SCONFITTA PER VICTORINOX: E’ MORTO CARLO III, LO SVIZZERO CHE SUSSURRAVA AI COLTELLI

Giuseppe Bottero per "La Stampa"

L' uomo che ha armato i pacifisti di mezzo mondo se n'è andato sabato scorso a novant'anni. Lo chiamavano Carlo III, come un imperatore. E di un condottiero, oltre al potere, Carl Elsener ha avuto la capacità di creare eserciti pronti a seguirlo ovunque. Ma eserciti inoffensivi, fatti di ragazzini che con un coltellino in mano hanno montato tende da campeggio, stappato bottiglie in spiaggia, sfidato il buio dei boschi dietro casa convinti di essere invincibili.

Il patron della Victorinox, la leggendaria impresa elvetica che produce i coltelli multi-uso, non gestiva più gli affari da tempo, ma alla sede di Ibach, nella Svizzera centrale, lo piangono anche gli operai. «Carl ha dedicato tutta la sua energia all'azienda, ai suoi collaboratori e al leggendario coltello svizzero per più di 70 anni - raccontava ieri il portavoce Hans Schorno annunciandone la scomparsa -. Il coltellino rosso da tasca sul quale campeggia la croce bianca elvetica è il simbolo della qualità e dell'affidabilità svizzera nel mondo».

Più che agli orologi, grazie a Elsener, oggi la bandiera svizzera si associa al piccolo miracolo d'acciaio capace, a piacere, di trasformarsi in stuzzicadenti, forbici, pinzetta, apribottiglie. Tutto in uno, tutto in tasca. La lama ripiegabile era nata pensando all'esercito, che ancora ne acquista più di 50 mila esemplari l'anno, ma la sua fortuna l'hanno fatta le centinaia di migliaia di giovani che l'hanno adottato in vacanza, per le escursioni, semplicemente per sognare pomeriggi più avventurosi.

Padre di undici figli, Carlo III aveva assunto la direzione dell'impresa fondata dal capofamiglia nel 1950, quando i coltellini erano ancora fabbricati a mano. Sotto la sua guida, l'azienda è stata completamente automatizzata e negli anni si è diversificata, producendo orologi, valige, abbigliamento, perfino chiavette Usb. I dipendenti raccontano Elsener come un uomo d'affari lungimirante e con una forte spinta all'innovazione, capace però di non dimenticare mai le parole d'ordine che il nonno ha fatto incidere nei corridoi dell'azienda: rispetto, gratitudine, umiltà.

È soprattutto merito suo, spiega Schorno, se oggi l'impresa - diretta dal primogenito Carl junior - impiega 1.850 dipendenti e realizza un volume d'affari di 410 milioni di franchi svizzeri, più o meno 340 milioni di euro. Capitalismo familiare, ma anche capacità di nutrire i sogni dei ragazzi cresciuti con il «Manuale delle giovani marmotte», il variopinto esercito con sede a Paperopoli.

Il coltellino conosce un'improvvisa popolarità negli Anni Ottanta, quando sugli schermi Fininvest spunta «MacGyver», telefilm in cui un ex agente segreto sciupafemmine riesce ad uscire dalle situazioni più complesse grazie ad un semplice temperino. MacGyver disinnesca bombe e forza portoni blindati, e la generazione cresciuta a tv e merendine ne replica le gesta, pazienza se poi la lama finisce a temperare i colori a pastello.

Tra i tanti insospettabili irriducibili del coltellino, anche il leader russo Medvedev, George Bush senior e il Dalai Lama. «Nel corso degli anni, sono cambiate sia le esigenze dei clienti sia la tecnologia», ammette Carl Elsener Jr., che dal padre oltre a un impero milionario ha ereditato la passione per i dettagli.

Il mito è sopravvissuto anche a Internet, e oggi lo stabilimento della Victorinox sforna ogni giorno 60 mila coltellini da tasca e 60 mila coltelli da cucina, produce un'app per smartphone con torcia, timer, cronometro, bussola, calcolatrice, lente di ingrandimento e specchio.

