisti contrapposta a chissà quale altra Russia. Infatti bisognava scrivere «Letta attacca i legami dei sovranisti con la Russia».

Manuel Lopez Obrador

 

***

«Te ne sei andato così, dolce amico mai visto, giovane àncora di salvezza, a volte sognato, spesso immaginato. Testimone dell’orrore, vittima innocente dello spirito di Caino. Te ne sei andato così, in punta di piedi, seppellito chissà dove, coperto da una montagna di cenere, chiamato disperatamente per nome dai parenti».

 

Sull’Osservatore Romano, Guglielmo Gallone si rivolge a un non meglio precisato «amico». L’epicedio prosegue: «T’eri seduto dalla parte del silenzio e dell’umiltà, perché gli altri posti erano occupati dal chiacchiericcio e dal rumore». E qui siamo al plagio di una citazione scopiazzata da Internet, comunemente attribuita a Bertolt Brecht e alla sua Opera da tre soldi: «Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati». Frase della quale peraltro non v’è traccia nel libretto di Die Dreigroschenoper.

 

LUCIO DALLA

L’articolo finisce così: «Aspettiamo che ritorni la luce, di sentire una voce, aspettiamo senza avere paura, domani» (dal brano «Futura», di Lucio Dalla)». Dal che ci confermiamo nell’opinione che Gallone e L’Osservatore Romano in fatto di citazioni siano davvero imbattibili.

 

***

Tuttomilano, supplemento della Repubblica, parla di Fa’ la cosa giusta, la più grande fiera italiana del biologico e del chilometro zero. Solo che nel titolo si legge «La sezione alimentare di la cosa giusta» e nella didascalia «Assaggi e degustazioni a la cosa giusta».

 

Tutto fa brodo (senza accento). È appena il caso di ricordare che fa’, imperativo del verbo fare, richiede l’apostrofo, e non l’accento, in quanto troncamento di fai.

 

ENRICO LETTA

***

Nelle pagine culturali del Corriere della Sera leggiamo che lo scrittore siciliano Roberto Alajmo avrebbe pubblicato nel 2018 il Repertorio dei pazzi della città di Palermo. In realtà, nel 2018 il libro fu ristampato da Sellerio.

 

Ma, avendo intervistato l’autore 20 anni fa proprio su quest’opera, possiamo garantire che essa uscì per Garzanti nel 1994, dopo essere apparsa a Palermo già nel 1993 con le Edizioni della Battaglia, fondate l’anno prima dalla fotografa Letizia Battaglia, morta un mese fa.

 

***

quotidiani italiani 2

Si. Pi., che segue il mondo dei motori sul Sole 24 Ore, è abituato alle alte velocità, quindi ad andare di fretta. Infatti sul quotidiano della Confindustria pubblica un articolo («Huracán GT3 EV02 la supercar da corsa firmata Lamborghini») che, nella seconda parte, è copiato in larga misura dal sito della casa automobilistica di Sant’Agata Bolognese. Invece in due capoversi della prima parte attinge parola per parola da un servizio uscito quattro giorni prima sulla Gazzetta dello Sport. Vroom!

 

 

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….