
LA VENEZIA DEI GIUSTI - OGGI, ALLA FACCIA DEL TOTONOMINE E DELL’ARRIVO DEL MINISTRO GIULI PRONTO A SFIDARE A SUPERCAZZOLE L’AMICO PIETRANGELO BUTTAFUOCO, HO OCCHI SOLO PER LA NUOVISSIMA VERSIONE RESTAURATA DI “QUEEN KELLY”, L’ULTIMO FILM DIRETTO DA ERICH VON STROHEIM CON GLORIA SWANSON PROTAGONISTA E PRODUTTRICE ASSIEME AL SUO RICCO AMANTE JOSEPH KENNEDY, PADRE DEL FUTURO PRESIDENTE – STROHEIM VOLLE SEENA OWEN ASSOLUTAMENTE SEMPRE NUDA, CON LA TOPA COPERTA DA UN GATTONE (CHE POI LA GRAFFIÒ PROPRIO LÌ) – LA SCENA DELLE MUTANDINE PERSE DA GLORIA SWANSON, RACCOLTE DAL PRINCIPE WOLFRAM, CHE LE PASSA SOTTO AL NASO E PROVA UN INFINITO PIACERE… - VIDEO
Venezia 25 - Queen Kelly
Marco Giusti per Dagospia
Siamo pronti per la 82° edizione della Mostra del Cinema di Venezia? Oggi francamente, alla faccia del totonomine su chi sarà il nuovo direttore della Biennale Cinema nel 2027 (dopo le elezioni…), alla faccia dell’arrivo del ministro Alessandro Giuli pronto a sfidare a supercazzole l’amico Pietrangelo Buttafuoco, Presidente della Biennale, alla faccia dei film italiani in concorso dove brilla la mancanza di un film diretto da una donna (ve lo devo dire…), ho occhi solo per la nuovissima versione restaurata, con molto materiale considerato perduto e invece ritrovato, con una colonna musicale del tutto nuovo composta da Eli Denson, di “Queen Kelly”.
È l’ultimo film diretto da Erich von Stroheim con Gloria Swanson protagonista e produttrice assieme al suo ricco amante Joseph Kennedy, padre del futuro presidente, allora broker e banchiere di Boston attento nel riorganizzare studios cinematografici, che venne obbligato dall’attrice a diventare produttore di questo unico film, perdendoci ovviamente un mare di soldi.
gloria swanson e seena owen queen kelly
Lo vedremo stasera, alla Sala Darsena. E’ il film scelto come anteprima della Mostra, che inizierà ufficialmente domani sera con “La grazia” di Paolo Sorrentino con Toni Servillo nel ruolo, se ho capito bene, del Presidente della Repubblica.
Con tutto il rispetto per i film della Mostra, per Giuli e Buttafuoco, il mio cuore da vecchio cinephile batte per il capolavoro maledetto di Erich von Stroheim. Nel 1985 già vidi a Venezia la prima e finora unica versione restaurata di “Queen Kelly”, della durata di 101 minuti.
Gloria Swanson, che aveva liquidato furiosamente Stroheim e chiuso il film dopo aver subito l’onta di una scena con Tully Marshall che faceva gocciolare uno sputazzo di tabacco sulle sue mani, aveva preferito fare scomparire il film piuttosto che farlo finire dal suo geniale regista.
gloria Swanson Erich von Stroheim ne il viale del tramonto
In America uscirà solo nel 1966, grazie al culto della coppia Gloria Swanson e Erich von Stroheim come Norma Desmond e il cameriere-ex regista Max von Mayerling nel fondamentale “Viale del tramonto” di Billy Wilder, dove i due attori mettono in scena gran parte della loro vita professionale e si vedono per la prima volta spezzoni di “Queen Kelly”.
Uscirà però nella versione da 75 minuti con un finale non voluto né girato da Stroheim, un doppio suicidio dei protagonisti girato due anni dopo la cacciata del regista, da Richard Boleslawski e fotografato da Gregg Toland. Era la versione che la Swanson volle per la distribuzione europea, ma che non uscì in America, dove ormai il cinema muto era una cosa superata.
La Swanson aveva appena girato nel 1928 “Sadie Thompson” diretto da Raoul Walsh, tratto dalla commedia “Rain” di William S. Maugham. Era stato un grande successo. E con l’aiuto economico del suo amante Joseph Kennedy decisero di girare un film assieme, “The Swamp”, che diventò appunto “Queen Kelly”, scritto e diretto da un maestro come Erich von Stroheim.