«Carl è stato il nostro modello e continueremo a portare avanti i suoi valori» dice il portavoce, mentre nel piazzale di Ibach centinaia di sudditi danno l'addio sobrio al loro imperatore.

2. L'OGGETTO CHE SCONFIGGE GLI IMPREVISTI

Marco Belpoliti per "la Stampa"

Il primo è stato «il coltello del soldato» nel 1891. Aveva solo quattro utilità: coltellino, punteruolo, apriscatole, cacciavite. Un inizio all'insegna dell'ambito militare. L'idea non poteva che nascere lì, in Svizzera: miniaturizzare tutto il necessario, lavorare in uno spazio limitato. Karl Elsener, il patriarca, l'Abramo degli utensili, era un coltellato che alla fine dell'Ottocento diventò fornitore dell'esercito svizzero. Subito non gli andò bene, almeno nella prima partita, tanto da rischiare il fallimento. Ma non si dette per vinto. Sviluppando le qualità presenti nell'anima svizzera, si orientò verso il sempre più piccolo. Ci arrivò sei anni dopo, nel 1897, quando registrò il modello che conosciamo ancor oggi.

Era come avere in tasca un esercito di attività: tagliare, segare, aprire, limare, recidere, sezionare, svitare, e altro ancora. La funzionalità è la prima qualità di questa che si può considerare, con il cioccolato e gli orologi a cucù, la terza grande invenzione (o reinvenzione) dei Cantoni.

Il secondo modello, quello del successo, aveva solo due molle e ben sei aggeggi. Nessun coltello dell'epoca era così multifunzionale. Fu allora che prese il nome di Victoria, la madre di Karl. Nel 1921 si aggiunse l'inox: Victorinox, un marchio celeberrimo nel mondo. Chi infatti non ha avuto in tasca il coltellino svizzero, o sperato di averlo? Soldati, scout, esploratori, pescatori, e persino astronauti, possedere quest'oggetto dall'inconfondibile colore rosso, e con la croce bianca sul fianco, era una sicurezza. Nessuna attività imprevista, e per ogni imprevisto il suo attrezzo.

Il suo design è rimasto identico attraverso i decenni, solo qualche aggiustamento nel materiale di cui è fatto: dal rivestimento in legno al materiale sintetico. Il suo spessore è andato aumentando, man mano che si aggiungevano nuovi strumenti: forbice, tenaglia, sega, cacciavite a croce, apri bottiglia, punteruolo. In un mondo in cui tutto è diventato tascabile - dal telefono al computer - la famiglia Elsener ha anticipato tutti con la sua salsiccia piatta e rossa. C'è persino lo stuzzicadenti, la lametta per le unghie, la penna, il temperamatite. Ci si può improvvisare falegnami ed elettricisti, pescatori e disegnatori, sommelier e incisori, fabbri e baristi. A ogni utensile di Victorinox corrisponde uno o più mestieri, e al tempo stesso si può ripercorrere l'intera storia dell'umanità in pochi centimetri: raccolta, caccia, pesca, allevamento, agricoltura, industria. Si possono intercettare le forze primigenie, dal fuoco all'acqua; navigare, trasportare, travasare, raccogliere. Ma anche ferire e uccidere.

Secondo il grande paleontologo francese André LeroiGourhan le tecniche umane si dividerebbero in due grandi categorie: le tecniche di acquisizione e le tecniche di consumo. Alle prime appartengono sia le armi come l'allevamento e l'agricoltura; nelle seconde rientrano invece le tecniche che riguardano l'alimentazione, l'abbigliamento e l'abitazione. Sospetto che non ci sia nessuna di queste tecniche che non si possa, in un modo o in un altro, esercitare con l'uso del minuscolo coltellino svizzero dei signori Elsener. Da 122 anni hanno cambiato ben poco del loro oggetto. Forse solo l'anello non è più lo stesso. Nei secoli fedeli.

 

CARL ELSENER JR CARL ELSENER JR CARL ESLENER CARL ELSENER COLTELLINI SVIZZERI VICTORINOX CARL ELSENER JR CARL ELSENER

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?