1- SANTORO AL PUBBLICO PIACE (13% SU LA7) MA HA FATTO CAGARE L’INFORMAZIONE TUTTA 2- “CORRIERE”, ALDO GRASSO: “LA “MACCHINA” È PARSA UN PO’ ARRUGGINITA: MANCAVA MORDENTE ALLA TRASMISSIONE, L’ANDAMENTO ERA LENTO, GLI OSPITI VENIVANO TRATTATI CON OGNI RIGUARDO, SPECIE FINI. PERSINO IL MONOLOGO DI MARCO TRAVAGLIO SULLA SCARSA EFFICACIA DELLA LEGGE ANTI-CORRUZIONE È PARSO DI MANIERA. DA UN’INFINITÀ DI TEMPO NON SENTIVAMO PIÙ LA BATTUTA SU GUSTAVO DANDOLO E GODEVO PRENDENDOLO, VECCHIO CAVALLO DI BATTAGLIA DELL’UMORISMO DEMOCRISTIANO CONTRO I GAY” 3- “REPUBBLICA”, DIPOLLINA: “SPAESAMENTO A “SERVIZIO PUBLICO”. SE L’EVENTO È IL PROGRAMMA E LA STAR È IL CONDUTTORE NON LO POSSONO ESSERE NÉ RENZI NÉ ALTRI” 4- GREGORIO PAOLINI: “UN USATO SICURO COME CELENTANO. FORSE HA VOLUTO RIBADIRE CHI È IL DOMINUS, NELLA ULTIMA EDIZIONE TRAVAGLIO AVEVA ASSUNTO MOLTO SPAZIO”

1- SANTORO, LA DOMANDA È UN PICCOLO COMIZIO
Aldo Grasso per il Corriere della Serra

«Ho incontrato molte volte Berlusconi, ma una in particolare mi è rimasta impressa»: con queste parole, precedute dall'inno di Forza Italia, Michele Santoro ha iniziato la sua avventura su La7 con «Servizio Pubblico» (giovedì, ore 21.10). Il conduttore ha raccontato di un suo incontro con l'ex premier ad Arcore, il tono era: «Parlandone da vivo». La «macchina» di Santoro è parsa un po' arrugginita: mancava mordente alla trasmissione, l'andamento era lento, gli ospiti venivano trattati con ogni riguardo, specie Gianfranco Fini.

Per provare qualche emozione abbiamo dovuto aspettare l'intervento di Rosanna Ferrigno, la ragazza cui la camorra ha ucciso il fidanzato per sbaglio, e quello di Rita Rossa, sindaco di Alessandria, la città di Umberto Eco e Gianni Rivera, il cui bilancio comunale è in totale dissesto, senza più un soldo per pagare gli stipendi. Se per lungo tempo «Servizio pubblico» è parso simile a «Piazza pulita» o a «Ballarò» significa che c'è molto da rivedere, a cominciare dalla domande.

Il difetto principale della trasmissione è che ogni domanda si trasforma in un piccolo comizio, in una «proposizione» come ha sottolineato il ministro Piero Giarda alla petulante Giulia Innocenzi. Per dire, a un certo punto, Luisella Costamagna (reduce da un floppone su Raitre) ha fatto due domande a Matteo Renzi e a Fini: la prima è durata tre minuti, la seconda due minuti e mezzo.

Persino il monologo di Marco Travaglio sulla scarsa efficacia della legge anti-corruzione è parso di maniera. Da un'infinità di tempo non sentivamo più la battuta su Gustavo Dandolo e Godevo Prendendolo, vecchio cavallo di battaglia dell'umorismo democristiano contro i gay. Per modernizzare il programma è stato introdotto il talent «Partito liquido», che consente al pubblico di scegliere il candidato premier votando, di volta in volta, per l'eliminazione di uno dei personaggi in gioco. Fuori Alfano, dentro Maroni. CapiRai!

2- IL RITORNO
Antonio Dipollina per Repubblica

Lo aspettavano quasi tutti (tre milioni, 13% di share, un'enormità per La7). Il conduttore pensava «questa non è casa mia», ma il cammino è tracciato: un giorno ci sarà il rientro definitivo e troverà pace, Michele Santoro, per un Servizio Pubblico che nella prima ha risentito dello spaesamento - se l'evento è il programma e la star è il conduttore non lo possono essere né Renzi né altri.

