NEL POLPETTONE-APOLOGIA DI VELTRONI SU BERLINGUER CI FINISCE, PER CASO ANCHE UNA NOTIZIA: SE MORO NON FOSSE STATO UCCISO ERA PRONTO UN ACCORDO PER FAR ENTRARE MINISTRI COMUNISTI NEL GOVERNO (FORSE PER QUESTO È STATO ELIMINATO)

Fabio Martini per "la Stampa"

Nei primi tre minuti c'è (quasi) tutto il film. Scorrono le facce di tanti ragazzi di oggi, interpellati su chi sia stato Enrico Berlinguer e le risposte sono disarmanti. «Era un commissario!», «così di botta non saprei...», «un politico al soldo dell'...Ursus», «Berlinguer? Un politico francese!», «uno di estrema destra», ,«dovrebbe essere un senatore a vita...».

Nell'incipit del film «Quando c'era Berlinguer» scritto, diretto e girato da Walter Veltroni c'è il preannuncio dell'assunto che si scoprirà nelle due ore successive: certo, viviamo in tempi di memoria cortissima, ma quasi nessuno dei ragazzi sa chi sia stato Berlinguer, anche perché con la sua morte (era il 1984), di fatto morì il Pci e col Pci entrò in crisi un'idea di politica onesta, diversa, la speranza di un comunismo buono.

Tesi opinabile, ma il film dedicato al leader più carismatico della sinistra italiana degli ultimi 50 anni è tante altre cose assieme. Con la voce narrante di Veltroni, il documentario è anzitutto una carrellata di immagini di eventi dimenticati, talvolta memorabili. In una delle prime "Tribune politiche" in bianco e nero, anni Settanta, compare un Berlinguer giovane, che oltre a ripetere più volte «diciamo» (ecco chi è stato l'iniziatore di un intercalare mutuato da D'Alema), si rivela subito portatore di un carisma comunicativo davvero originale, un mix mai più visto, fatto di sobrietà e durezza, riservatezza personale e nettezza delle posizioni. Sintesi davvero efficace, letteraria di Lorenzo Jovanotti: «Un'Italia che non ci sarà più, con quelle ossa piccole...».

C'è Togliatti che parte per i funerali di Stalin e il giovane Enrico lo accompagna alla stazione. Ci sono le immagini impressionanti della macchina di Berlinguer accortocciata in Bulgaria, dopo essere stata investita da un camion, mandato quasi sicuramente con l'intento di uccidere dai compagni di Sofia. E ancora Berlinguer che parla al Pcus nel gelo dei gerontocrati sovietici.

Eccolo nella campagna per il divorzio, con un generoso commento di Veltroni («serra le fila contro Fanfani»), che glissa sui tentativi del leader del Pci di evitare il referendum. Ci sono le immagini di folle enormi alle feste dell'Unità, ma anche quelle angosciosissime, quasi insopportabili dell'ultimo comizio, il 7 giugno 1984 a Padova. Berlinguer perde lucidità, salta qualche parola, si capisce che sta male, la gente applaude, ma lui vuole finire e poco dopo perde conoscenza, per sempre. Chiosa Veltroni: «Finisce il comizio perché per lui la politica era una missione».

Film simpatizzante e nostalgico ma non buonista, nel senso che il regista è controllato: non cerca a tutti i costi la lacrima. Anche se non cerca neppure la riflessione sui tanti passaggi controversi di Berlinguer (la battaglia contro gli euromissili, cara ai sovietici; l'invito ad occupare la Fiat; tutte le elezioni perse dal 1976 in poi; la diversità come valore politico fondante; il referendum sulla scala mobile), sebbene se tra i tanti contributi (Napolitano, Macaluso, Tortorella, Ingrao) ogni tanto affiori qualche indolore osservazione critica. E anche una rivelazione.

La fa il socialista Claudio Signorile: se Aldo Moro non fosse stato assassinato dalle Br, esisteva un accordo per successivamente fare entrare ministri comunisti al governo. Ma l' immagine più nuova, toccante, inedita riguarda la riunione della Direzione Pci del 5 giugno '84: una telecamera del partito riprende i momenti che precedono l'inizio dei lavori, in quei tempi avvolti nel mistero. Si vede un Berlinguer solo, isolato, con lo sguardo nel vuoto: nessuno lo sapeva ma il "processo" interno ai suoi errori e alla politica dell'isolamento moralistico era cominciato. Due giorni dopo, il suo ultimo comizio.

 

 

 

STRETTA DI MANO TRA ENRICO BERLINGUER E ALDO MORO DIETRO DI LORO GIORGIO NAPOLITANO berlinguer moroALDO MORO E ENRICO BERLINGUER PROVE DI COMPROMESSO STORICO FOTO ANSA PIERFERDINANDO CASINI GIANNI DE MICHELIS CLAUDIO SIGNORILEPalmiro TogliattiPALMIRO TOGLIATTI IN OSPEDALE DOPO L ATTENTATO DI LUGLIO FOTO ANSA Emanuele Macaluso NAPOLITANO E MACALUSO IN ALTO ADIGE

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