In un primo tempo si pensò di farlo sonoro, nessuno aveva sentito la Swanson parlare fino allora, ma venne girato muto. Con un impegno preciso, da parte del regista, di finirlo entro dieci settimane. Nelle interviste dell’epoca si deve maturato, più attento ai vincoli del cinema. Ma già dopo il primo giorno di riprese liquidò il direttore della fotografia Ben Reynolds e chiamò Paul Ivano, che a sua volta venne anche lui più volte cacciato dal set dal regista, ma riassunto immediatamente dalla protagonista.
gloria swanson e walter byron queen kelly
Nella prima parte del film, quella che Stroheim aveva completato, gireranno per sei mesi, vediamo in quel di Germania il principe puttaniere Wolfram, interpretato da Walter Byron, attore inglese scelto dalla Swanson ma poco amato dal regista, amante della contorta regina, Seena Owen, che Stroheim volle assolutamente sempre nuda nelle sue scene con la topa coperta da un gattone (che poi la graffiò proprio lì…), che si innamora perdutamente della suora-orfanella Patricia detta Kelly, la Swanson, quando in riva al fiume perde inavvertitamente le mutandine.
Wolfram le raccoglie se le passa sotto al naso e prova un infinito piacere a odorarle in barba al futuro codice Hays. Scena che fece saltare i nervi alla Swanson, ritenendola poco elegante. Già Stroheim la aveva provocata chiamando a interpretare il gruppo di allegre prostitute che circondano Wolfram delle vere prostitute discinte.
Ma il clou è la scena della folle regina di Seena Owen (Stroheim avrebbe voluto Vilma Banky…) che gira nuda col gatto che costò a Stroheim 24 ore di studio senza pause. Quando la regina scopre la tresca di Wolfram la storia diventa drammatica. Kelly tenta il suicidio e Wolfram si dispera.
gloria Swanson Erich von Stroheim ne il viale del tramonto
La versione per l’Europa che due anni dopo la cacciata di Stroheim volle rimontare la Swanson finiva appunto lì. Con un finale attaccaticcio e farlocco di un doppio suicidio dei due protagonisti in riva al fiume, che non verrà inserita nel restauro nel 1985 né in quello attuale, perché il film di Stroheim andava avanti.
Infatti Kelly si salvava e finiva nell’Africa tedesca, dove la ritroveremo in un folle bordello dove accadono le cose più stravaganti. E’ allora, dopo gli eccessi di Stroheim, che la Swanson non resse e cacciò il regista dopo sei mesi di riprese.
A due terzi di lavorazione. Il film intero doveva durare, secondo la sceneggiatura di Stroheim, cinque ore. Joseph Kennedy perse, leggo nei giornali del 1930, 150 mila dollari. La Swanson i 10 mila dollari a settimana del suo compenso. Ma c’è un altro motivo che avrebbe reso il film comunque sballato. L’arrivo del sonoro.
erich von stroheim, walter byron e gloria swanson sul set di queen kelly
Gloria Swanson aveva girato “Sadie Thompson” muto, e, malgrado i lanci sui giornali, anche “Queen Kelly” sarebbe stato muto. Ma con l’arrivo del sonoro, il film era in qualche modo un po’ obsoleto per il pubblico che voleva i talkies. Al punto che nel 1929 girerà in poco tempo un lanciatissimo talkie dove finalmente parla e canta, “The Trespasser”, diretto dall’inglese Edmund Goulding, segreto sceneggiatore anche di “Queen Kelly”, che aveva avuto grande successo con “The Broadway Melody”.
Gloria Swanson non poteva perdere altro tempo rispetto alle star rivali. Doveva parlare. E anche per questo “Queen Kelly” venne abbandonato al suo triste destino. Si pensò due anni dopo di recuperarlo per la distribuzione in Europa perché lì non era ancora del tutto arrivato il sonoro. Ma per in America diventava improponibile. E poi quella scena delle mutande… oddio, riportano i giornali. Per Stroheim sarà la fine della professione di regista.
Ma il film parlato di Goulding nessuno se lo ricorda, e “Queen Kelly”, con il principe Wolfram che odora le mutande dell’orfanella è imperdibile. Non so quel che vedremo stasera, ma sembra che sia stato ritrovato molto materiale della parte africana…
gloria Swanson Erich von Stroheim ne il viale del tramonto
joseph kennedy
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