MEDIOBANCA SHOWDOWN - GLI AZIONISTI CONTINUANO A SCHIERARSI IN VISTA DELL'ASSEMBLEA DI SABATO CHE SI DECIDERÀ PER UNA MANCIATA DI VOTI - IL 2,2% DEI BENETTON VERSO LA LISTA DI NAGEL, CHE DOVREBBE BENEFICIARE ANCHE DEL 2% DI UNIPOL E DEL FONDO CALPERS - GALLAZZI E VACCHI A FAVORE DELLA LISTA DI DELFIN - QUALORA LA LISTA DI MILLERI (19,8%), SUPPORTATA DAL 10% DI CALTAGIRONE, DOVESSE SUPERARE PER VOTI QUELLA PRESENTATA DALLA LISTA DEL CDA, TUTTI I 5 NOMI CANDIDATI FINIREBBERO PER OCCUPARE POSTI IN CONSIGLIO. A QUEL PUNTO, LA GESTIONE DELLA BANCA SAREBBE PROBLEMATICA PER NAGEL…

1. MEDIOBANCA, I BENETTON ORIENTATI PER LA LISTA DEL CDA

Estratto dell'articolo di Daniela Polizzi per "Corriere della Sera"

 

RENATO PAGLIARO ALBERTO NAGEL

A due giorni dall’assemblea di Mediobanca, chiamata a rinnovare il consiglio per il prossimo triennio, iniziano a emergere gli orientamenti degli azionisti di lungo percorso della banca milanese. Secondo quanto emerge, Edizione, la holding che presidia le attività industriali della famiglia Benetton, propenderebbe verso il sostegno della lista del cda che candida il presidente Renato Pagliaro e il ceo Alberto Nagel a un nuovo mandato. 

 

La holding presieduta da Alessandro Benetton, azionista con il 2,2% di Mediobanca e con il 4,8% delle Generali, dovrebbe quindi supportare la lista di candidati presentata dal consiglio uscente di Piazzetta Cuccia, una scelta che, se confermata dalla cassaforte, sarebbe in linea con il passato e quindi a favore della stabilità e della continuità nella gestione della banca. 

 

FRANCESCO MILLERI

Il voto di Edizione si allineerebbe così a quello di altri azionisti come quelli riuniti nell’Accordo di consultazione che ha già confermato il sostegno alla lista del cda. L’ex patto di sindacato blinda il 10,8% del capitale di Piazzetta Cuccia e raggruppa azionisti come Mediolanum, Monge, Gavio, Lucchini, Angelini, il gruppo della metallurgia Ferrero più la Fin.Priv. (Generali, Pirelli, Italmobiliare) e Romano Minozzi che invece sembra avere fatto scelte diverse. 

 

La lista del cda dovrebbe beneficiare anche del voto di un altro 5%, all’interno del quale ci sarebbe anche il gruppo Unipol che ha il 2% della banca. La lista del cda si confronterà con quella di Delfin, azionista con il 19,8% di Mediobanca. [...]

 

2. LA GRANDE CONTA DI MEDIOBANCA DELFIN GIÀ AL 32%, CALPERS COL CDA

Manuel Follis per “la Stampa”

 

giulio gallazzi

Il fondo Calpers scende in campo a favore della lista del cda di Mediobanca mentre Giulio Gallazzi e Bernardo Vacchi dovrebbero votare a favore della lista presentata da Delfin. Sono le ultime novità in vista dell'assemblea di Mediobanca del 28 ottobre, che si riunisce per il rinnovo del consiglio d'amministrazione dell'istituto. I soci saranno chiamati a scegliere fra tre liste. 

 

La prima è quella presentata dal board uscente che prevede la conferma degli attuali vertici di Mediobanca, l'ad Alberto Nagel e il presidente Renato Pagliaro. La seconda lista è invece quella presentata da Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, azionista che sfiora il 20%, che propone 5 nomi per la minoranza del board: Sandro Panizza, Sabrina Pucci, Cristina Scocchia, Massimo Lapucci e Jean-Luc Biamonti. 

 

LE FORZE IN CAMPO NELLA PARTITA MEDIOBANCA - SITUAZIONE AL 24 OTTOBRE 2023

Infine la terza lista è quella presentata da Assogestioni, che dovrebbe rappresentare i fondi italiani e che porterà in consiglio un candidato se riuscirà a superare la soglia del 2% dei voti. La particolarità del voto del prossimo 28 ottobre rispetto a quelli delle assemblee del passato sta nel fatto che qualora la lista Delfin dovesse superare per voti quella presentata dal cda uscente, tutti i 5 nomi candidati finirebbero per occupare posti in consiglio, sottraendoli agli esponenti della lista del board.

 

Negli ultimi giorni, proprio in vista dell'assemblea, si stanno susseguendo le simulazioni e le ipotesi di voto. La lista Delfin parte dal 20%, ma il mercato considera scontata l'adesione anche del 10% di Caltagirone e della quota di Romano Minozzi (quasi 1%), membro del patto di consultazione di Mediobanca che ha però pubblicamente criticato la gestione di Nagel. 

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET

 

A questo 31% dovrebbe sommarsi, salvo sorprese, anche la quota di Sri Group e di Finvacchi, società che fanno capo ai due imprenditori bolognesi Gallazzi e Vacchi, che tra azioni proprie e deleghe dovrebbero essere in possesso di un altro 1% del capitale.

Sul fronte opposto ci si aspetta che la lista del board farà il pieno di consensi tra i fondi internazionali. L'ultimo investitore istituzionale ad aver dichiarato il voto in questo senso è Calpers, il fondo pensione dei dipendenti pubblici della California, che si aggiunge a Norges, CalSTRS, NY City Comptroller, Calvert, Praxis, BCI e Sba, tutti soggetti che hanno annunciato di essere pronti ad appoggiare i candidati proposti dal cda.

 

AZIONARIATO MEDIOBANCA

A pochi giorni dal voto, la sensazione è che la lista Delfin e quella del board siano divise da una manciata di preferenze e per questo si cerca di capire quali saranno i fattori decisivi per la conta finale. Il primo dato su cui sono puntati i riflettori è quello sull'affluenza, ma a ieri non c'erano ancora previsioni attendibili in questo senso. 

 

Quel che appare sempre più chiaro invece è che il voto della Edizione dei Benetton, che detiene il 2,2% di Mediobanca e che proprio ieri ha riunito il cda, sarà fondamentale. Un'astensione abbasserebbe il quorum, ma un voto favorevole alla lista Delfin (che a ieri qualcuno considerava ancora possibile) potrebbe finire per avere un peso specifico anche più importante ed essere determinante ai fini del computo finale. Intanto, mentre prosegue la battaglia all'ultimo voto, oggi si riunisce il consiglio di Mediobanca per approvare i conti al 30 settembre 2023 dell'istituto di credito. 

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)