Per non parlare dell'insistita gag sull'ascolto liquido, la scelta via televoto dei leader (una burla, a ribadire che di leader in quella situazione ce n'è uno solo). Santoro ha citato l'economista Krugman per tutta la sera, il tema spendere o morire è in effetti fondante, finché qualcuno ha detto: «Ma l'Europa non ce lo consente» e tutto si è raffreddato. Ovviamente c'è un gran bisogno di arrivare a puntate vere. Il debutto va in archivio con il Bertazzoni che insegue politici trafficoni di mezza tacca e alla fine implora «Vabbè, ma mi risponda». Una specie di punto di non ritorno per il genere.

3- GREGORIO PAOLINI: «UN USATO SICURO COME CELENTANO»
Boris Sollazzo per Pubblicogiornale.it

Autore e produttore televisivo, Gregorio Paolini è uno che la tv la conosce bene. Da Target a Convenscion ha portato in tv format originali e innovativi quando il piccolo schermo s'era già abituato a importate idee (spesso straordinariamente idiote) dall'estero. Niente di meglio, allora, che parlare con lui di Michele Santoro e del ritorno di Servizio Pubblico, su La7. Paolini, provoco.

Senza Renzi, poteva essere la replica di una puntata di un paio d'anni fa

Cattivo. Di sicuro Santoro è andato sull'usato sicuro rispetto alla prima edizione di Servizio Pubblico . Ha abbandonato il meccanismo del web, della rete, per riavvicinarsi, di fatto, al pubblico Rai. E infatti, se guardiamo il target, è più maturo rispetto al passato (del 13% di share, il 39,1% è di over 65, ndr). E se è pur vero che X Factor ha "rubato "il pubblico più giovane con ascolti record, si tratta pur sempre di 100-200.000 spettatori in ballo. Una scelta, la sua, che peraltro ha pagato sull'immediato. Mi chiedo se sarà così nel medio o nel lungo periodo. Nel frattempo i suoi adepti hanno avuto quello che volevano: il vecchio, solidissimo Santoro che ne sa più di chi intervista.

Come le è sembrato questo ritorno?

Prudente, ha giocato su tutti i suoi punti di forza, ha venduto, o meglio proposto, l'evento: il suo ritorno. È stato un pelino autoreferenziale su Berlusconi, un peccato veniale, ma non potrà farlo a lungo. Se Berlusconi era il passato l'altra sera, figuriamoci oggi con le notizie che sono arrivate sulla sua condanna. Il punto è che Santoro è il più bravo e per questo da lui ti aspetti di più. Per dire, Formigli non ha il suo carisma, ma partendo dalla sua matrice ha cambiato ritmo e ha innovato. Guardando al futuro, l'allievo mi sembra più moderno del maestro.

Santoro è l'ultima diva televisiva?
Fazio e Saviano su La7 escono ridimensionati, lui no. E non credo, né mi auguro, che i suoi ascolti si sgonfieranno. Michele Santoro è come Adriano Celentano, uno dei pochi veri brand della tv italiana, un Mozart. È praticamente inattaccabile. Avrei la tentazione di frenarmi un po', ho già letto tweet risentiti per quello che ho già scritto. La verità è che ci vorrebbe un po' più di sense of humor nella sinistra, televisiva e non. Un po' come il suo pubblico, non è molto autoironica.

E il pubblico santoriano del web e della rete delle tv locali che fino ha fatto?

Mentre il pubblico di Rai 2, a mio parere era rimasto orfano perché faceva fatica a ricollocarsi su Sky, sui canali locali, sul web, questi spettatori si sono spostati su X Factor che ha una grande capacità d'attrazione. Da quando è su Sky è linguisticamente più moderno, legge e porta a sé le punte più avanzate di un pubblico giovane. Bastava guardare twitter, dove c'è il pubblico che fa opinione: c'era più attenzione per il talent musicale di Sky.

Il televoto è un tentativo di fare una Rai2.0 e recuperare anche loro?

Certo, era diretto a chi si aspettava un Santoro più simile all'anno scorso. Quel talent però era farraginoso: chi se ne frega quale politico elimina il pubblico di Santoro? Che notizia è escludere Alfano alla prima puntata? Era un tentativo di rincorrere quel pubblico, così come Giulia Innocenzi che scimmiotta Striscia La notizia. Perché mandare in onda il servizio se Monti non l'hai beccato e non l'hai fatto parlare? Va bene il giornalismo aggressivo nei confronti del potere, in questo paese prima di Santoro non si faceva, ma devi portarmi qualcosa. Altrimenti meglio metterci sotto le risate finte.

Cosa l'ha colpita di più?

