SIAE QUEL CHE SIAE - AUTORI SUL PIEDE DI GUERRA: COL COMMISSARIAMENTO DELLA SIAE, LO STATO HA CHIUSO DA UN GIORNO ALL’ALTRO IL FONDO DI SOLIDARIETÀ (600 € LORDI AL MESE): AUTORI DI MUSICA TEATRO, RADIO, CINEMA, TELEVISIONE, VEDOVE E ORFANI CHE AVEVANO ACCANTONATO 87 MILIONI € SENZA CHIEDERE SOLDI PUBBLICI, E ORA NON RICEVONO NULLA - STASERA SI RIUNISCONO A ROMA AL TEATRO “LO SPAZIO” - E LA SIAE CITA IN GIUDIZIO GLI EX VERTICI DEL FONDO PENSIONI PER CATTIVA AMMINISTRAZIONE…

1- SIAE: PROTESTA AUTORI CONTRO STOP FONDO SOLIDARIETA'
(ANSA) - Le varie associazioni degli autori sono sempre più motivate nella protesta contro la chiusura del Fondo di solidarietà da parte della Siae - che di fatto ha bloccato l'assegno mensile di 615 euro lordi erogata a 1085 associati - e oggi alle 21 si riuniranno a Roma al Teatro Lo Spazio (Via Locri, 42).

"Sono autori di musica, teatro, radio, cinema, televisione. Sono anche vedove e orfani di professionisti che hanno fatto la storia della cultura e dello spettacolo italiani. Ci sono anziani e disabili - dice la nota degli autori -. Alcuni sono personaggi noti ancora sulla cresta dell'onda, tanti sono coloro in prossimità di uscire dal mercato del lavoro. Dato che nel paese dell'arte nessuno ha mai pensato ad un welfare per gli 'artisti', si erano organizzati da soli e attraverso la Siae, che tratteneva una percentuale dai diritti d'autore avevano costituito un Fondo di Solidarietà, alimentato in maniera più consistente dai più fortunati, per garantire un piccolo assegno mensile per gli anni più difficili, perché il mestiere dell'autore è fatto di alti e bassi. Mille e 85, a cui se ne sarebbero aggiunti altri, che via via avrebbero potuto maturare il diritto.

Senza chiedere un euro allo Stato, accantonando ben 87 milioni di euro. A questo punto - conclude il comunicato - lo Stato è arrivato, non per aiutarli naturalmente, ma per impedire questa mutua assistenza, che è anche un riconoscimento professionale, per impedire loro la gestione dei loro soldi, per imporre attraverso il Commissariamento della Siae, la chiusura del Fondo di Solidarietà, da un giorno all'altro, senza preavviso. Leggi, sentenze, impedimenti, normative vecchie e inadeguate, che da un lato vengono utilizzate per non permettere a centinaia di persone di avere questa piccola, ma indispensabile risorsa, dall'altro per non restituire i soldi accantonati o per dirottarli ad altro scopo".

A promuovere l'iniziatica: Anac (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), Anart (Associazione Nazionale Autori RadioTelevisivi), ASSTeatro (Associazione Sindacale Scrittori di Teatro), Comitato Millesoci, Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea, Crea-Unione opere dell'ingegno, Fed. It. Art. (Federazione Italiana Artisti), SACT (Scrittori Associati di Cinema e Televisione), Siad (Società Italiana Autori Drammatici), Sindacato Nazionale Scrittori-CGIL, Teatro Lo Spazio.


2- LA SIAE CITA GLI EX VERTICI DEL FONDO PENSIONI
Giuseppe Latour per "Il Sole 24 Ore"

Un'azione di responsabilità nei confronti della vecchia dirigenza del Fondo pensioni. Con la quale vengono chiesti 24,2 milioni di risarcimento. E viene denunciata una situazione di irregolarità diffusa. È la sintesi del documento che lo scorso 9 febbraio è stato depositato dagli attuali vertici della Siae presso il tribunale di Roma.

Le sue 52 pagine chiamano in causa una lista lunghissima di persone: esattamente tredici. Si tratta, tra gli altri, dell'ex direttore, Eugenio Truffa Giachet, e di due ex presidenti del Fondo pensioni, Ernesto Irace e Oscar Cosentini. A loro Siae chiede i 24,2 milioni di danni dopo avere constatato una condizione «di grave e diffusa irregolarità». E si parla soltanto dell'ultimo periodo. «Per una questione di prescrizione - spiega il subcommissario della Siae, Luca Scordino - abbiamo deciso di considerare quanto accaduto dal 2007 in poi».

"Mala gestio", cattiva gestione, è la locuzione che il documento usa. Ricorda Scordino: «Per gli immobili locati si registrava una morosità complessiva di 430mila euro senza che i dirigenti assumessero iniziative». Le manutenzioni erano assegnate «senza alcuna ricerca di mercato». Ma il pezzo migliore di questa escalation è un altro: l'operazione di vendita imbastita per abbassare la quota di investimenti in immobili. Tutto si è svolto a fine 2010. Dice Scordino: «Ad alcuni affittuari è stato offerto di comprare i loro immobili rateizzando il prezzo in 40 anni, garantendogli un tasso del 2%, inferiore a quello di mercato e con un effetto insostenibile sui conti del Fondo». L'operazione, poi revocata dalla nuova dirigenza, prevedeva di fatto che il Fondo pagasse agli inquilini una quota dell'appartamento.

Ma gli aspetti più incredibili sono altri. Il primo è l'identità degli acquirenti: molti di questi sono dipendenti di Siae e del Fondo. Il nome più noto è quello di Eugenio Truffa Giachet, ex direttore del Fondo, che ha tentato di acquistare un immobile anche per sua figlia, Francesca. Insieme a loro spuntano i nomi di altri sei dipendenti: Angelo Teodori, pensionato del Fondo, Massimiliano Pietrarelli, dipendente e sindacalista, Massimiliano Cardarelli e Antonio Musio, dipendenti tuttora in servizio, Renato Mantella, ex dipendente Siae, e Roberto Belli, ex addetto alla contabilità.

Il più vecchio di loro, al momento della proposta, aveva 79 anni. Per chiudere il suo debito con il Fondo avrebbe dovuto compierne 120. Parecchi di loro, poi, per comprare l'appartamento non hanno neppure dato caparre. La proposta, infatti, prevedeva un anticipo di soli 500 euro. «Nella maggior parte dei casi - conclude Scordino - sono stati stornati dal deposito cauzionale».

 

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