d'annunzio pirandello 9

“TUTTE LE CLOACHE D'ITALIA SFOCIANO AL VITTORIALE”. QUANDO PIRANDELLO DEMOLI’ LA DIMORA D’ANNUNZIO – IN UN LIBRO UN VIAGGIO NELLE CASE DEGLI SCRITTTORI: NELLA CASA DEL VATE SI SUDAVA SEMPRE, PIRANDELLO NON AVEVA LA CUCINA E ANDAVA A MANGIARE DAL FIGLIO. SI FECE COSTRUIRE UN VILLINO IN ZONA NOMENTANA: OGGI BEFFARDAMENTE OSPITA UNA SCUOLA INTITOLATA A D'ANNUNZIO…

d'annunzio

Mario Ajello per “il Messaggero”

 

Parlano i libri dei grandi scrittori ma parlano anche le loro case. Puoi vedere da quelle, dagli arredi, dai gusti domestici, dagli oggetti, oltre che dalle pagine che firmano, le differenze tra Manzoni e Leopardi, per esempio. O tra qualsiasi altro autore.

 

E allora ha fatto bene Mauro Novelli, docente di Letteratura italiana alla Statale di Milano, ad andare a vedere quanto le abitazioni degli scrittori - quella di Salgari a Torino dove per ironia della storia oggi c' è un' agenzia di viaggi esotici e quella di Marinetti a Bellagio, la casetta d' Arquà di Petrarca e la dimora veneziana di Goldoni, il palazzo di Verga a via Sant' Anna a Catania e la villa caprese di Malaparte e via così appartamento dopo appartamento da grande firma - posseggano una straordinaria capacità narrativa. «Sulle loro pagine ci siamo riconosciuti, nelle loro stanze li riconosciamo»: ecco il motto che sta alla base di questo godibilissimo volume: La finestra di Leopardi (appena uscito, per Feltrinelli).

 

GIGANTI

LUIGI PIRANDELLO

Pensiamo a due giganti del Novecento: Pirandello e D' Annunzio. La palazzina di via Bosio a Roma, dove morì il primo, grigia e decorosa, è l' esatto opposto della villa-monumento in cui si rinchiuse il secondo, sul Garda. I due, non a caso, non si sopportavano. «Tutte le cloache d' Italia sfociano a Gardone», cioè al Vittoriale, scrisse Pirandello in una lettera all' amata Marta Abba. Il Vate, l' Immaginifico fece della sua dimora il simbolo del suo mito, la concepì in maniera magniloquente - «Io ho quel che ho donato», dice l' iscrizione all' ingresso - come un luogo unico creato per esibirsi e per occultarsi allo stesso tempo.

 

novelli cover

Radunando lì dentro, dal 1921, dopo che ci si stabilì in seguito all' impresa di Fiume, reliquie religiose, belliche, sportive, erotiche, l' Apollo di gesso in perizoma, i portafortuna più impensabili (gran giocatore del lotto e gran superstizioso), e fiori dappertutto, la sala della musica («Jazz band, jazz band, jazz band, balliamo tutta la notte!», scrive in una lettera del 28), una cabina telefonica, e di tutto ma proprio di tutto e di più.

 

Compreso, tra i marmi e i gessi a centinaia, il busto di Eleonora Duse, ma il volto dell' attrice è coperto perché il poeta temeva che i bagliori della sua bellezza e il tumultuare dei ricordi dell' amata lo distraessero.

 

MONUMENTALE

Il pienone monumentale e auto celebrativo che D' Annunzio, «padronissimo del mio Universo-Mondo», mette in scena nella casa di Gardone - dove i caloriferi andavano sempre al massimo, e si sudava sempre - è il contraltare strabordante rispetto alla sobria secchezza quasi disadorna e all' essenzialità anonima della dimora borghese di Pirandello.

 

d'annunzio - vittoriale

Qui, nell' appartamento all' ultimo piano della villetta di via Bosio a Roma, nel 34 gli arriva la notizia della vittoria del Nobel. Comincia la processione nel suo salotto (poi c' era e c' è in questa che ora è una casa-museo la stanza da letto ma la cucina no, andava a mangiare dal figlio al piano di sotto) di tutti quelli che gli chiedono: «Facciamo un libro a 4 mani?».

 

E lui: «Due sono già troppe». Così Corrado Alvaro - lo ricorda Novelli nel suo libro - che quella casa frequentava avrebbe scritto dopo la morte del grande drammaturgo: «Questo luogo forse diceva qualcosa della vita esteriore di Pirandello, nulla di quella intima. Gli oggetti da cui era attorniato non fornivano nessun indizio intorno alla sua personalità». Oggetti in cerca di un autore - con la moglie in manicomio e tanta voglia di vivere in albergo - che non li voleva considerare.

d'annunzio - vittoriale

 

La riduzione all' essenziale degli attori, che è tipica del teatro di Pirandello, trova la sua proiezione domestica nella riduzione all' essenziale le degli arredi. Ma nel rispetto del decoro borghese in quell' angolo del quartiere Nomentana. Più in là c' è villa Torlonia, cento metri dopo c' era la casa dove un tempo aveva abitato Claretta Petacci. E da una di quelle finestre, la vestale del regime littorio aveva spesso contemplato Mussolini, intento a lavori di giardinaggio.

 

d'annunzio - vittoriale

Se Mark Twain scriveva a letto, Ernest Hemingway spesso scriveva stando in piedi, Victor Hugo scriveva senza vestiti (avvolto in una coperta) e Honoré de Balzac scriveva bevendo anche 50 caffè al giorno («Sono la mia fonte d' ispirazione»), ecco invece la normalità dello scrittoio dove sono nati i capolavori di Pirandello. Quel tavolo su cui, quando egli morì il 10 dicembre del 36, restò l' adorato Romeo e Giulietta di Shakespeare.

 

FORESTIERI

«Uomo difficile. Amareggiato. Disilluso», così Novelli descrive Pirandello. E la sua abitazione gli si addice naturalmente. «Potrei avere una casa soltanto con te, non mi è possibile altrimenti», scriveva a Marta Abba. E questo luogo, come in generale per lui Roma, doveva sembrargli come al Fu Mattia Pascal: «Adatto a ospitar con indifferenza, tra tanti forestieri, un forestiero come me».

LUIGI PIRANDELLO

 

Soltanto una volta, alla metà degli anni Venti, in un momento di entusiasmo Pirandello si era lasciato convincere a farsi costruire un villino. Idea che gli procurò un' infinità di guai e divenne un' ossessione. La villetta esiste ancora, in via Onofrio Panvinio, sempre in zona Nomentana, e beffardamente ospita una scuola privata intitolata a Gabriele D' Annunzio.

d'annunzio - vittorialeLUIGI PIRANDELLO il vittoriale d'annunzio 4LUIGI PIRANDELLO d'annunzio - vittorialevittoriale d'annunzio 1vittoriale d'annunziod'annunzio

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...