limonov -2

SPREMUTA DI LIMONOV: "SPERO CHE SALVINI AVVICINI L’ITALIA ALLA RUSSIA" - LO SCRITTORE, IN TOUR IN ITALIA, DIFENDE PUTIN E ATTACCA GLI USA: "MI AUGURO CHE I MESSICANI ABBATTANO IL MURO E SPAZZINO VIA PER SEMPRE IL LORO POTERE" – POI PARLA DI CARRÈRE (‘MI SONO FERMATO A PAGINA 37 DEL SUO LIBRO’), DEL CASO POLITKOVSKAYA E DEGLI HOOLIGAN RUSSI: “ALCUNI SONO NELLA MIA SCORTA”

Eduard Limonov

Alessandro Da Rold per la Verità

 

A un certo punto, dopo il secondo caffè con metà bustina di zucchero di canna, Eduard Limonov, scrittore, poeta, politico, ex maggiordomo, uomo dalle cento vite nonché fondatore del Partito nazionalbolscevico in Russia, prende in mano una cartina dell' Europa dove sono indicati tutti i focolai di ribellione, dove le minoranze rivendicano la loro autonomia, dalla Corsica ai Paesi Baschi, dalla Lombardia fino al Nord Est dell' Ucraina. Lì c' è la sua Kharhov, dove è cresciuto da piccolo. «È una città russa con un milione e mezzo di abitanti, che arriva a 22 milioni se si calcolano i sobborghi.

 

limonov cover

Si trova a 26 chilometri dal confine. Non ho mai perdonato al governo russo di aver lasciato soffocare l' insurrezione di Kharkov. Non l' ha sostenuta, da piccoli ci costringevano a imparare l' ucraino, la storia e la lingua. Ma noi siamo russi».

 

Da due giorni Limonov è in terra lombarda, leghista, quella delle origini della Lega Nord di Umberto Bossi, ora diventata la nuova Lega di Matteo Salvini, in queste ore impegnato nella formazione del governo con il Movimento 5 stelle.

 

limonov

«Spero che Salvini contribuisca a staccare l' Italia e l' Europa dalla dipendenza nei confronti degli Stati Uniti» spiega alla Verità (che lui, ridendo, chiama Pravda). «Ma soprattutto spero che cambi i rapporti con la Russia, siamo un paese di 118 milioni di abitanti, siamo il più popoloso Stato europeo». Domenica sera ha tenuto una conferenza stampa e si è fermato a cenare al Ra Ca' dur Barlich, punto di riferimento per l' associazione Terra Insubre che ha a cuore l' Insubria e la Padania. Qui Limonov ha bevuto vino rosso, mangiato spezzatino con i funghi e ha sparato contro gli Usa («Spero che i messicani abbattano il muro e spazzino via per sempre il loro potere»), poi ha ricordato gli anni in carcere («Può darsi che io sia pazzo, ma mi è piaciuto stare in carcere. L' ho vissuto come un monastero. Sono diventato più saggio. È il luogo in cui l' uomo si incontra col caos ultraterreno»).

limonov

 

Infine ha parlato anche del suo periodo in Italia («Sono passato di qui qualche mese prima di partire per gli Stati Uniti negli anni Settanta, c' erano un sacco di manifestazioni, un clima bellissimo»).

Accompagnato dall' editore Sandro Teti, sta presentando la sua biografia da poco uscita in Italia, Zona Industriale (Sandro Teti Editore). Di quello che ha scritto Emmanuel Carrère su di lui gli importa poco («Mi sono fermato a pagina 37 del libro»), più che altro tiene alla sua, di opera. E Teti - che ha pubblicato in Italia anche Russofobia di Guy Mettan - tra una battuta e l' altra ci spiega che portarlo da noi non è stato semplice. «Aveva paura di uscire dalla Russia, perché il tribunale dell' Aja lo arrestasse per aver partecipato in passato a tante guerre». Ma, alla fine, nonostante quel video durante la guerra in Jugoslavia dove viene immortalato mentre spara su Sarajevo al fianco di Radovan Karadzic, c' è riuscito.

 

eduard limonov (2)

Quindi, Limonov, secondo lei perché in Italia c' è così grande attenzione al suo personaggio?

«Devo ammettere che non mi sarei aspettato un' accoglienza di questo livello. Certo ho pensato che comunque avrei suscitato grande interesse».

 

Perché?

«Perché in Italia a persone come me non viene data la parola, qui vengono invitati soprattutto liberisti e liberali, mentre io mi considero un imperialista».

 

Vorrebbe anche lei come sostiene il filosofo Alain de Benoist, che l' Europa diventasse un impero?

«Conosco bene de Benoist, sono stato a casa sua spesso.

Faceva parte del giornale L' Idiot International, con Michel Houellebecq. Era nel consiglio di redazione e come altri, c' erano molti giovani scrittori che adesso hanno avuto grande successo».

 

Avete le stesse idee sull' Europa?

Eduard Limonov

«Lui ha le sue idee sulla politica europea, sono giuste, ma spesso le sue idee non costituiscono lo stato dei fatti, la realtà».

 

In che senso?

«Lui per esempio mi vuole sempre convincere che l' alleanza tra Russia e Germania è naturale. E io gli rispondo sempre che in entrambe le guerre mondiali ci siamo scontrati. Ma lui mi risponde che in entrambi i casi è stata colpa della Gran Bretagna».

 

Ora con la Brexit forse sarà più semplice.

«Dopo la Brexit era molto contento, perché le sue idee hanno ritrovato vigore. Ma lo dico chiaro e tondo: la Russia non ha né le forze né i mezzi né il desiderio di soggiogare l' Europa. Addirittura ci sono forze nel nostro Paese che non vogliono più rimanere nel Caucaso, molti dei popoli caucasici sono molto lontani da noi».

 

Eduard Limonov

E a chi dice che la Russia vuole riprendersi i vecchi territori dell' Unione Sovietica cosa risponde?

«Guardi, io le dico questo: la stragrande maggioranza dei russi si disinteressa di Lettoni, Estonia, Polonia. A noi non interessa. Il popolo russo non ha alcun interesse ad aggredire queste regioni. Sono menzogne create ad arte per screditare. Noi, come partito, vorremmo che la popolazione russa del Kazakhstan del Nord e dell' Ucraina potessero ricongiungersi alla madre patria, ma noi non abbiamo mira sull' Ucraina».

 

Gli ultras russi, i cosiddetti hooligan, sono però i più temuti in Europa.

«Quella del tifo russo è una forma di autoidentificazione a livello popolare, di autoaffermazione. Loro vogliono far vedere che noi siamo i più forti, si sono fatti vedere durante il campionato europeo di calcio in Francia. Rispettano i tifosi polacchi perché si picchiano a mani nude».

 

Ne conosce molti?

limonov e carrere

«Nel nostro partito ci sono molti ultras come anche nella mia scorta personale. A Kharkov c' è una squadra, i Metalist, ma si sono purtroppo schierati con l' Ucraina. Poi ci sono i Gladiatori dello Spartak Mosca. Un giorno li hanno pagati per attaccare i nostri militanti. Poi si sono scusati, perché non sapevano neppure chi fossimo. Sono molto disomogenei al loro interno e non hanno un partito di riferimento, anche perché su di loro c' è una forte pressione da parte della polizia e dei servizi di sicurezza. Il nostro governo vuole avere il controllo su tutto».

 

Anche sulla libertà di stampa il governo vuole il controllo totale?

«Noi abbiamo la libertà di stampa (lo dice due volte e quasi si arrabbia - ndr). Abbiamo numerosi media di diverso orientamento che appartengono a diversi gruppi politici.

Guardi, sarò chiaro: la maggior parte dei media russi sono molto liberali».

