the united states billie holiday 9

THE UNITED STATES VERSUS BILLIE HOLIDAY – MOLENDINI: "NON È UN GRAN FILM MA RACCONTA L’AMERICA PEGGIORE, QUELLA DELLA FBI DI HOOVER CHE PRENDE DI MIRA UNA CANTANTE NERA PERCHÉ CANTA "STRANGE FRUIT", IL RACCONTO CUPO DEI LINCIAGGI, DEL FANATISMO RAZZISTA, DEI “CORPI NERI CHE OSCILLANO NELLA BREZZA DEL SUD” – LA VIOLENZA SESSUALE SUBITA A 10 ANNI, L’ARRESTO PER DROGA DOPO CHE HOOVER GLI AVEVA MESSO ADDOSSO UN FUNZIONARIO CHE DIVENNE IL SUO AMANTE… - VIDEO

 

Marco Molendini per Dagospia

 

 

 

the united states vs billie holiday 19

L'America peggiore, quella dei linciaggi, del fanatismo razzista, del maccartismo, di Edgar Hoover, inseguiva la più intensa, la più infelice delle cantanti distrutta dalla vita, dall'alcol, dalla droga. Una storia di straordinaria follia raccontata con passione e qualche dispersione narrativa dal film The United states versus Billie Holiday. Il film, diretto e prodotto da Lee Daniels (regista di The Butler), è incappato nella crisi del covid ed è finito sulla piattaforma Hulu, mentre in Italia è stato comprato da Bim per la sua distribuzione (la data di uscita, probabilmente, dipenderà anche dall'esito della Notte degli Oscar). Non è un capolavoro ma racconta una grande vicenda, sconvolgente e furibonda.

the united states billie holiday 9

 

La potente Fbi che prende di mira una disperata cantante nera perché canta una canzone, Strange fruit, che è il racconto cupo di un'America che si vuole tenere nascosta, quella dei linciaggi, dei «Black bodies swingin' in the Southern breeze/ Strange fruit hangin' from the poplar trees («Corpi neri che oscillano nella brezza del sud/Strani frutti appesi ai pioppi»), un pezzo composto da Abel Meeropol, scrittore ebreo e comunista, e adattata da Billie e dal suo pianista Sonny White. 

 

 

the united states vs billie holiday 6

Uscita nel '39, anno di grandi successi come Over the rainbow e Moonlight serenade, ha il torto di essersi trasformata nel tempo in un simbolo dell'antirazzismo, finendo nelle follie persecutorie dell'Fbi di Edgar Hoover che, già allora, teneva sotto controllo l'intero mondo dello spettacolo (negli archivi sono stati trovati files anche su Duke Ellington e Louis Armstrong). 

 

A guidare l'ufficio narcotici c'era un funzionario di origini svizzere, Harry Jacob Anslinger, uno che nel 1937, durante un'audizione al Congresso degli Stati Uniti, aveva dichiarato: «Ci sono centomila fumatori di marijuana negli Stati Uniti, e la maggior parte sono negri, ispanici, filippini e gente dello spettacolo; la loro musica satanica, jazz e swing, è il risultato dell'uso di marijuana. Il suo uso causa nelle donne bianche un desiderio di ricerca di relazioni sessuali con essi». La sua diventa una crociata e Billie il simbolo da crocifiggere, da colpire  nel suo lato debole, la dipendenza dalla droga mentre Strange fruit, primo esempio di canzone di protesta, si diffonde nonostante gli ostacoli.

 

the united sttes vs billie holiday 4

La Columbia records, la compagnia che incideva Lady Day, pur essendo guidata dall'uomo che l'aveva scoperta, John Hammond (un talent scout che nella sua carriera può vantare di aver lanciato non solo Billie, ma anche Aretha Franklyn, Bob Dylan, Bruce Springsteen) si rifiuta di pubblicarla.

 

 

 

 

the united states vs billie holiday

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

the united states vs. billie holiday

Lo fa, invece, una piccola casa discografica ebrea di New York, la Commodore Records e, a sorpresa, il disco vende bene e diventa un appuntamento fisso negli show di Billie al Cafè society, nonostante i divieti di cantarla. Il crescente interesse, il crescente successo allarmano l’Fbi, così Anslinger, a un certo punto, decide di mettere alle calcagne della cantante un giovane funzionario nero, Jimmy Fletcher, il quale inizialmente si presenta nelle vesti del fan, poi l'arresta (non per la canzone ma per la droga) e alla fine diventa suo amante: è il masochismo che ha incatenato Lady Day sempre a uomini tremendi, e Fletcher sicuramente era il meno peggio. Una vocazione al martirio confessata e cantata in tante canzoni come Fine and mellow: «Il mio uomo non mi ama, mi tratta in modo orribile, è l'uomo peggiore che abbia mai visto, ma quando comincia ad amarmi, è così bello e caldo». 

 

the united states vs. billie holiday 5

Il film si conclude all'ospedale con Billie che sta morendo e Anslinger che trama ancora mettendole della droga per poterla arrestare. L'ultima immagine sono i suoi piedi ammanettati al letto: quel giorno, il 17 luglio del 1959, legati alle sue caviglie c'erano anche 15 biglietti da 50 dollari che voleva dare come mancia alle infermiere che l'avevano accudita.

 

Il racconto vive sulla forza della vita infelice di Billie, violentata a 10 anni, avviata praticamente da bambina alla prostituzione. E mette sotto accusa l'America che, proprio mentre nell'Europa del Dopoguerra diventava il simbolo della società democratica, in casa propria scatenava il maccartismo.
 
Andra Day è un'interprete sicuramente efficace, ha già vinto il Golden globe e fra una settimana sarà fra le cinque attrici in gara per l'Oscar (con lei Frances McDormand per Nomadland, Carey Mulligan per Una donna promettente, Viola Davis per Ma Raney's Black Bottom e Vanessa Kirby per Pieces of a woman). Una nomination che, in tempi di Black lives matter, assume un significato di ulteriore riscatto per una donna che con il suo dolore, la sua sensualità, la sua voce ha saputo sfidare l'America profonda e intollerante. L'America che, quando lavorava con l'orchestra tutta bianca di Artie Shaw, l'obbligava a entrare dalla porta di servizio anche nei locali dove doveva esibirsi (la civilissima New York compresa).

 

 

Billie Holiday cool femminile

Per mettersi nei panni di Billie (e in certi momenti toglierseli), Adra ha sicuramente lavorato tantissimo, arrivando a imitare con buoni risultati il suo modo di cantare. Regge bene, anche se finito il film viene la voglia di ascoltare l'originale. Quello che regge meno sono gli altri personaggi, in particolare la figura di Lester Young, il sassofonista che con Lady Day, il soprannome glielo aveva dato lui, aveva un particolare feeling musicale che avrebbe meritato di più, oltre alla citazione del suo storico cappello pork pie hat. 

Il film, comunque, ha un altro merito: fare da contraltare all'altra versione cinematografica edulcorata, The lady sings the blues, che cinquant'anni fa aveva come protagonista Diana Ross (anche lei ebbe la nomination): il confronto con Andra Day è impari

BILLIE HOLIDAY 1billie holidayBILLIE HOLIDAY

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO