tulsi gabbard trump netanyahu colin powell benjamin netanyahu iran khamenei

METTETEVE D’ACCORDO - A WASHINGTON SONO IN CONFUSIONE SUL NUCLEARE IRANIANO - A MARZO TULSI GABBARD, LA CAPA DELL'INTELLIGENCE, AVEVA ASSICURATO: "TEHERAN NON STA COSTRUENDO UN'ARMA NUCLEARE" - TRUMP L'HA SMENTITA ("L’IRAN ERA MOLTO VICINO ALLA BOMBA ATOMICA") CON UNA SCROLLATA DI SPALLE: “NON MI INTERESSA COSA HA DETTO”. MA POI GLI 007 AMERICANI SMENTISCONO IL TYCOON: "A TEHERAN MANCAVANO ALMENO TRE ANNI PER POTER PRODURRE UN'ARMA NUCLARE" - ISRAELE HA GIUSTIFICATO I RAID CONTRO IL REGIME DEGLI AYATOLLAH SOSTENENDO CHE IL PROGRAMMA NUCLEARE FOSSE A UN PASSO DALLA SVOLTA. VUOI VEDERE CHE L'ATOMICA IRANIANA E' COME LE FANTOMATICHE ARMI CHIMICHE DI SADDAM HUSSEIN, CHE ESISTEVANO SOLO PER GIUSTIFICARE LA GUERRA CONTRO BAGHDAD? IL MINISTRO DELLA DIFESA ISRAELIANO KATZ AVVERTE KHAMENEI: "CHI AGISCE COME SADDAM FINIRA' COME LUI"

DONALD TRUMP - G7 A KANANASKIS IN CANADA

Katz avverte Khamenei, 'chi agisce come Saddam finirà come lui'

(ANSA) -  "Avverto il dittatore iraniano: chiunque segua le orme di Saddam Hussein finirà come Saddam Hussein". Lo scrive su X il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, che in precedenza aveva mandato alla Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, un messaggio simile. Saddam Hussein fu deposto nel 2003 dopo l'invasione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti, che sostenevano che il dittatore iracheno possedesse armi di distruzione di massa, e fu impiccato nel 2006. (ANSA)

 

 

(askanews) - "L'Iran non sta costruendo un'arma nucleare", ha dichiarato a marzo la direttrice dell'intelligence Usa Tulsi Gabbard. Ma per Donald Trump, parlando dall'Air Force One, "ci stavano molto vicini". Israele ha giustificato i raid contro Teheran sostenendo che il programma nucleare fosse a un passo dalla svolta militare.

 

Ma secondo l'intelligence americana, non solo l'Iran non sta attivamente cercando di costruire la bomba, ma sarebbe distante fino a tre anni dalla capacità di produrne una e consegnarla a un bersaglio, se anche decidesse di farlo oggi.

 

donald trump tulsi gabbard

Il presidente Donald Trump ha liquidato quella valutazione: "Non mi interessa cosa ha detto", riferendosi alle parole di Gabbard. "Io penso che ci stavano molto vicini", ha affermato, parlando con i giornalisti sull'Air Force One dopo aver lasciato anticipatamente il G7 per concentrarsi sulla crisi tra Iran e Israele.

 

Cnn, 'per 007 Usa, a Iran mancano 3 anni a bomba atomica'
(ANSA) - Israele ha lanciato gli attacchi contro l'Iran sostenendo che era a un passo dall'arma nucleare. Le valutazioni dell'intelligence americana, però, sono diverse: l'Iran infatti non solo non stava perseguendo l'obiettivo di un'arma nucleare, ma era a distanza di almeno tre anni dal poterne produrre e consegnare una.
 
Lo riporta Cnn citando alcune fonti, secondo le quali dopo giorni di attacchi Israele è finora riuscita possibilmente a ritardare il programma nucleare iraniano solo di qualche mese. Anche se danni significativi sarebbero stati causati all'impianto di Natanz, quello di Fordow è rimasto finora praticamente intatto, prosegue Cnn.
 
E se Israele vuole colpirlo ha bisogno, secondo gli esperti, dell'aiuto americano. Questo pone un dilemma per Donald Trump, che per ora sta evitando un coinvolgimento americano in una costosa e complessa guerra in Medio Oriente. Gli Stati Uniti e Israele, mette in evidenza Cnn, differiscono spesso nell'interpretazione delle informazioni sul programma nucleare iraniano, sebbene le condividano.

 

A CHE PUNTO È L'ATOMICA

Francesco Semprini per “La Stampa” - Estratti

 

L'operazione "Raising Lion", iniziata da Israele la notte tra il 12 e il 13 giugno, ha l'obiettivo di «smantellare il programma di armamento atomico dell'Iran», colpendo siti nucleari, vertici militari e scienziati di rilevanza strategica. Secondo le forze di Difesa israeliane l'Iran era a un passo dal dotarsi della bomba nucleare, considerazione nata sulla base di un rapporto della Agenzia atomica delle Nazioni Unite (Aiea).

