zan killing di tsukamoto

LA VENEZIA DEI GIUSTI - IL PIÙ GRANDE APPLAUSO DEI CRITICI, QUELLO SENZA COMPROMESSI DI AMICIZIE E COSE CHE NON SI POSSONO DIRE, PREMIA LO STRAORDINARIO 'ZAN/KILLING' DI TSUKAMOTO. NON CREDO CHE POSSA VINCERE GRANCHÉ, PERCHÉ È TROPPO VIOLENTO E TROPPO DI STRA-CULTO, MA AL DI LÀ DELLO SPRECO DI SANGUE E DI SPADE CHE TAGLIANO BRACCIA E TESTE, RIMANE UNA GRANDE LEZIONE DI CINEMA, UN FOLLE MA LUCIDO RAGIONAMENTO SULL’IDEA DI UCCIDERE UN UOMO

 

Marco Giusti per Dagospia

 

zan killing di tsukamoto

Venezia 75. Il più grande applauso da parte del pubblico dei critici, quello senza compromessi di amicizie e cose che si possono e non si possono dire, premia lo straordinario Zan/Killing di Shinya Tsukamoto, il maestro consacrato di Tetsuo e Ichi The Killer, alle prese col suo primo film di spade, ovviamente iperviolento, che in 80 minuti compone il capolavoro di perfezione che in tanti film di 150-180 minuti qui a Venezia non abbiamo trovato.

 

Ci sono film bellissimi, certo, da Suspiria di Luca Guadagnino a Roma di Alfonso Cuaron, film che rivaluteremo nel tempo, penso a The Ballad of Buster Scruggs dei Coen, meraviglioso e molto più complesso di quel che appare, ma non avevamo visto un film così perfetto e concluso, senza nessuna sbavatura, senza nessuna inquadratura inutile come Zan, che ci riporta dritti sia alla partecipazione di Tsukamoto come attore in Silenzio di Martin Scorsese, grande film pacifista e filosofico, sia al suo meraviglioso remake di Fuochi nella pianura, l’ultimo film che ha diretto e che abbiamo visto proprio qui a Venezia nel 2014.

 

Un film altrettanto insanguinato e violento, costruito sull’idea di uccidere e sul riscrivere il cinema amato, molto simile sia a questo che all’idea di cinema che respiriamo nel nuovo Suspiria. E, non a caso, Tsukamoto è uno dei registi che Guadagnino e molti registi della sua generazione venerano come un maestro.

zan killing di tsukamoto

 

Non credo che Zan possa vincere granché, malgrado il presidente della giuria sia Guillermo Del Toro, perché è troppo violento e troppo di stra-culto, ma al di là dello spreco di sangue e di spade che tagliano braccia e teste, rimane una grande lezione di cinema, un geniale balletto, un folle ma lucido ragionamento costruito all’interno di un film di spade sull’idea di uccidere un uomo.

zan killing di tsukamoto

 

C’è una missione da compiere a Edo, sostiene il vecchio samurai Watanabe, interpretato dallo stesso Tsukamoto, una missione per riportare la pace, e per questo servono giovani samurai, come il già esperto Tsuzuki, interpretato da Sosuke Ikematsu, ma va bene anche il suo amico/allievo contadino, Ryusei Maeda. Verranno, non aspettano altro mentre si allenano nella campagna nei dintorni di Edo con spade di bastone. Non ci sono problemi di classe, sostiene Watanabe, vanno bene anche i contadini. Magari vanno bene anche i samurai sbandati e ladroni che girano per la campagna.

 

Ma se Watanabe si rivela una macchina per uccidere, Tsuzuki si rifiuta di accettare il ruolo dell’assassino, si rifiuta di uccidere. Sta male, non si vendica, non fa neanche l’amore con la sorella dell’amico, Yu Aoi. Preferisce metterle un dito in bocca o farsi i rasponi da solo rifiutando qualsiasi violenza contro gli altri. E intanto i morti aumentano e la fantomatica missione per Edo non sembra partire.

zan killing di tsukamoto

 

Fra tutti questi film machisti della Mostra che si divertono a torturare personaggi femminili, aiutati da critici che hanno massacrato da maschi l’unico film diretto da una donna, The Nightingale di Jennifer Kent, guarda casa un revenge movie violento al femminile, Zan, che dovrebbe essere il film più machista di tutti, coi suoi samurai senza padrone pronti a scannarsi, mette in scena proprio il rifiuto di penetrare nella carne, la non violenza nippo-cattolica di Shusako Endo in Silenzio. Quasi portando avanti il discorso di Martin Scorsese all’interno di un cinema iper violento. E dimostra che in 80 minuti puoi raccontare tutto quello che molti registi non riescono spesso a raccontare in tre ore interminabili.

 

Ieri abbiamo visto anche un nuovo e ricchissimo film di spade di Zhang Yimou fuori concorso, Ying, meno fracassone del precedente The Great Wall, ma sempre pensato per un grande pubblico popolare non solo cinese. Nella prima parte si parla e nella seconda si mena. Spadoni da quaranta chili, come quello in mano al generale Yang, interpretato da Jun Hu, contro ombrelli che lanciano lame affilate, come quella in mano a Jing, sosia e doppio del Comandante, interpretati da Chao Deng.

 

zan killing di tsukamoto

Tutto è costruito attorno all’idea di Yin e Yang, al punto che bianco e nero e mille sfumature di grigi sono in pratica gli unici colori delle scenografie e dei costumi del film. Ma è fondamentale anche, nel gioco di Yin e Yang, anche il rapporto fra maschio e femmine, come dimostrano i numeri musicali al liuto fra Jing e la donne del comandante, la bellissima Li Sun. Alla corte del Re di Pei, Ryan Zheng, si trama per riprendersi la città di Ying, occupata dal generale Yang. C’è chi vuole riprenderla con la forza e chi pensa a modi diversi.

 

Ma il problema rimane la forza del generale Yang e la sua imbattibilità nel duello a tre momenti, dove qualsiasi avversario rimane annientato. Divertente e godibilissimo, con tutti questi giochi visivi sul bianco e sul nero e su Yin e Yang, magari non ci riporta ai periodo più impegnati di Zhang Yimou, ma si vede volentieri, grazie anche a una serie di trovate spettacolari nelle armi e nei movimenti dei protagonisti.

Ultimi Dagoreport

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO