1. LE IMMAGINI DEL TERRORISTA ISLAMICO CHE SPARA IL COLPO DI GRAZIA AL POLIZIOTTO A TERRA CHE CHIEDE PIETÀ CI DICONO CHE NON SIAMO IN GUERRA. SIAMO IN QUALCOSA DI PEGGIO. UN CONFLITTO TOTALE E SENZA REGOLE, CHE ARMA UNA VIOLENZA CHE CI VEDE BENISSIMO E SCEGLIE CON CURA LE SUE VITTIME. IERI, NEL NOME DI ALLAH, SI È VOLUTA COLPIRE LA LIBERTÀ DI STAMPA, DI CRITICA, DI SATIRA. LA LIBERTÀ DI TUTTI, NON SOLO DI “CHARLIE HEBDO” 2. IL POLITICAMENTE CORRETTO CI INSEGNA A NON DIMENTICARE MAI CHE ESISTE L’”ISLAM MODERATO”. SARÀ, MA ESSO È DRAMMATICAMENTE MINORITARIO. RESTA IL FATTO CHE BISOGNA AVERE IL CORAGGIO DI DIRE, ALMENO OGGI, CHE LE RELIGIONI NON SONO TUTTE UGUALI. L’APERTURA DI CHIESE CRISTIANE, DEL RESTO, È VIETATA IN QUASI TUTTI GLI STATI ARABI. IL CRISTIANESIMO HA DIMOSTRATO IN DUEMILA ANNI DI STORIA QUANTOMENO DI NON ESSERE INCOMPATIBILE CON LA DEMOCRAZIA. SI PUÒ DIRE LO STESSO DELLA RELIGIONE MUSULMANA?

Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. SCONTRO DI INCIVILTÀ

cherif kouachicherif kouachi

Le immagini del terrorista islamico che spara il colpo di grazia al poliziotto a terra che chiede pietà ci dicono che non siamo in guerra. Siamo in qualcosa di peggio. Un conflitto totale e senza regole, che arma una violenza che ci vede benissimo e sceglie con cura le sue vittime. Ieri, nel nome di Allah, si è voluta colpire la libertà di stampa, di critica, di satira. La libertà di tutti, non solo della redazione di “Charlie Hebdo”.

 

La reazione della Francia e dell’Occidente sarà “democratica”: caccia ai colpevoli della strage e ai loro finanziatori e stato di allerta permanente per prevenire nuovi possibili attentati. Non verranno chiuse le moschee, anche se la chiusura dei luoghi di culto sarebbe forse la prima misura che prenderebbe, a parti invertite, uno stato islamico. Ma già, che idiozia, l’apertura di chiese cristiane è vietata in quasi tutti gli stati arabi. Di che stiamo parlando?

attacco terroristico a parigi charlie hebdo 3attacco terroristico a parigi charlie hebdo 3

 

Il politicamente corretto ci insegna a non dimenticare mai che esiste l’”Islam moderato”. Sarà, ma esso è drammaticamente minoritario. Resta il fatto che bisogna avere il coraggio di dire, almeno oggi, che le religioni non sono tutte uguali. Il cristianesimo ha dimostrato in duemila anni di storia quantomeno di non essere incompatibile con la democrazia. Si può dire lo stesso della religione musulmana?

 

attacco terroristico a parigi charlie hebdo 26attacco terroristico a parigi charlie hebdo 26

Nelle comunità musulmane le donne non hanno certo gli stessi diritti degli uomini e, come ricorda oggi Ernesto Galli della Loggia, “la distinzione sociale tra sfera religiosa e sfera civile è labile se non assente” (Corriere, p. 19), mentre i regimi politici “hanno quasi sempre carattere dispotico e di rado riconoscono le libertà”.

 

No, cristianesimo e islam non sono uguali, spiace dirlo. E alcune civiltà sono più arretrate delle altre: non c’è modo di negarlo. E siamo in guerra, una guerra sporca. Rendersene conto sarebbe già un passo avanti.

 

 

hollande sul posto charlie hebdohollande sul posto charlie hebdo

2. ATTACCO ALL’OCCIDENTE

Il Corriere dedica le prime 19 pagine dell’edizione di oggi all’attacco terroristico di ieri a Parigi. Il titolo in prima cerca di risvegliare le coscienze: “Attacco alla libertà. Di tutti”. Al di là dei fatti, che il web e le tv hanno già ampiamente raccontato, contano le idee e le interpretazioni. La sorpresa è la pubblicazione di una letterina di Marco Carrai, imprenditore amico del premier Renzie, che chiede abbastanza ingenuamente che i capi dell’Islam “condannino senza se e senza ma” (p. 13). Carrai si firma “Presidente Cambridge management consulting Labs” e i lettori, che non sanno che Carrai vuol dire Renzi, si saranno chiesti perché mai pubblicare questo accorato temino. Più interessante una conversazione con Umberto Eco, per il quale siamo in guerra: “Quel che è certo è che sono cambiate le modalità della guerra, c’è una guerra in corso e noi ci siamo dentro fino al collo” (p. 17). Poche parole ma ben chiare. Intervistato anche lo scrittore egiziano Al-Aswani che punta il dito contro “le moschee finanziate dai sauditi” (p. 19).

 

MARINE LE PENMARINE LE PEN

Repubblica risponde con 15 pagine, nelle quali spicca l’editoriale di Ezio Mauro. Il direttore del quotidiano di De Benedetti scrive che “dobbiamo recuperare questa consapevolezza di ciò che noi siamo. Si chiama Occidente, cioè quella parte della cultura e del mondo che afferma di credere nella democrazia come pratica che regge la cosa pubblica e la convivenza civile” (p. 33). Per Mauro “dobbiamo difenderci con ogni mezzo”, naturalmente rimanendo fedeli ai principi democratici”.

 

nel mirino dei terroristinel mirino dei terroristi

Insopportabile il titolo al pezzo di Tahar Ben Jelloun: “Trucidati i miei fratelli, ma le vere vittime sono gli islamici che vivono in pace” (p. 14). No, le vere vittime sono i giornalisti e i poliziotti ammazzati ieri come cani. In evidenza, sempre su Repubblica, le parole di Salman Rushdie, che parla di “totalismo religioso” e attacca: “Rispetto per la religione’ ormai è diventato uno sloan in codice che sta per ‘paura della religione’. Le religioni, come tutte le altre idee, meritano la critica, la satira e, sì, anche la nostra irriverenza priva di paura” (p. 14).  

 

said kouachisaid kouachi

La Stampa fa notare la diversità delle reazioni, nell’immediato: “L’Europa si mobilita da sola, ma l’Italia non va in piazza” (p. 9). E sul Foglio, Giuliano Ferrara non ha paura di usare la categoria dello “scontro di civiltà”, definendo così il massacro di ieri: “un atto di intimidazione e di sottomissione che vira verso il cuore dell’occidente giudaico cristiano e delle sue libertà impertinenti” (p. 1). Il Giornale, con Alessandro Sallusti, va dritto al cuore della faccenda e scrive: “Questa è guerra. Altro che islam buono e islam cattivo, altro che multiculturalismo come risorsa e porte aperte all’immigrazione come dovere, altro che ‘cani sciolti’” (p. 1).

stephane charbonnier charbstephane charbonnier charb

 

Il Messaggero dà giustamente spazio a Marine Le Pen: “Da un luogo segreto l’accusa di Marine: ‘Servizi inefficienti’. Misure di sicurezza speciali per la Le Pen. ‘Preoccupati dalle carenze dell’intelligence’. Sotto protezione anche Houellebecq” (p. 8). E poi si concentra sui rischi per l’Italia: “Italia, massima allerta a Roma e a Milano. Vertice al Viminale, decreto antiterrorismo. In Cdm stretta contro i ‘lupi solitari’ musulmani. Rafforzata la protezione per giornali, ambasciate, comunità ebraiche” (p. 9). Anche il Giornale si dedica agli errori francesi: “Hollande sottovalutò l’allarme per non avvantaggiare Le Pen. Il governo e la magistratura hanno liquidato come gesti di ‘squilibrati’ gli attentati della vigilia di Natale. Parola d’ordine: minimizzare per non regalare voti al Fn” (p. 7).

giuliano ferraragiuliano ferrara

 

 

3 NON FA SOSTA LA SUPPOSTA

I nuovi dati di Eurostat confermano la profondità della crisi economica. “Europa in deflazione, Italia ai minimi dal ’59. Prezzi Ue in calo dello 0,2%. L’indice Istat segna un tasso medio annuo dello 0,2%, il più basso da 55 anni. L’euro scende a quota 1,18 sul dollaro, mai così giù dal 2006. L’effetto del petrolio e il calo dei consumi. Gli economisti si attendevano per l’Ue un calo dei prezzi dello 0,1%” (Corriere, p. 22). Corre anche la disoccupazione: “729 mila giovani senza lavoro. Crescono gli ‘under 25’ che hanno perso o cercano un impiego. L’Istat: tasso record al 43,9%. In Germania livello generale al minimo storico, pari al 6,5%. In Italia a novembre era del 13,4%” (p. 24).

