2024pulci1712

CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI - TITOLO A TUTTA PAGINA SU “DOMANI”: “LA SINISTRA ORA ‘PRETENDA TASSE AI RICCHI’”. ESSENDO POSTO A CORREDO DI UN ARTICOLO DELL’ECONOMISTA FRANCESCO SARACENO, PARE FUORI DI DUBBIO CHE A “DOMANI” PARLINO ARABO. (TUTT’AL PIÙ SI POSSONO “PRETENDERE TASSE DAI RICCHI”, NON “AI”) – IL “GIORNALISTESE” DI LUCIA ANNUNZIATA E LE CONCORDANZE “ROCK” DI ANDREA MONDA

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

(http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)

 

lucia annunziata

Lucia Annunziata, giornalista dalla ragguardevole spocchia, ex presidente della Rai e oggi europarlamentare del Pd, in un editoriale su Domani riferisce: «Una norma vieta di pubblicare testualmente le misure di custodia cautelare personali fino a che non siano concluse le indagini preliminari o fino al termine dell’udienza preliminare.

 

Di fatto un invito a fare coperture senza citare fonti chiare o, se preferite, a non fare copertura del tutto». Posto che né Lo Zingarelli 2025 né il Nuovo Devoto-Oli riportano la locuzione fare copertura, ipotizziamo che essa potrebbe applicarsi ai seguenti ambiti. Militare: proteggere i commilitoni durante un’azione bellica per evitare che vengano colpiti.

 

CARDINALE ROBERT SARAH

Assicurativo: la garanzia offerta da una polizza. Aziendale: sostituire temporaneamente qualcuno o assumere un ruolo per assicurare la continuità di un’attività. Economico: adozione di strategie per coprirsi da rischi finanziari. Ma il «giornalistese» praticato da Annunziata ci dischiude ora più luminosi orizzonti.

 

•••

Sulla Verità, Maurizio Caverzan intervista il cardinale Robert Sarah, prefetto emerito della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, arcivescovo emerito di Conakry (Guinea). Nella prima domanda il giornalista rifila al porporato un colpo da kappaò: «Eminenza, anche quest’anno ci approssimiamo al Santo Natale».

 

domani pretendere ai ricchi

Per Caverzan in America sarebbe un Pulitzer garantito. Ma anche il pio cardinale riesce a metterci del suo, tanto da finire virgolettato in un titolo surreale di prima pagina: «Il cardinale Sarah: “Non esiste il diritto a emigrare”». Ma come? Non fu proprio Gesù Cristo a ordinare: «Andate in tutto il mondo»? Non esisterebbe neppure la Chiesa, se gli apostoli non fossero emigrati e se Pietro non fosse arrivato a Roma.

 

Perché mai una persona nata in un certo luogo del globo non dovrebbe avere il diritto di trasferirsi da un’altra parte? La terra è di tutti, come insegna un romanzo di Ferdinando Camon, conterraneo di Caverzan.

 

•••

bashar al assad in piscina

«Anni di massacri, torture, una guerra civile, un’alleanza con Mosca costata la vita a mezzo milione di persone morte nei raid chimici e non». È un passaggio dell’articolo in cui Marta Serafini ricostruisce sul Corriere della Sera la storia del clan Assad, rimasto al potere in Siria per 50 anni.

 

Ma l’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no, ed è questo il motivo per cui Elio Vittorini intitolò Uomini e no un suo romanzo. Quindi Serafini avrebbe dovuto scrivere «raid chimici e no».

 

•••

cardinale robert sarah

Attaccando, nell’editoriale di prima pagina, Matteo Renzi, che lo fece licenziare dalla direzione di Libero, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, sostiene che l’ex presidente del Consiglio ha reputato «meglio seguire l’esempio di altri premier, tutti rigorosamente di sinistra».

 

Solo che fra i leader divenuti conferenzieri dopo essere decaduti dall’incarico cita Bill Clinton e Barack Obama, che, più che premier, sono stati presidenti degli Stati Uniti. Poi, con un guizzo di acume degno del signore de La Palice, Belpietro osserva che «dall’ex cancelliere tedesco all’ex presidente americano, sono tutti ex». E sorvoliamo sulla concessione finale («Se il fondatore di Italia viva vuole difendere il suoi affari»), perché siamo inclini a condonare i lapsus calami, a meno che non siano irresistibilmente comici.

 

•••

bashar al assad

Iacopo Scaramuzzi, sul Venerdì di Repubblica, c’intrattiene sul prossimo conclave e si cimenta con le statistiche, esercizio notoriamente molto rischioso. Scrive infatti che «erano 48 i Paesi rappresentati nel conclave che elesse Bergoglio nel 2013, oggi sono 73».

 

La frase è maldestra, perché ovviamente nessun conclave potrebbe eleggere un’altra volta nel 2024 il gesuita argentino: bisognava scrivere «nel conclave del 2013 che elesse Bergoglio».

 

Ma soprattutto lo zelante vaticanista ha contato male, visto che i Paesi rappresentati in un conclave alla data odierna sarebbero 72, e non 73. Scaramuzzi dimostra inoltre notevole sprezzo del pericolo: l’attuale Pontefice potrebbe aversene molto a male leggendo che i Paesi rappresentati nel conclave oggi sono 73, quando invece non c’è nessuna successione in vista.

 

BERGOGLIO CON EMMANUEL MACRON

Scaramuzzi ricorre poi alla consueta frase che fu attribuita per primo da una storica firma del Corriere della Sera, Silvio Negro, al cardinale Ercole Consalvi: di fronte a Napoleone, che minacciava di farla finita con la Chiesa cattolica, Consalvi, in una data imprecisata ma certamente nel primo quindicennio del XIX secolo, avrebbe risposto, stando al vaticanista della Repubblica, «sono venti secoli che noi stessi ci proviamo, e non ci siamo riusciti».

 

Qui il conto era molto più semplice, e senz’altro meno pericoloso, perché i secoli erano allora ovviamente 18, come racconta l’impeccabile Negro. Ma la fretta, sommata all’inesperienza, gioca sempre brutti scherzi.

 

•••

andrea monda con papa francesco

Titolo a tutta pagina su Domani: «La sinistra ora pretenda tasse ai ricchi». Essendo posto a corredo di un articolo dell’economista Francesco Saraceno, pare fuori di dubbio che a Domani parlino arabo. (Il verbo transitivo pretendere significa «esigere o reclamare in base a un preciso diritto», quindi tutt’al più si possono «pretendere tasse dai ricchi», non «ai»).

 

•••

Incipit di un articolo di Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano: «È un album potente questo ultimo di Nick Cave, Wild God, ben raccontato nell’articolo qui pubblicato di Massimo Granieri, ed è forte, energico, perché ruota intorno alla gioia, il più potente di tutte le emozioni e i sentimenti umani».

 

nick cave

Premesso che siamo rimasti fermi ai direttori del giornale vaticano che apprezzavano «Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole» (Vangelo di Luca, 24, 19), più che Nick Cave, cantautore australiano, ci complimentiamo con Monda per la concordanza fra «gioia» e «il più potente di tutte le emozioni».

 

Ultimi Dagoreport

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...