CAFONALINO - IL MINISTRO DEL LAVORO SACCON SACCONI, NON AVENDO UN CAZZO DA FARE, SCODELLA UN LIBRO, ''AI LIBERI E FORTI'', UN ''NUOVO MANIFESTO DEL CENTRODESTRA'' CHE È UN DE PROFUNDIS PER SILVIO - INTORNO ALLA CARA SALMA, ALFANO, MARONI, DE RITA. VESPA OFFICIA IL REQUIEM, QUAGLIARIELLO E GASPARRI E LA SOTTOSEGRETARIA ROCCELLA ACCENDONO IL CERO, DE MICHELIS SBADIGLIA E DON STURZO SI RIVOLTA NELLA TOMBA…

Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo


(ASCA) - "L'elasticita' sociale ma anche politica'' delineata nel libro di Sacconi ''Ai liberi e forti'' permette ''alleanze di scopo'' che permettono di realizzare un ''nuovo manifesto del centrodestra''.

E' quanto ha affermato il ministro Roberto Maroni (Lega Nord) intervenendo in serata alla presentazione del libro di Sacconi insieme al segretario del Pdl Angelino Alfano e il sociologo Giuseppe De Rita.

Richiamandosi alle teorie di Sacconi , Maroni ha sottolineato che ''e' giunto il momento dell'evoluzione''. E ha parlato di una ''nuova fase che puo' partire tra non molto per una rinnovata alleanza nel centrodestra'' in cui, ha sottolineato Maroni, ''noi ci staremmo col nostro nome, perche' siamo una grande famiglia''.

Sollecitato da alcune domande di Bruno Vespa in veste di moderatore che gli ha chiesto se per lui conta la fedelta' agli elettori, viste anche le polemiche con Bossi, Maroni ha invitato a non credere a tutto quello che si dice o si scrive: ''Siamo una grande familgia. Non credete a tutto quello che scrivono i giornali. Certo non tutto e' inventato, ma le cose non sono proprio cosi', come si raccontano''.

Quella di Maroni e' stata la parentesi politicamente piu' esplicita ed attuale in un dibattito che e' stato molto sfumato e tutto sommato rivolto ad accreditare un patrimonio culturale e valoriale che -come e' testimoniato nelle intenzioni del libro di Sacconi- dovrebbe qualificare un centrodestra per troppo tempo schiacciato sull'ideologia del ''fare'': di quella filosofia che ha caratterizzato la nascita dell'era Berlusconi e che a giudizio degli stessi esponenti di centrodestra mostra abbondanti segni di esurimento della sua spinta propulsiva al punto che dal pragmatismo si e' passati al ghe pensi mi.

E' questa preoccupazione che ha fatto da filo conduttore all'intero dibattito. Lo stesso Alfano lo ha confermato parlando di ''scelte di governo che devono nascere, a monte, dai valori per approdare, a valle, alle decisioni concrete''.

Con ''liberta' poetica'' Alfano ha aggiunto una domanda: ''Siamo stati coerenti con i nostri valori? Io dico di si': abbiamo agito -ha affermato- per i piu' deboli, abbiamo pensato alla famiglia, difeso la vita. Ma dobbiamo riconoscere che per la complessita' del tempo storico non abbiamo potuto fare tutto, ma il possibile. Abbiamo governato in tempi di crisi. E sui problemi economici non chiediamo attenuanti generiche perche' abbiamo fatto il possibile. E' tutto l'Occidente che e' in crisi''. E dal libro di Sacconi, Alfano ha detto di riscontrare il riconoscimento della ''coerenza del partito'', del Pdl.

Alla domanda se in futuro il Pdl pensa di fare da solo o di unirsi ad altri, Alfano ha risposto dicendo che ''il principio della scelta, da parte del popolo, del governo e' il midollo della democrazia, toccarlo vorrebbe dire mettere in discussione questa fondamentale regola della democrazia moderna''. Alfano che ha difeso il concetto di alleanze politiche, presenti gia' nell'impostazione di don Sturzo, ha pero' messo in guardia dalla messa in discussione del bipolarismo che potrebbe produrre ''insalate indigeste''.

Alfano si e' richiamato al ''bene comune'' per auspicare convergenze virtuose in parlamento su singoli aspetti ''perche' non c'e' bisogno -ha detto- di fare cadere un governo per fare buone scelte''.

Una critica e' stata espressa da De Rita quando ha sottolineato che ''i politici sono tutti bravini, ma quando si tratta di fare un'elaborazione generale le cose cambiano''. Per De Rita -che su questo ha espresso un apprezzamento a Sacconi- il problema e' quello di ''recuperare una tradizione'' e infatti ''nessuno sembra capace di reinventare la tradizione''. E' in questa chiave che per De Rita va letta ''l'idea abbastanza diffusa di un partito nuovo'' capace di realizzare questo recupero.

Sacconi, ha raccolto le osservazioni confermando che ''ebbene si', e' giusto in questo tempo di insicurezza recuperare cio' che ha resistito''. ''Si' -ha aggiunto- si tratta di conservare valori di una cultura, della tradizione.

E in questo senso occorre rivalutare il termine conservatori, come capacita' di conservare e riprogettare''. Sacconi ha indicato la strada di ''una laicita' adulta che si ancora ai valori della tradizione, della persona, della famiglia e della vita''. In quest'opera ha indicato la necessita' di evitare ''il pericolo del relativismo'' e per farlo, ''sapere che ci aiuta l'universalismo cristiano''.

In una platea affollata e un po' distratta, anche a causa di un'acustica insufficiente all'interno del Tempio di Adriano, in Piazza di Pietra, si sono notati molti parlamentari del Pdl, tra cui Quagliariello e Gasparri e la la sottosegretaria Roccella. Presenti anche esponenti cattolici, rappresentanti di quei movimenti e associazioni che hanno dato vita nei giorni scorsi al forum di Todi.

 

VESPA ALFANO SABINO ACQUAVIVA E GIUSEPPE DE RITA ROBERTO MARONI BRUNO VESPA RIMANENZE SOCIALISTE GIANNI DE MICHELIS GENNARO ACQUAVIVA PIERFRANCESCO GUARGUAGLINI MAURIZIO SACCONI VALERIA LICASTRO OSVALDO NAPOLI ANTONIO MARTUSCELLO MAURIZIO SACCONI ROBERTO MARONI NELLO MUSUMECI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?