Umberto Eco Umberto Eco

 

Di fronte alla sfida della deflazione, riflettori puntati sulla Bce: “Draghi accelera, a gennaio il piano per rilanciare l’economia. Vertice della Bce per discutere di recessione e crisi greca. Gli analisti: deve agire in fretta per evitare la speculazione” (Stampa, p. 11).

 

 

4. LA NORMA SALVA NAZARENO

Il premier spaccone, pur di non farci sapere chi aveva scritto il codicillo salva-Berlusconi, continua a fare battute per buttarla in caciara: “Il leader alla sinistra: la manina era la mia. La sfida alla minoranza sul decreto fiscale. E sul Quirinale: impostiamo insieme il metodo, gennaio è un bivio. Bersani critica la norma del 3% e i suoi chiedono di cambiare subito il provvedimento” (Corriere, p. 26).

 

Mario Draghi a NapoliMario Draghi a Napoli

Anche Repubblica racconta della rivendicazione del premier, ma aggiunge un pezzo sui malumori nel partito: “E all’assemblea dei deputati pd scatta il ‘processo’ a Matteo. La minoranza Dem ora chiede di puntare su un esponente del partito per il Quirinale. Il Quirinale: mai stati informati sul 3%. Delrio: ‘Quella misura era pure nel primo testo” (pp. 16-17). Il Foglio riassume brillantemente la faccenda: “Il Cav. gioca a fidarsi di Renzi, ma l’assegno del rottamatore è postdatato” (p. 2).

 

 

5. L’AIUTINO FILIALE

MATTEO RENZIMATTEO RENZI

Il Fatto Quotidiano marca stretto Renzie sull’inchiesta che coinvolge il padre e scrive: “Il governo paga 230 mila euro per i debiti di papà Renzi. Nell’ottobre 2014 l’aiutino per la società fallita. Da Fidi Toscana, partecipata dal Comune di Firenze e dalla Crs in cui sedeva Carrai, una garanzia di 300 mila euro alla Chil di Tiziano Renzi. Che però diventa moroso per la bancarotta fraudolenta. Poi ci pensa il Tesoro” (p. 1).

 

 

6. CONDANNATO MODELLO

Riabilitato dai continui incontri a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi chiede giustamente uno sconto di pena. Il Corriere riporta la motivazione: “Ho riflettuto sulla condizione degli anziani’. La richiesta dell’abbuono di 45 giorni previsto dalla legge” (p. 29). La Stampa riassume le mosse di ieri: “Buona condotta, Berlusconi chiede uno sconto di pena. Offensiva degli avvocati anche per bloccare la cessione di Mediolanum” (p. 15).

 

bersani acdc 3bersani acdc 3

 

7. ANCHE GRILLO DA BRIATORE!

Come una Melandrina qualsiasi, Beppe Grillo s’é fatto le vacanze di fine anno “ospite di Briatore in Kenia”. Come riporta il Messaggero, “Nel reportage di ‘Chi’ l’ex comico M5S nel resort dei vip con moglie e figli” (p. 12).

silvio berlusconi (8)silvio berlusconi (8)

 

 

8. MARCIO SU ROMA

Grazie sindaco, si potrebbe dire. E il sindaco era Alè-danno. Corriere: “Così Carminati sfruttava la sua fama criminale’. Mafia capitale, le motivazioni del Riesame che conferma il carcere. ‘Il sistema si è espanso dopo la nomina di Alemanno a sindaco’. ‘E’ una organizzazione mafiosa per la sua collaudata capacità di intimidazione” (p. 35). 

grillo briatoregrillo briatore

Ultimi Dagoreport

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’, BALBETTANO PIÙ SPAVENTATI DI UN CONIGLIO - SE IL GIP DELLA PROCURA DECIDESSE DI ACCOGLIERE LE PROPOSTE DEI PM, A QUEL PUNTO, ESPLODEREBBE UNA SANTA BARBARA A MISURA DUOMO. E POTREBBE RIPETERSI CIÒ CHE SUCCESSO ALL’EPOCA DI TANGENTOPOLI: A TANTI DEI 74 INDAGATI, LA PAURA DI FINIRE IN GABBIA A SAN VITTORE APRIREBBE DI COLPO LE VALVOLE DELLA MEMORIA - DA PARTE SUA, IL SINDACO BEPPE SALA, INDAGATO, INTASCATA LA SOLIDARIETÀ DA DESTRA E SINISTRA, HA RIPRESO A MACINARE ARROGANZA, E HA SPARATO TESTARDO E SPAVALDO: “LE DIMISSIONI NON AVREBBERO FATTO COMODO A NESSUNO…” – QUALCHE ANIMA PIA GLI RICORDI CHE L’USO SBARAZZINO DELL’URBANISTICA MENEGHINA È AVVENUTO SOTTO IL SUO NASONE... 