 

Eppure sono tanti i giornalisti morti in Russia in questi anni, sin dai tempi di Anna Politkovskaya. È una lista lunghissima.

sandro teti roberto d agostino eduard limonov e olga mazzina

«Questo può capitare, ma sono diminuiti molto. Io so solo una cosa: il governo sta facendo di tutto per evitare omicidi di giornalisti. Il caso della Politkoskovia è stato un boomerang per Putin, perché ne ha danneggiato l' immagine. Io lo so, lei è stata fatta fuori da gente del Caucaso, dai ceceni».

 

E tutti gli altri?

«Spesso succede anche per semplici motivi personali».

 

Lei negli anni '90 lanciò il giornale Limonka, veniva molto letto dai giovani russi. Ora cosa pensa delle nuove generazioni?

«Sono cambiate tante cose, la stampa cartacea non suscita più l' interesse di una volta.

Eduard Limonov

 

C' è stata una grande rivoluzione tecnologica anche nel nostro Paese. C' è stato un cambio generazionale. E il nostro partito, purtroppo, non ha più le risorse di una volta. Del resto, il mio è stato vietato nel 2007 prima ancora che mettessero al bando le organizzazioni islamiche e terroristiche»

 

eduard limonov (1)

All' epoca l' impatto fu diverso.

«C' era un fortissimo movimento punk. Si iscrissero decine di migliaia di persone al nostro partito. C' era pure Igor Letov un idolo per i giovani che ora purtroppo è morto».

 

Le nuove tecnologie però vengono ostacolate dal governo, poche settimane fa in molti sono scesi in piazza per protestare contro la chiusura di Telegram.

«Non credo che la gente scesa in piazza possa far nascere un nuovo movimento politico.

Pavel Durov, il proprietario di Telegram, è un miliardario e quindi penso che nessuno si strapperà le vesti per lui».

Lei sostiene da tempo che Putin sia controllato dagli oligarchi.

«No, io dico che Putin è controllato da un gruppo di persone. È una parte del potere che ha un rapporto di interdipendenza dal presidente. Quello che voglio dire è che Putin non può prendere decisioni perché è costretto a consultarsi con altri».

 

Secondo lei esiste un successore di Putin?

Eduard Limonov

«Non ci sono buoni eredi, Medvedev gli è molto fedele ma non credo basti. Ci sono altri gruppi che si stanno muovendo per prendere il potere».

 

Per esempio?

«Penso all' Alfa group di Mikhail Maratovich Fridman o il banchiere Alexandere Lebedev. Hanno patrimoni immensi di miliardi di dollari.Loro hanno finanziato Alexei Navalny, il principale oppositore di Putin. In realtà Navalny fa parte del sistema, non si spiegherebbe sennò perché passa solo una notte in carcere dove in casi analoghi bisogna farsi almeno tre anni di galera».

 

La Russia è destinata a diventare capitalista, possiamo dire che il nazionalbolscevismo ha perso?

Limonov ed Elena Bulova

«È vero. Abbiamo perso tutti. Ci troviamo in difficoltà.Dopo l' unificazione della Crimea alla Russia il potere ha mutato la sua ideologia e ci ha depotenziati. E anche io ormai sono troppo vecchio».

umberto croppi anna federici franca leosinisandro teti roberto d agostino eduard limonov olga mazzina

 

limonovlimonovlimonovlimonovroberto d agostino eduard limonovemmanuel carrere e limonov limonoveduard limonov con l interprete olga mazzina (1)limonoveduard limonov roberto d agostinointervento di roberto d agostino (1)intervento di roberto d agostino (2)PUTIN SALVINIeduard limonov sandro teti giulietto chiesaeduard limonov con l interprete olga mazzina (3)in fila al firmacopie (2)roberto d agostino eduard limonov sandro teti alessandro politi giulietto chiesalimonovroberto d agostinosandro teti dago eduard limonov e olga mazzina

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...