1. RE GIORGIO E’ FELICE: OGGI HA SCOPERTO CHE I GIORNALONI SONO PIU’ VECCHI DI LUI 2. PER PURA CORTIGIANERIA, LE PRIME PAGINE DEI MAGGIORI QUOTIDIANI DI CARTA SONO DEDICATE A UNA “NOTIZIA” DI DUE GIORNI FA, GIÀ AMPIAMENTE MACINATA E FRULLATA, OLTRE CHE DALLA TV STESSA, DA RADIO E SITI. POI SI CHIEDONO COME POTRANNO SOPRAVVIVERE NELL’ERA DIGITALE. NON CERTO RIMASTICANDO POLTIGLIA DI PALAZZO PER 48 ORE 3. IL PRINCIPINO MATTEO ALLE GRANDI MANOVRE. E PER NON FARSI LOGORARE IL PIACIONEDI FIRENZE CORTEGGIA GRILLOMAO: “CARO BEPPE, INSIEME FAREMMO GRANDI COSE’ 4. CHI HA VERAMENTE FATTO IL BOTTO A CAPODANNO È MARPIONNE, CHE SI PORTA A CASA LA CHRYSLER SENZA DOVER CHIEDERE AGLI AGNELLI-ELKANN ALCUN AUMENTO DI CAPITALE

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. RE GIORGIO E I SUOI GIORNALI (PIU' VECCHI DI LUI)
Re Giorgio è molto popolare, il più amato degli italiani. Lo dicono le lettere personali dei sudditi in difficoltà economiche che Bella Napoli ha sventolato la sera di San Silvestro nel discorso a reti unificate (l'avessero fatto il Cavalier Banana o Amico Putin sai che ironie). Lo sanciscono i "trionfali" dati Auditel: "il messaggio ha interessato 9 milioni 981mila telespettatori, contro i 9 milioni 702 del 2012, con un incremento del 2,8 per cento" (Messaggero, p. 2).

E pazienza se il bizzarro sistema di misurazione della sedicente audience ci impedisce di confrontare questi dati con altri numeri - non meno strategici e sensibili - relativi all'accensione di forni, impianti stereo e phon. Non sia mai che a qualche augusto commentatore dei giornaloni venga in mente che a quell'ora "milioni di italiane e di italiani", per dirla con il presidente, in realtà sciabattavano per casa con i capelli bagnati, il telefonino smessaggiante tra le mani e un occhio al forno, più che al televisore rimasto acceso in salotto.

E invece oggi, per pura cortigianeria, le prime pagine dei maggiori quotidiani di carta sono dedicate a una "notizia" di due giorni fa, già ampiamente macinata e frullata, oltre che dalla tv stessa, da radio e siti internet. Poi si chiedono come potranno sopravvivere nell'era digitale. Non certo rimasticando poltiglia di Palazzo per quarantott'ore.

2. LA BAVA SEPERATA DALLE NOTIZIE
Visto che siamo già in tema, rapido compendio di omaggi a Bella Napoli per la sua agile prolusione capodannesca. Per chi rientrasse stamani da due giorni di black-out totale, ricordiamo che Re Giorgio ne ha elegantemente approfittato per attaccare i suoi detrattori e per garantire alla Signora Clio, non inquadrata dalle telecamere ma presente sulla porta con un matterello, che appena può si dimette.

Il Corazziere della Sera informa che "Napolitano ha incalzato i partiti raccontando le storie dei cittadini", ma soprattutto apparecchia un coraggioso retroscena dal quale traspare la profonda generosità di Sua Maestà: "Sa bene, il presidente, che serve coraggio. Lo stesso che lui stesso ebbe accettando a suo tempo il secondo mandato, nonostante con una lettera abbia tentato di evitarlo". E via con la "rivelazione" di una lettera riservata spedita il 15 aprile scorso a Bersani, Monti e Alfano, nella quale Re Giorgio sosteneva che la sua rielezione sarebbe stata "una soluzione di comodo, una non soluzione" (p. 6).

La Stampa dei Lingotti in fuga sostiene che "Napolitano scuote i politici: più coraggio per cambiare il Paese" (p. 1). Scuotimento o non scuotimento, l'importante è far passare sempre il messaggio che Bella Napoli non è un politico. Commosso il Messaggero: "Daniela, Franco, Vincenzo...ecco l'Italia che scrive al Colle" (p. 3). Con punte di lirismo come "Veronica: ‘Il mio sogno? Farmi una famiglia". E una rivelazione davvero succosa: "I singoli casi vengono investigati per capire se sono reali e come aiutarli. Molti finiscono sul tavolo del presidente".

Repubblica porta acqua al mulino degli elogi con una fondamentale intervistona a Piero Grasso della quale si parlerà per giorni e giorni nei bar e ai banchi del mercato: "Subito risposte concrete agli italiani o il Palazzo non avrà futuro, sarà travolto. E' finito il tempo delle parole" (p. 7). Appunto. Rosica il Giornale: "Voce roca e occhi fissi. Più che un discorso è un'orazione funebre. Seduto a un tavolinetto, il presidente sceglie un tono dimesso. Quando sembra rianimarsi, ci si aspetta il colpo di scena delle dimissioni che invece non arriva" (p. 2).

