VITTORIO-SI E VINTI - LE PAGELLE DI FELTRI, DAL 2 A FINI AL 10 E LODE PER ORIANA FALLACI - 4 A BAGNASCO, 4 E 1/2 A NAPOLITANO: “MERITA L’IMPEACHMENT”


Elisabetta Ambrosi per ‘Il Fatto Quotidiano'

Peggio di loro fa solo, beccandosi un sonoro due in pagella, Gianfranco Fini, l'ex leader di An di cui Bettino Craxi diceva: "È un vuoto incartato". Sono politici, imprenditori, giornalisti e attori che conquistano, si fa per dire, gli ultimi posti della classifica del libro scritto a quattro mani da Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi (Marsilio), una spassosa antologia dei personaggi conosciuti da vicino dall'ex direttore di Libero e del Giornale: Alfano "il Coniglione mannaro", Cuperlo il comunista che ricorda "un incrocio tra Dracula e Pippi Calze-lunghe", Giuliano Amato "il saltatore di fossi", Gianni Agnelli "ciofeca d'imprenditore".

E poi ancora, accomunati da un bel tre, quel Licio Gelli che "ancora non ho deciso se sia stato un grande burattinaio o una trascurabile macchietta" e Laura Boldrini, "verso la quale confesso un'idiosincrasia di tipo lombrosiano: mi sta sui marroni".

Appena sopra Feltri piazza Milena Gabanelli ("Il suo stile giornalistico? Tendere trappole") e il conduttore "cresciuto a omogeneizzati di coniglio" Fabio Fazio, chiamato Forforina. Quattro in condotta tocca anche al "sindacalista in tweed" Bertinotti e a quel Bagnasco che, secondo l'ex direttore dell'Europeo e dell'Indipendente, non si è reso conto "che il suo atteggiamento pilatesco ha contribuito ad azionare qualche levetta della cosiddetta macchina del fango".

Stroncati da un quattro e mezzo ci sono poi Mario Monti, che "ha impoverito i poveri e salvato i ricchi del Monte dei Paschi", e "Sua Maestà il re imperatore Giorgio I", sui cui Feltri dà ragione ha Grillo: "Merita l'impeachment". Voto poco più alto, cinque, ma giudizio pesante ("Iscariota") è quello assegnato al politico "capace di tenere la poltrona più del leader coereano Kim Jong-li", Roberto Formigoni. Al suo confronto ben più simpatico appare "il più grande paraculo che abbia mai bighellonato nel Palazzo", cioè Casini, e persino Dell'Utri, che "non mise in contatto Berlusconi e Cosa Nostra perché se è vero che la mafia si serviva di lui si sarebbe già estinta da un pezzo".

Accomunati da un cinque anche il premier "di carta velina" Enrico Letta, Pippo Civati ("Ha la faccia del compagno di classe, né cima né asino, che diventa subito il coccolino dei professori") e persino Renzi, che è riuscito, facendo Poletti ministro, a "strappare la cassa dei compagni annettendosi il cassiere". Appena prima della sufficienza i "nonsense zoologici" di Bersani e la "regina delle giornaliste con il birignao" Natalia Aspesi, promossi con sei politico invece Santoro ("meglio lui che quel cicisbeo di Floris"), Romano Prodi, Berlinguer, Di Pietro, il malato d'autostima Giulio Tremonti e quel Pigi Battista rimasto "schiavo degli stilemi della sinistra".

Affollatissima la zona dei senza infamia e senza lode: D'Alema (che, rivela Feltri, "continua ad apparirmi in sogno"), il "cane sciolto" Belpietro ("precisino, diffidente, più presente in tv del segnale orario") e il direttore De Bortoli "che non ti assume, però ti riempie di elogi"; poi Bossi "fuorviato dagli affetti" e Bondi, "l'unico coerente con le idee del capo anche dopo che il titolare le ha cambiate". Sempre con sette c'è Lilli Gruber inviata a Baghdad con la "chioma cotonata", le messe in redazione di Ezio Mauro e poi quel Beppe Grillo che "ha sempre ragione, e questo mi spaventa " e che scomparirà "quando la politica avrà sconfitto l'antipolitica".

Salendo verso l'alto incontriamo Brunetta, "che pretende il bacio e il giorno dopo mi si acuisce il mal di schiena", il "condannato in partenza" Bettino Craxi e poi (voto otto), Della Valle, papa Francesco e Giuliano Ferrara ("Ma a metà dei suoi articoli torno indietro che non ci ho capito un cazzo"). E poi via, fino alla cima della classifica, con Giulio Anselmi, Mario Draghi, i due papi Giovanni XXIII e Wojtyla, Gianni Brera ("Quando morì, provai una strozza indicibile") ed Enzo Biagi, per finire con il dieci a Montanelli e a Giorgio Armani ("L'unico artista che è riuscito a inventare il nero") e il dieci e lode a Oriana Fallaci. E Berlusconi? Un "venditore impareggiabile, ma senza il prodotto da vendere. Scarti e scopri che non c'è dentro un santo cazzo".

Nel libro Feltri ammette di essersi schierato dalla sua parte perché non c'erano alternative. Ma quando dopo la firma a direttore del Giornale, nel 1994, "prese per mano sia me che il fratello e pretese che ci mettessimo a cantare E Forza Italiaaa / è tempo di credereee mi sono sentito morire e ho pensato: Dio, che cos'ho fatto, sono spacciato, come ho potuto firmare?".

 

VITTORIO FELTRI E STEFANO LORENZETTOStefano Lorenzetto Giovanna Melandri Gianfranco Fini Elisabetta Tulliani GIANFRANCO FINIcopertina Buoni e cattivi.Oriana Fallaci e Lech Walesa VITTORIO FELTRI MAURIZIO BELPIETRO resize mario draghi

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...