QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO TRA ECO E “REPUBBLICA”: DOPO L’ANTEPRIMA DEL LIBRO A “SETTE”-CORRIERE DELLA SERA, ORA UN’INTERVISTONA SU “LA STAMPA” PER IL LANCIO DELL’ENCICLOPEDIA DIGITALE

Paolo Mastrolilli per "La Stampa"

«Stiamo usando male le nostre risorse». Si riferisce all'istruzione e alla ricerca, Umberto Eco, quando lancia questo monito. E poi ricorda la battuta dell'allora ministro Tremonti, mentre tagliava il bilancio nel governo Berlusconi: «Qualcuno è andato a dire che con la cultura non si mangia, quando ci sono Paesi come la Francia che invece ci mangiano tantissimo».

Eco ha appena pubblicato in Italia la Storia delle terre e dei luoghi leggendari (Bompiani), ma a New York è venuto per tenere una lectio magistralis all'Onu intitolata «Against the loss of memory», contro la perdita della memoria, e presentare EncycloMedia, la nuova enciclopedia digitale realizzata in collaborazione con la EM Publishers di Corrado Passera e con Danco Singer. Lo incontriamo dopo un evento organizzato alla missione italiana dall'ambasciatore Sebastiano Cardi.

Cosa c'è di male se uno cerca su Internet quando Nixon è stato presidente degli Stati Uniti?
«Niente, di per sé. Ho sempre detto che una persona colta non è quella che sa la data di nascita di Napoleone, ma quella che sa trovarla in cinque minuti. Però non si può partire dal nulla: quando uno non ha nemmeno idea se Nixon è venuto prima o dopo Kennedy, qualcosa non funziona».

Stiamo perdendo la memoria in generale, o la memoria di qualità, a causa dell'abbondanza di informazioni presenti nella rete?
«Tutt'e due. Spesso arrivano questi test in cui scopriamo che gli studenti universitari non sanno nemmeno chi era De Gasperi».

Che problemi genera, questa perdita della memoria?
«Facciamo un paio di esempi pratici: se Hitler avesse letto Guerra e pace, avrebbe capito che invadere la Russia non era una buona idea. Se Bush avesse letto i libri di storia sulle invasioni occidentali dell'Afghanistan, avrebbe fatto scelte diverse».

Le polemiche scoppiate per il funerale di Priebke sono un esempio dei danni provocati dalla perdita della memoria?
«Sono un problema di ordine pubblico. Non credo che la memoria dei suoi atti sia andata perduta».

Quindi EncycloMedia offre informazioni vaste come quelle di Internet, tipo Wikipedia, però filtrate e garantite.
«Questo è un punto, certo. Il problema di Internet è la vastità e l'incertezza delle fonti. Nello stesso tempo, però, EncycloMedia permette di fare collegamenti che la rete non consente. Uno su Internet trova Beethoven, però non sa se componendo l'Eroica aveva in mente Napoleone. Con noi può scoprirlo».

Il mondo è dominato da «Big Data», le informazioni su tutto e su tutti, usate anche dalla politica. È una minaccia per la privacy?
«Della privacy non me ne frega più niente. Un marito deve uscire di casa dicendo che sta andando a trovare l'amante, così tutto è pubblico e tutto ridiventa privato, perché nessuno gli crede. Io sono un utente di Internet, ma sono un privilegiato, perché ho un'educazione che mi consente di filtrare.

La televisione è stata un bene per i poveri, perché ha insegnato loro l'italiano, e un male per i ricchi, che invece di andare all'opera sono stati costretti a guardare i suoi programmi. Internet è il contrario: un bene per i ricchi, che sanno come usarlo, e un male per i poveri, naturalmente non i poveri in senso economico, che non sanno distinguere».

Ma «Big Data» non le fa paura?
«Non è un problema culturale, ma politico. Cosa vuol dire vivere in una società dove tutti sanno che alle 18,30 ho preso l'autostrada per Varese? La mia impressione è che raccogliendo tutti questi dati, alla fine non interesseranno più a nessuno».