Mi ha stupito l'assenza quasi totale di servizi filmati, in un'ottica di risparmio - essendo il produttore di se stesso - forse preferisce sfruttarli in puntate con un parterre più debole. E poi che a deludere più di lui, sono stati i suoi. Restando nella metafora musicale mozartiana c'è più il solista e meno il concerto. Forse ha voluto ribadire chi è il dominus, nella ultima edizione Travaglio aveva assunto molto spazio grazie al suo pubblico molto appassionato, giovane e fidelizzato che pensa che essere di sinistra è fare la lista di cattivi. Ma è un'altra storia.

Potrebbe aver influito qualche pressione de La7 su quest'impostazione?

Lui fa quello che vuole, non scherziamo. Agirà come vorrà quando gli andrà, nessuna rete può dirgli cosa fare. Anzi, ha avuto la massima collaborazione dalla rete, i suoi break mi sono sembrati più leggeri rispetto agli altri programmi, per farlo partire al meglio. Ora cosa dobbiamo aspettarci? Tutta la sua campagna pubblicitaria, molto aggressiva, si fondava sulla gente incazzata. Non è che ne ho vista molta l'altra sera. Prima o poi ci dovrà essere, non può continuare con il babau Berlusconi. Tocca inventarsi qualcosa, e lo farà: lui ha creato metà del cast della Seconda Repubblica, farà lo stesso anche con la Terza.

4- L'ASSALTO AL PALAZZO DEI RAGAZZI DI SANTORO
Maurizio Caverzan per Il Giornale

Cravatte. Per l'occasione del debutto su La7, ospiti lo sfidante Matteo Renzi, il magister elegantiarum Diego Della Valle e il tuttora presidente della Camera Gianfranco Fini, Michele Santoro e Marco Travaglio si sono presentati molto fashion. Il vicedirettore del 'Fatto quotidiano' indossava addirittura un gessato grigio che neanche un concorrente di 'The Apprentice'.

La prima messa in onda stagionale di 'Servizio pubblico' succedeva di poco il videomessaggio del passo indietro di Berlusconi e Santoro ha colto l'occasione per ricordare un antico 'face to face' con il Cav e far intendere che lui invece perdura in prima linea (La7, giovedì, ore 21,15, share del 12,98 per cento).

Con tutte le battaglie sulla libertà di stampa di cui s'è fatto paladino, da Santoro ci si aspettava l'invito a Sallusti. Invece il centro della scena era già occupato da Fini e sia mai... Ugualmente all'inizio Sallusti è stato il convitato di pietra, ricevendo la solidarietà del conduttore e dal presidente della Camera.

Pochi ritocchi allo studio, appena una scrivania, la liturgia santoriana si è snodata come al solito negli ultimi tempi: tante parole e pochi servizi sul campo. Anzi, il campo è limitato ai dintorni del Palazzo del quale vanno all'assalto Luca Bertazzoni con la copertina dedicata agli «Incandidabili» e Giulia Innocenzi a caccia di Monti e di un governo che «mette la faccia sulla legge di facciata» sull'anticorruzione.

Quando è toccato a Travaglio l'argomento era già stato sviscerato, ma affrontandolo in modo leguleio è riuscito a renderlo noioso. Più efficace Luisella Costamagna con analisi-domande a Renzi e Fini. L'altra novità è stata una sorta di reality alla ricerca del leader che non c'è con nomination, televoto e eliminazione. Molto argomentata la prima parte dello slogan dei promo - «Loro rubano» - è rimasta in bianco la seconda - «e tu che fai? - che si supponeva punto di forza del piano santoriano. Studiatissimo invece il trucco per far lievitare l'audience (quasi il doppio di Formigli). Mettere il pepe sulla coda, impaginando a 'mo di appendice l'intervista a Ruby Rubacuori sulle notti di Arcore.

 

 

MICHELE SANTORO AL MARE DA CHI Santoro Fini SANTORO PRENDE I SOLDI E SCAPPA A LA SETTE BY BENNY PER LIBERO PREMIO FREGENE MICHELE SANTORO FOTO SIROLESI Antonio Di Bella direttore di Raitre MIchele Santoro Lucia Annunziata e Carlo Freccero cf f c dc e f aeeee a Santoro VESTITO DA operaioBenigni_SantoroSantoro Dandini A PARLA CON ME santoro santoro celentano GetContent asp jpegSantoro Corona StarsSANTORO AL MARE CON LA MOGLIE DA CORONA STARSsantorola7 -santoro santoro-mentanaSANTORO A SAMARCANDASANTOROMichele Santoro on Simonetta Martone Ansa Michele Santoro con Emilio Fede e Massimo Dalema Ansa

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