3. IL PRINCIPINO MATTEO ALLE GRANDI MANOVRE (PER NON FARSI LOGORARE)
E intanto mica sta a guardare, l'agile Renzie. Retroscena di Repubblica: "Letta e l'incontro con Matteo. ‘Non mi schiacciare su Alfano'. E il segretario sfida Grillo. Pronta la proposta del sindaco sulla riforma elettorale. Il faccia a faccia potrebbe avvenire in Toscana, prima della ripresa del 7 gennaio. La prossima settimana il ‘tavolo di maggioranza' per il nuovo patto di governo" (p. 9).

Va più al sodo la Stampa: "Tre settimane di trattative e poi l''esame' di Bruxelles. Dal 7 gennaio i contatti con Renzi e Alfano, ma rispunta l'incognita-debito" (p. 5). Il Rottam'attore sceglie poi le colonne del Cetriolo Quotidiano per fare il piacione con Grillomao: " Caro Beppe, insieme faremmo grandi cose'. Il leader del Pd Matteo Renzi propone al Movimento Cinque Stelle un patto per un obiettivo concreto: trasformare il Senato in una Camera degli enti locali per risparmiare un miliardo. E a Letta: ‘Possiamo sfondare il 3 per cento del deficit" (pp. 2-3).

4. L'AUDACE COLPO DEL GRANDE MARPIONNE
Chi ha veramente fatto il botto a Capodanno è Sergio Marpionne, che dopo cinque anni si porta a casa la Chrysler senza dover chiedere agli Agnelli-Elkann alcun aumento di capitale. Ha giocato una mano di poker di quelle serie e alla fine Veba ha deciso di uscire con un piatto molto meno ricco di quanto pensasse.

I giornaloni italiani sono ovviamente in brodo di giuggiole. Lasciando perdere quelli direttamente controllati dal Lingotto in fuga, come Stampa e Corriere, ecco Repubblica in festa: "Tutta la Chrysler nelle mani Fiat", titola a tutta prima. Ma dentro, qua e là, affiorano i primi dubbi: "Conquistata l'America, restano i debiti. Sergio di fronte alla sfida decisiva. L'assetto del Lingotto dovrà passare l'esame delle agenzie di rating che hanno degradato il titolo a spazzatura" (p. 3).

Tra le righe si riconosce che adesso si porrà il problema anche del quartier generale - difficile resti a Torino - e della quotazione in Borsa (tutto a Wall Street?), ma comunque prevalgono i peana e le rassicurazioni. Come questa: "Così può ripartire l'Alfa Romeo. Dagli Usa i soldi per rilanciare Cassino" (Repubblica, p. 4).

Tappi che saltano anche sul Messaggero, con Giuseppe Berta che saluta "il colpo di Capodanno che cambia il futuro" (p. 7). Il Giornale invece relega la notizia nelle pagine economiche, facendo notare che "Fiat completa la scalata alla società americana" (p. 20).

5. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Come al solito, l'anno nuovo inizia con rincari che tutti negano di aver autorizzato: "Pioggia di rincari a Capodanno. Sulle autostrade punte dell'8%. In rialzo bollette e carburanti. Le famiglie rischiano una batosta da 1.400 euro. Molti aumenti sono dovuti a mini-norme degli ultimi decreti ma pesa anche l'aumento dell'Iva" (Stampa, p. 7).

6. NON SONO STATO, IO/1
L'ammuina sui contratti d'affitto di Montecitorio si arricchisce di nuove, penose, puntate. Per il Corriere, si è di nuovo scherzato: "Tempi dimezzati per il recesso, la nuova beffa degli affitti d'oro. Lo Stato avrà solo sei mesi per annullare i contratti. L'accusa dei grillini: di fatto sarà impossibile azzerare gli accordi" (p. 51).

7. NON SONO STATO, IO/2
Il Re Giorgio che sventola in tv le letterine degli italiani si indignerà sicuramente anche per questa vergogna, figlia del governo del Rigor Montis: "Ecco i veri numeri sul caso esodati. Solo uno su tre ha ricevuto l'assegno. Su 130 mila stimati, accolte 80 mila domande. Finora erogate 27 mila pensioni. L'Inps: pagamento dovuto dopo la mobilità. Sono cinque gli interventi di "salvaguardia" negli ultimi due anni. Spesa totale prevista: 11,5 miliardi" (Corriere, p. 53).

8. E I REATI LI SCEGLIEREMO CON IL TELEVOTO
"Pene severe e risarcimento più rapidi. ‘Nasce il reato di omicidio stradale'. L'annuncio di Cancellieri: disegno di legge o decreto entro gennaio. L'altro ieri notte altre due vittime: mamma e figlia travolte da un pirata sulla Salerno-Reggio" (Corriere, p. 25). L'"omicidio stradale" sarà solo il primo di una lunga serie di nuovi reati, a seconda della cosiddetta "emergenza" del momento.

Previsto anche l'omicidio sciistico per chi causa valanghe in fuori pista, l'omicidio nautico per chi decapita nuotatori sfrecciando con la moto d'acqua e perfino il "nanicidio" nel caso - speriamo di no - si appalesassero serial killer di persone diversamente alte. Il sospetto che nel codice penale ci sia già tutto (semmai, anche troppo) naturalmente non sfiora nessuno.

Ci sono già gli omicidi preterintenzionali e decine di aggravanti, comprese quelle per motivi abbietti o futili. E la considerazione che le condanne (faticosamente) comminate andrebbero semplicemente fatte scontare non sfiora i nostri politici a caccia di consensi facili.

 

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