L'informazione oggi viaggia anche sui social media, ma scrittori come Jonathan Franzen dicono che sono dannosi. Lei cosa ne pensa?
«Non sono su Facebook, non sono Linkedin, non sono su nulla. La cosa non mi interessa, non mi lascio distrarre».

Lei è venuto all'Onu in un momento di grande incertezza: sembra che nessuno governi più il mondo. Questo disorientamento nasce anche dall'eccesso di informazione, spesso sbagliata?
«Un principio di anarchia c'è, ma non mi sento di dare una risposta».

L'Italia sembra più smarrita degli altri, o comunque più arretrata.
«Il problema culturale tecnico è che siamo meno cablati di tanti altri Paesi. Pensavamo di stare meglio della Francia, che invece è cablatissima. Questo piano piano ci porrà in una situazione di svantaggio, di disagio, e quindi bisognerebbe pensarci. Ma fa parte del problema generale dell'educazione e della ricerca».

È un ritardo che ci penalizza sul piano globale?
«In questo momento sì. Certamente c'è un gap nell'educazione, quando non si finanzia abbastanza la ricerca. Qualcuno è andato a dire che con la cultura non si mangia, mentre Paesi come la Francia ci mangiano tantissimo. Stiamo usando male le nostre risorse».

Il ritardo nell'istruzione e nella ricerca è l'emergenza principale per l'Italia?
«È una delle tante. Ne abbiamo diecimila, dalle tasse alla disoccupazione».

Qualche tempo fa lei si era definito un «ottimista tragico». È ancora così, o sta prevalendo il pessimismo?
«Sto cercando ancora di essere un ottimista, tragico».

Quindi ce la caveremo, nonostante i ritardi dell'Italia?
«Forse sì. E se non ve la cavate, io non ci sarò più».

 

 

eco29 umberto eco linda jorgensoneco83 umberto eco renate ecoeco11 umberto eco furio colomboeco76 umberto stefano ecoUmberto EcoCorrado Passera Ezio Mauro COPERTINA DI _SETTE_ DEDICATA AL LIBRO DI UMBERTO ECO

Ultimi Dagoreport

marina paolo berlusconi antonio tajani ursula von der leyen antonio angelucci

DAGOREPORT – SULLA POLITICA ESTERA, IL GOVERNO MELONI ARRANCA, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA BERLUSCONI: ALL’EUROPEISTA MARINA SI CONTRAPPONE IL TRUMPIANO ZIO PAOLO (TRA I DUE C’È STATO UN BOTTA E RISPOSTA TELEFONICO CON CAZZIATONE DELLA NIPOTINA) – TAJANI SOFFRE PER LA PROPRIA IRRILEVANZA DOVUTA ALLE SBANDATE ANTI-UE DI SALVINI – RICICCIA IL MES E SI APRE UNA NUOVA CREPA TRA FORZA ITALIA E LEGA – L’ASSALTO DI “LIBERO” E “TEMPO” A URSULA VON DER LEYEN (IL MELONIZZATO ANGELUCCI È TORNATO SALVINIANO?)

andrea delmastro emanuele pozzolo

FRATELLI D'ITALIA HA ESPULSO EMANUELE POZZOLO! - IL PARLAMENTARE GIÀ SOSPESO DAL PARTITO, IMPUTATO PER PORTO ABUSIVO DI ARMI PER LA SPARO DEL CAPODANNO 2024, HA RACCONTATO A "REPORT" LA SUA VERITA’ SULLA VICENDA (PER POI FARE DIETROFRONT: "MAI DATO INTERVISTE, MI HANNO REGISTRATO") - POZZOLO HA CONTRADDETTO LE VERSIONI DEGLI ALTRI PARTECIPANTI ALLA FESTA, SOSTENENDO CHE DELMASTRO ERA PRESENTE AL MOMENTO DELLO SPARO - DONZELLI, CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA, AVEVA CONVOCATO IL DIRETTIVO DEL PARTITO CHE HA DECRETATO ALL'UNANIMITÀ L’ESPULSIONE DI POZZOLO...

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…