DONALD TRUMP - G7 A KANANASKIS IN CANADA

 

A guerra in corso il dibattito verte sulla realtà dei fatti: la Repubblica islamica stava davvero per dotarsi dell'arma atomica? 

 

Teheran ha un programma nucleare civile da oltre cinquant'anni. Nel 1958 entra a far parte dell'Aiea, nel 1967 gli Stati Uniti gli forniscono un reattore di ricerca nell'ambito del programma "Atomi per la Pace". Tre anni dopo ratifica il Trattato di non proliferazione di armi nucleari.

 

Nel 1979 la rivoluzione porta al potere il regime degli ayatollah e, cinque anni dopo, gli Usa lo designano Stato sponsor del terrorismo e impongono ampie sanzioni. La situazione cambia prospettiva nel 2002 quando impianti nucleari iraniani segreti vengono scoperti vicino alle città di Natanz e Arak.

 

TULSI GABBARD

L'anno dopo la Guida Suprema emette una fatwa che vieta lo sviluppo di armi nucleari. Nel 2006 l'Aiea deferisce l'Iran all'Onu per inadempienza perché verifica attività di arricchimento dell'uranio prima mai rilevate. Il Consiglio di Sicurezza impone le prime sanzioni a Teheran, che però non si ferma e nel 2009 viene scoperto un impianto nucleare segreto a Fordow. Così il Cds estende le sanzioni, incluso il divieto di dotarsi di missili balistici a capacità nucleare.

 

Le rivelazioni degli anni 2000 suscitano allarme nelle capitali mondiali, da allora il programma nucleare di Teheran è oggetto di intensi dibattiti e di una fitta diplomazia internazionale, culminati nel 2015 in un accordo nucleare.

 

Accordi e disaccordi Il Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa) è il frutto di un percorso negoziale messo a segno dal presidente iraniano Hassan Rohani e da quello americano Barack Obama assieme ai partner europei. Nel 2018 l'America di Donald Trump si sfila dall'intesa e vara una fase di «massima pressione possibile» sulla Repubblica islamica, salvo annunciare nel 2025 la ripresa di colloqui bilaterali (indiretti) tra i suoi emissari e la squadra del ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi. Il tutto dopo vani tentativi rincorsi durante l'interregno di Joe Biden in Usa. L'ultimo round di colloqui era previsto domenica scorsa, ma l'offensiva dello Stato ebraico ha congelato il negoziato.

 

iran sito nucleare

«L'Iran ha ripetutamente affermato che il suo programma nucleare serve solo a scopi pacifici. Le armi nucleari non hanno posto nella nostra dottrina nucleare», dichiara un portavoce del governo di Teheran nell'aprile 2024, ribadendo che il programma nucleare è del tutto pacifico e finalizzato a produrre combustibile per la centrale elettrica di Bushehr.

 

Negli ultimi mesi, tuttavia, i funzionari iraniani hanno parlato pubblicamente della possibile necessità di armi nucleari, mentre il negoziato rallentava sul nodo della fine dell'arricchimento dell'uranio da parte della Repubblica islamica imposto come condizione inderogabile da Trump. Una parte di esperti, citata dal Financial Times, ritiene che, nonostante tutto, non vi è prova che l'Iran abbia deciso di costruire una bomba atomica.

 

Così come l'intelligence Usa nella "Valutazione Annuale delle Minacce", pubblicata il 25 marzo scorso, asseriva: "Continuiamo a ritenere che l'Iran non stia costruendo un'arma nucleare".

benjamin netanyahu

 

 Il 31 maggio 2025 l'Aiea invia all'Onu un rapporto aggiornato, sottolineando violazioni e sollevando timori. Il direttore Rafael Grossi parla di «omessa collaborazione»; impossibilità di verificare se il programma nucleare civile sia esclusivamente civile; considerevole aumento della produzione e dell'accumulo di uranio altamente arricchito (quasi sufficiente per costruire un bomba, che però ancora non c'è).

 

i siti nucleari iraniani

Secondo l'Aiea in meno di una settimana l'Iran avrebbe potuto avere abbastanza uranio arricchito al 90% per l'arma nucleare, «sebbene questo da solo non sia sufficiente per avere l'arma, per cui sono necessari tempo e tecnologia». Per Israele però è sufficiente a far scattare la "Rinascita del Leone".

 

 

impianto nucleare di Fordow in iran siti nucleari iraniani colpiti da israeleIRAN - I SITI NUCLEARI tulsi gabbard 4

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...