rai tg1 kursk battistini chiocchi rossi meloni putin

TELE-MELONI METTE NEI GUAI L’ULTRA-ATLANTISTA GIORGIA – IL CASO DELLA GIORNALISTA RAI STEFANIA BATTISTINI, NEL MIRINO DELLA RUSSIA PER AVER RACCONTATO QUELLO CHE SUCCEDE NEL TERRITORIO DI KURSK, CREA IMBARAZZO ALLA MELONI – IL DG ROSSI E L’AD USCENTE SERGIO HANNO VOLUTO A TUTTI I COSTI RIPORTARE IN ITALIA LA REPORTER, MENTRE IL DIRETTORE DEL TG1 CHIOCCI ERA CONTRARIO – MA I SERVIZI ITALIANI, D’ACCORDO CON MOSCA, AVEVANO TROVATO UN COMPROMESSO: LASCIARE BATTISTINI IN UCRAINA, SPOSTANDOLA A KIEV – LA DUCETTA È INCAZZATA NERA CON IL FEDELISSIMO ROSSI, PERCHÉ LA SCELTA DI RIMPATRIARE LA GIORNALISTA APPARE UN CEDIMENTO AI DIKTAT RUSSI. E SI AGGIUNGE ALLE SPACCATURE CRESCENTI NELLA MAGGIORANZA SULL’APPOGGIO ALL’UCRAINA (VEDI CROSETTO)…

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

STEFANIA BATTISTINI - INVIATA TG1

Un enorme pasticcio aziendale, capace di trasformare uno scoop mondiale in una fuga. Una decisione assunta dal dg della Rai Giampaolo Rossi e dall’ad Roberto Sergio, ostinatamente. Che interpreta forse un sentimento crescente in settori dell’esecutivo, critici verso l’attacco ucraino sul suolo russo. E che adesso, però, imbarazza l’Italia con gli alleati e infastidisce Palazzo Chigi.

 

È un giallo politico e diplomatico, quello del rientro precipitoso a Roma imposto a Stefania Battistini. Nato da un servizio esclusivo nelle campagne di Kursk, ma diventato caos ai piani alti della tv pubblica. Ricostruiamolo, avvalendoci di fonti interne a viale Mazzini, agli Esteri e alla Presidenza del Consiglio.

 

giampaolo rossi roberto sergio

È estate piena e Battistini agisce con discrezione e rapidamente. Grazie ai suoi contatti, riesce a entrare in Russia – nella porzione di territorio occupato dagli ucraini – e racconta per immagini a bordo di un tank di Kiev le enormi falle nella difesa di Mosca. Il Cremlino è furioso. Minaccia. È il primo bivio, un caso mediatico che diventa diplomatico e politico.

 

Ai vertici di viale Mazzini – raccontano fonti aziendali - la preoccupazione è massima. La paura è che tutto sfugga di mano. Si ipotizza perciò quasi immediatamente un rientro anticipato dell’inviata in Italia. A premere per questa soluzione è soprattutto Rossi. Il direttore del Tg1 Gianmarco Chiocci – da tempo in profondo freddo proprio con il dg - è invece per una linea di compromesso e favorevole a lasciare Battistini sul terreno, spostandola però da Sumy a Kiev. Si media e si raggiunge un’intesa di massima.

 

meloni viale mazzini rai

Si muovono ovviamente anche i servizi, si apprende. Considerano la soluzione costruita per Battistini praticabile. Come sempre in questi casi, parlano con la controparte russa. L’obiettivo è evitare ritorsioni. Tra queste, anche possibili restrizioni – o addirittura la chiusura – della sede Rai di Mosca. La Farnesina si muove in questa direzione, con la stessa soluzione in tasca: Battistini nella capitale ucraina, qualche segnale distensivo al Cremlino per alleggerire il clima.

 

[…]  E invece, è proprio a questo punto che i vertici Rai imprimono un’improvvisa accelerazione. Rossi e Sergio decidono di far rientrare Battistini. La cronista, raccontano varie fonti sul campo, non la prende bene. Vorrebbe restare. Lavora sul fronte da più di due anni e viene invitata alla ritirata dopo un colpo giornalistico del genere. Il segnale è evidentemente deflagrante, perché si inserisce in un quadro di enorme difficoltà diplomatica che sta già lacerando il governo italiano dal giorno dell’invasione di Kursk.

 

marco chiocci

L’esecutivo, infatti, sbanda paurosamente fin dalle prime notizie del contrattacco di Kiev. Il primo a esporsi è Guido Crosetto: nessun Paese, dice, deve invaderne un altro, «è un principio generale». Uno smarcamento che mette in difficoltà Meloni e spinge Palazzo Chigi a far esporre alcuni parlamentari a favore dell’offensiva di Kiev, giudicato utile alla futura trattativa di pace. Ma non basta.

 

tg1 servizio di stefania battistini e simone traini con l esercito ucraino nella regione di kursk in russia 3

Il governo ribadisce di non voler consentire l’utilizzo di armi italiane per colpire target in Russia, facendo storcere il naso agli alleati occidentali. La Lega intanto, per bocca del capogruppo Massimiliano Romeo, critica duramente l’azione dell’Ucraina: «Il tentativo di incrementare il proprio capitale spendibile al tavolo negoziale con gli attacchi sul suolo russo potrebbe comportare un’escalation militare che allontana una soluzione pacifica». […]

 

Ecco il quadro in cui si inserisce la decisione dei vertici aziendali Rai. Una mossa che, almeno secondo fonti diplomatiche a lei vicine, non sarebbe piaciuta a Giorgia Meloni. La ragione sta nell’enorme rischio di mostrarsi troppo cedevoli di fronte alle pressioni di Mosca.

 

giampaolo rossi foto di bacco (8)

Sia chiaro, la premier si muove su questo terreno con enorme cautela e non esiterà, se necessario, a ricalibrare la linea dell’esecutivo in caso di vittoria di Donald Trump. Già da qualche settimana difende le ragioni di Kiev con un po’ meno intensità di un tempo. Al momento, però, non può e non vuole scoprirsi sul fronte atlantico. E potrebbe manifestare questa linea già nei prossimi giorni.

Stefania Battistini Simone Traini

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…