grand theft hamlet

DUE REGISTI ANNOIATI DURANTE IL LOCKDOWN HANNO AVUTO UNA FOLLE IDEA: METTERE IN SCENA “AMLETO” ALL’INTERNO DEL MONDO CAOTICO E VIOLENTISSIMO DEL GIOCO “GRAND THEFT AUTO” - IL RISULTATO È UN DOCUMENTARIO CAPOLAVORO, "GRAND THEFT HAMLET", DOVE LA VIOLENZA DEL DRAMMA SHAKESPEARIANO SI MESCOLA CON QUELLA DEL MONDO DI GTA, TRA NICKNAME SCEMI E AVATAR TRAVESTITI DA ALIENI CHE SPARANO A CASACCIO - VIDEO

 

1. SHAKESPEARE INVADE GTA NEL SORPRENDENTE DOCUMENTARIO GRAND THEFT HAMLET

Estratto da www.wired.com

 

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Grand Theft Hamlet è un documentario disponibile su Mubi che esplora cosa accade quando il teatro di Shakespeare si fonde con l'universo di Gta. L’idea nasce nel 2021, in pieno lockdown, quando due attori inglesi, per evadere dalle plumbee atmosfere pandemiche, decidono di immergersi in uno degli open world più iconici della storia dei videogiochi. Da questo esperimento prende vita un incontro inaspettato tra classicismo e cultura pop, tra la parola di Shakespeare e la vertigine digitale di GTA online.

 

[…] Mark Oosterveen e Sam Crane hanno realizzato qualcosa che non si era mai visto prima: mettere in scena uno spettacolo dal vivo dentro un videogioco […]. I due attori trasformano il caos urbano di Los Santos in uno scenario shakespeariano, un palcoscenico virtuale in cui il dramma elisabettiano si rifrange tra luci al neon, il rombo di motori sfreccianti e le sirene della polizia.

 

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Laddove la tragedia di Amleto si svolgeva tra le mura gotiche di Elsinore, qui prende vita tra vicoli pericolosi e skyline metropolitani, in un mondo in cui il destino si gioca non più con il filo della spada ma con il grilletto di una pistola. Essere o non essere? diventa una domanda ancora più viscerale quando posta da un personaggio errante in una Los Santos che si trasforma in una nuova Danimarca corrotta e insidiosa.

 

[….]  Un’opera a suo modo brutale, violenta, un gioco al massacro, proprio come la scritta che appare sullo schermo quando si muore in Gta. Esiste una sorprendente simmetria tra Gta e Shakespeare, un accostamento che finora sembrava impensabile. Un legame tra classico e postmoderno che Baz Luhrmann aveva già esplorato nel 1996 con il suo adattamento pulp di Romeo + Giulietta, dove i versi giambici si intrecciavano con rap, tossicodipendenza e malavita.

 

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La sua scelta di ambientare la tragedia dei due amanti a Verona Beach, una città immaginaria della California fatta di pistole, luci al neon, spiagge, feste, tatuaggi e scontri tra bande, sembra quasi anticipare l’esperimento di Grand Theft Hamlet. Ma mentre il film di Luhrmann restava ancorato alla sua estetica pop patinata, il documentario di Sam Crane e Pinny Grylls si muove in un territorio più fluido e inclassificabile.

 

[…]  Grand Theft Hamlet è un'opera che vive sul crinale tra performance art, documentario e videogioco. In questo spazio virtuale, l'imprevisto diventa parte integrante della narrazione, la recitazione si mescola al gameplay e il teatro trova una nuova dimensione, una nuova forma, sperimentale, solida, autentica. Il risultato è un’esperienza ipnotica, surreale, che dimostra come Shakespeare possa risuonare, ed essere risemantizzato, anche nel cuore di un mondo digitale dominato dal disordine e dalla violenza.

 

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2. GRAND THEFT HAMLET

Estratto dell’articolo di Gianmaria Tammaro per https://www.finalround.it/

 

[…]  Grand Theft Hamlet […] è una lunga, lunghissima sessione di GTA RP (roleplay, ndr). È stato girato durante la pandemia. I protagonisti sono due attori e una filmmaker che decidono, proprio per riempire il vuoto lasciato dal lockdown, di mettere in scena una produzione dell’Amleto di Shakespeare su GTA online.

 

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E quindi organizzano provini, fanno uno spot, parlano addirittura di quelli che sono i limiti e i punti di forza del gioco. E fanno tutto senza mai uscire dalla dimensione digitale di GTA […] Se in un primo momento sembra tutto paradossale, perché è impossibile persino riuscire a finire un discorso senza essere convolti in una sparatoria o inseguiti dalla polizia, alla fine Grand Theft Hamlet si trasforma in una riflessione incredibile sul senso stesso di condivisione e di arte.

 

[…] Sulla carta, non è niente di così rivoluzionario. Di fatto, si tratta dell’ennesima replica di uno dei grandi classici del teatro. Ma il fatto che sia ambientato interamente su GTA cambia tanto il punto di vista di chi racconta quanto quello di chi, poi, guarda.

 

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I tempi comici vengono dettati più dal situazionismo straordinario e del tutto imprevedibile delle singole sessioni di gioco che dal montaggio o dalla regia (firmata da Pinny Grylls e Sam Crane).

 

[…]   La struttura del racconto di Grand Theft Hamlet prova a seguire una linearità precisa, dividendo il film in due parti distinte: la decisione di fare Amleto e la sua preparazione, e l’effettiva messa in scena dello spettacolo. In mezzo, c’è qualunque cosa – e questo è un aspetto che non va solo sottolineato ma addirittura apprezzato.

 

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Perché chi decide di partecipare a questa versione dell’Amleto continua a vivere la propria vita, a fare le sue esperienze, a soffrire per la solitudine e per l’isolamento in cui è costretto. E così può condividere – rieccoci – con il pubblico considerazioni e pensieri ad alta voce, che hanno poco o addirittura niente a che fare con Amleto e Shakespeare. 

 

I momenti più belli, probabilmente, sono proprio quelli che approfittano delle pause tra una prova e l’altra e che si affidano completamente all’estemporaneità delle interazioni tra le persone, che arrivano, raccontano la loro storia, quello che stanno facendo e che poi vanno via.

 

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 Grand Theft Hamlet rappresenta quasi un punto di incontro all’interno dell’industria dell’intrattenimento: un modo intelligente, e per niente banale, di mettere in contatto due linguaggi apparentemente simili ma in realtà estremamente diversi che riescono a valorizzare, ognuno a modo proprio, l’esperienza dello spettatore e del videogiocatore.

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