SAVIANO DALLA COCA AL FUMETTO: VANITOSO, SOLITARIO E NARCISO

Alessandro Trevisani per "Linkiesta"
http://www.linkiesta.it/contro-saviano

Parla un napoletano così stretto che a volte occorrerebbe una traduzione a piè di pagina. Agli incontri pubblici divora le donne con gli occhi sgranati (che prendono la forma a cuoricino) e pensa: «Maronna quanto bestiame che ce stà». Si bea del suo petto villoso, lo decanta e dice: «Sò proprio n'omm che pall!».

E soprattutto si vanta: della sua "intelliggènza", della sua battaglia contro le mafie, della sua statura di uomo pubblico. È un Saviano "rovesciato", rispetto alla fama e all'immagine televisiva dello scrittore campano, quello di Vito Manolo Roma: il fumettista lo sbeffeggia nelle storielle di Ròbert, apparse a suo tempo nella rivista l'Antitempo e radunate in un volumetto spillato che ha fatto la sua prima apparizione al Salone del Libro di Torino. Il libro non ha distribuzione fisica, si acquista online.

La vanità è il debole di Ròbert, che sogna di ricevere una lettera da Napolitano che gli vuole consegnare un premio al Quirinale, salvo accorgersi che si tratta di una trappola ordita da Culiano Ferrara, in combutta col luciferino Demon Christus, un Andreotti con l'aureola e i cornini da diavolo, per coinvolgerlo nel "colpo di stato culturale". E alla fine dell'albo, a rinfacciare a Saviano la vanità (in un fumetto creato ben prima che Saviano perdesse la causa per diffamazione intentata al giornalista di Liberazione Paolo Persichetti) arriva anche San Gennaro... Ne parliamo con l'autore, illustratore, fumettista e grafico milanese, 30 anni.

Scusi Roma, ma lei che ne pensa di Saviano scrittore?
Tantissime cose. Ha fatto un gran bene a sollevare certe questioni. ma penso anche che abbia fatto ombra alla maggior parte degli attivisti che se ne sono occupati da sempre. E la lotta alla mafia, o al sistema mafioso, secondo me, non la si fa da soli.

E perché Saviano le appare vanitoso?
Non mi appare vanitoso, lo è. Il fatto che lui "combatta" da solo è un chiaro segnale che il palcoscenico è suo e deve rimanere solo suo. Se per caso lui portasse alla luce scritti di giovani o vecchi militanti che ancora lavorano sulla tematica mafiosa, vorrebbe dire che dovrebbe condividere i dolori, ma anche le gioie che ne conseguono. E per gioie mi riferisco a popolarità, visibilità ecc. Forse anche soldi...

Ma non teme di essere etichettato come un invidioso detrattore a priori?
Ovviamente mi è stato detto qualcosa del genere. Niente di più falso. La mia storia su Ròbert è una storia davvero stupida. Ne vado fiero e me ne vergogno nello stesso tempo. Non sarebbe il massimo della vita diventare popolare grazie a un fumetto su Saviano, in mezzo a tanti lavori che faccio come progettista grafico e illustratore. Ad esempio ora sto scrivendo un fumetto su Luciano Bianciardi assieme ad Andrea Coccia. Ròbert è stata solo una piccola parentesi, che mi ha divertito molto...

E come nasce Ròbert?
Circa un anno e mezzo fa. Stavo guardando Saviano in televisione. Parlava con Fabio Fazio e a un certo punto il video andò in buffering. Saviano, però, si girò verso di me (è stato un momento incredibile nel vero senso della parola) e mi disse: "Tu, tu che mi stai guardando, sarai l'unico che si permetterà di toccare l'intoccabile, e cioè io. Fai attenzione però, non la passerai liscia... ".

Reagii spaventandomi a morte, pensando che fosse stata una mia visione, ma ero sveglio! Allora cominciai a pensare: "Questa è bella: disegnare Saviano. Ma no, dai, ha la testa enorme... il monociglio... questi labbroni generosi... è pelato... utilizza solo due espressioni facciali e poi parla troppo lentamente. Che lo disegno a fare?!". Un minuto dopo ho disegnato la faccia che è in copertina del volume. Disegnarlo mi fa ridere da solo. È terapeutico.

Comunque ne parlai al mio amico legatore Angelo Testa, avellinese. Scrivemmo le prime tre puntate insieme e lui mi diede una mano nel correggere il mio dialetto napoletano. Sono per metà brindisino, conosco il dialetto di San Vito dei Normanni e non mi è difficile simulare altri dialetti meridionali...

Perché Ròbert parla in napoletano stretto? Pensa che sia un tipo che si lascia andare a riflettori spenti?
Sul fatto che sia un personaggio costruito non lo so. C'è chi dice lo sia, c'è chi dice di no. A me non interessa. Lo faccio parlare in napoletano perché mi piacciono i dialetti, primo, e poi perché alcune espressioni rendono di più in dialetto che in lingua italiana...

Saviano conosce il suo fumetto?
Gliel'abbiamo twittato. Non so se l'abbia mai visto e credo che non gli piacerebbe. Ma se l'ha visto e non s'è fatto vivo, allora è un vanitoso inguaribile...

 

 

 

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