urbano cairo sigfrido ranucci la7 fiorenza sarzanini

DAGOREPORT - SIETE PRONTI? VIA! È PARTITA LA GRANDE CAMPAGNA ACQUISTI (A SINISTRA!) DI URBANO CAIRO - IL COLPACCIO SU CUI LAVORA URBANETTO: PORTARE A LA7 SIGFRIDO RANUCCI E L’INTERA SQUADRA DI “REPORT”, A CUI TELE-MELONI STA RENDENDO LA VITA IMPOSSIBILE - IL PROGETTO È GIÀ PRONTO: PRIMA SERATA DI LUNEDI', SECONDE SERATE CON "REPORT-LAB", COINVOLGENDO SITO, SOCIAL E L'EDITRICE SOLFERINO - MA NON FINISCE QUI: CAIRO VUOLE RIPOSIZIONARE IL “CORRIERE DELLA SERA”: ESSERE LA GAZZETTA DI FAZZOLARI NON PORTA ALL'EDICOLA NUOVI LETTORI, CHE PREFERISCONO L'ORIGINALE: "IL GIORNALE", "LIBERO", "LA VERITA'": MEGLIO RITORNARE AL CENTRO-SINISTRA. IN ARRIVO GIOVANI GIORNALISTI BEN DISTANTI DAL MELONISMO...

mara venier gabriele corsi

PERCHÉ GABRIELE CORSI HA MOLLATO “DOMENICA IN”? LA SUA PRESENZA AL FIANCO DI MARA VENIER ERA STATA FRETTOLOSAMENTE ANNUNCIATA DA ANGELO MELLONE, DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI RAI. E INVECE, SOLO DUE GIORNI FA, CORSI HA ANNUNCIATO DI ESSERSI TIRATO INDIETRO - COSA È SUCCESSO? LA RAI AVEVA TENTATO DI COMMISSARIARE LA "ZIA MARA", PIAZZANDOLE ACCANTO I "BADANTI" NEK E CORSI. MA L'ARZILLA 74ENNE, FORTE DI BUONI ASCOLTI, HA FATTO TERRA BRUCIATA AI SUOI DUE "VALLETTI", USANDO L’ARMA DA FINE DEL MONDO: “SE IO MOLLO AD AGOSTO CHI CI METTETE?". E COSÌ, UNA VOLTA VISTO IL SUO SPAZIO RIDOTTO A QUALCHE MINUTO DI UN QUIZ, IL CONDUTTORE SI È CHIAMATO FUORI (NEK ERA GIÀ SCAPPATO A "THE VOICE") - LA VENIER HA TENTATO DI DISSIPARE I DUBBI SULLE SUE “COLPE” POSTANDO UNA STORIA IN CUI SI INSINUAVA CHE CORSI AVESSE MOLLATO PER I SOLDI (POCHI). MA A SMENTIRE LA SUA VERSIONE È STATO IL MANAGEMENT DEL CONDUTTORE…

antonio spadaro papa leone xiv robert prevost

FLASH! – SPADARO DI FUOCO! IL GESUITA, ORFANO DI BERGOGLIO, , OGGI SU ''LA STAMPA”, SPACCIA COME SUA ''INTERVISTA INEDITA'' UNA VECCHIA CONVERSAZIONE PUBBLICA CHE L'ALLORA CARDINALE ROBERT FRANCIS PREVOST TENNE A NEW LENOX, IN ILLINOIS, IL 7 AGOSTO 2024 - IL GESUITA HA PRESO IL TESTO SBOBINATO E L’HA INFRAMEZZATO CON DOMANDE SUE: UN CAPOLAVORO DI AUTO-PROMOZIONE DEGNO DI UN VERO INFLUENCER... - LA PRECISAZIONE DELLA CASA EDITRICE EDB: "SOLLEVIAMO DA OGNI RESPONSABILITA' PADRE SPADARO CIRCA OGNI FRAINTENDIMENTO TRA LA STAMPA E LA CASA EDITRICE" - VIDEO

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)