SAN VIANELLO, L’ANGELO STERMINATORE DEGLI ASCOLTI - IL DIRETTORE DI RAI3 SI ARRENDE: “MASTERPIECE” NON ANDRÀ IN PRIMA SERATA. COSTA TROPPO E NON LO VEDE NESSUNO

Carlo Tecce per "il Fatto Quotidiano"

Così Rai3 s'arrende a se stessa. Con un documento ufficiale, una richiesta di soccorso: il direttore Andrea Vianello consegna ai signori dei palinsesti, anonimi funzionari che fanno incastrare il meglio e il peggio, l'ordine di non trasferire Masterpiece in prima serata. Come prevede il contratto, impegnativo, cioè costoso. La trasmissione che voleva scoprire nuovi talenti e nuove letterature, non rinunciando all'usurato sistema del criceto in gabbia ripreso, vilipeso e celebrato, ammette che il 2 per cento di share (al prezzo di quasi 200.000 euro a puntata) non promette straordinari successi. Col rischio di sfidare i numeri negativi.

Vianello ha mollato il pompatissimo progetto - la pubblicità citava l'entusiasmo di mezza stampa mondiale - perché l'andatura di Rai3 somiglia a uno zoppo di gamba sinistra con la gamba destra claudicante. Un paragone. Anno 2011, gennaio mese interessante, fascia serale: il pubblico sfiorava i 2,7 milioni e lo share sfondava il 10 per cento. Anno 2014, identico periodo, identico orario: scomparsi 700.000 italiani e smarriti 2,7 punti.

Per non sbagliare, siccome la discesa è inarrestabile, adesso il punto di caduta di Rai3 è registrato al 7 per cento. Vuol dire che, in tre anni, la terza rete ha disperso il 28 per cento. E durante l'intera giornata siamo a -1,7 su gennaio 2011 e, per ravvicinare le date, -0,5 rispetto al 2013. Questo spiegano le imparziali elaborazioni Auditel.

E gennaio non c'entra nulla con la sfortuna perché dicembre, novembre e ottobre - e via a ritroso - sono un disastro. Va precisato che la prima serata è una condanna per le televisioni generaliste: esclusa l'abbandonata Rete4, nessuno avverte la crisi come Rai3.

In viale Mazzini fanno notare che il canale sopravvive aggrappato ai programmi del passato: se non fosse per i classici Che tempo che fa, Chi l'ha visto e Ballarò, la pagella Auditel sarebbe ancora più tremenda. E il trasloco da domenica in coda a Fabio Fazio a lunedì sera in anticipo contro l'agguerrita concorrenza non ha agevolato Report di Milena Gabanelli e Presa Diretta di Riccardo Iacona.

Le continue invenzioni di Vianello non evitano a Rai3 di procedere col passo più lento di viale Mazzini. Rai1 cresce addirittura; Rai2 contiene i danni, impoverita di stagione in stagione. Il direttore, ex conduttore di Mi manda Rai3 e fondatore di Agorà, ha scommesso tantissimo su Masterpiece, altrimenti non ha ragione di esistere un accordo per dodici serata da oltre 3 milioni di euro (perché i 200.000 a tarda ora dovevano quasi raddoppiare in prima serata).

Il direttore generale Luigi Gubitosi ha sostenuto l'impresa, e non soltanto economicamente, l'ha persino elogiata nella tradizionale lettera natalizia ai dipendenti. La depressioni di ascolti non è un feticcio: è il parametro che condiziona la pubblicità. E pensare che l'azienda "vendeva" Masterpiece al 6 per cento. Ha chiuso la parte iniziale a 3,6. E febbraio fa paura: perché Rai1 ha il Festival di Sanremo e Sky ha le Olimpiadi. Nei prossimi giorni a viale Mazzini ci sarà un po' di tensione per le nomine. Le indiscrezioni coinvolgono manciate di nomi, però l'unico che dovrà lasciare l'incarico - se viale Mazzini trova la quadratura politica - è Antonio Preziosi di Radio Rai.

 

 

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