1- IL DIAVOLO VESTE CARINE ROITFELD! PAZZESCO PARTY A NEW YORK PER CELEBRARE L’EX DIRETTORA (SILURATA) DI “VOGUE FRANCE” CHE LANCIA LA SFIDA ALLA ZARINA DELLA MODA INTERNAZIONALE ANNA WINTOUR (“VOGUE AMERICA”) CON UN SEMESTRALE: ‘’CR’’ 2- ‘’CR’’ È STRUTTURATO COME FOSSE UN VERO PROGETTO ARTISTICO SU CUI LA “CURATRICE-DIRETTRICE” SCODELLA ARTISTI FAMOSI, ANCHE ITALICI (NAN GOLDIN, LUCA GUADAGNINO, MONDINO, LAGERFELD, TOM FORD, PIERPAOLO FERRARI, ETC). SI PARLA SEMPRE DI VESTITI, MA CON CODICI NUOVI, PIÙ VICINI AI LINGUAGGI DELL'ARTE E DELLA CONTEMPORANEITÀ 3- UN PARTY DI PERSONAGGI FROCIO-PICCHIATELLI ZEPPO DI “INFILTRATI” VOGUE: SOLO PER CITARE GLI ITALIANI, C’ERANO ANNA DELLO RUSSO, EDITOR DI ‘’VOGUE JAPAN’’; GIOVANNA BATTAGLIA, DI ‘’VOGUE UOMO’’ (NONCHÉ FIDANZATA DEL FIGLIO DI CARINE); FRANCESCO CARROZZINI, FOTOGRAFO E FIGLIO DI FRANCA SOZZANI, ZARINA DI ‘’VOGUE ITALIA’’

Foto da www.nymag.com e www.style.com

1- DAGOREPORT - AL PARTY DI CARINE NON MANCA "VOGUE"
Carine Roitfeld ha festeggiato il lancio del suo ‘fashion book' semestrale con una serata al Frick Museum nell'Upper East Side. L'evento era sponsorizzato da Mercedes-Benz, e l'ex editor di Vogue Paris ha specificato il dress code: smoking (cravatta nera) per gli uomini, abito lungo per le donne. "E' un po' demodé, ma volevo fare una cosa diversa, più classica. In fondo, sono una nonna ormai".

La figlia di Carina, Julia Restoin-Roitfeld, che indossava un Dolce & Gabbana nero, ha appena avuto una figlia, e si è detta "molto onorata" del fatto che la madre avesse scelto la nascita come tema per il primo numero.

Tra gli italiani, Riccardo Tisci di Givenchy, Renzo Rosso creatore di Diesel, Margherita Missoni, il fotografo Mario Sorrenti. Dopo l'uscita non così pacifica da "Vogue" di Carine Roitfeld, non sorprende l'assenza di Anna Wintour. Secondo molti, la Roitfeld ha mollato di colpo la direzione del mensile francese quando ha capito che non avrebbe mai preso il posto della Wintour.

Eppure, era pieno di "infiltrati": solo per citare gli italiani, c'erano Anna Dello Russo, editor di Vogue Japan; Giovanna Battaglia, di Vogue Uomo (nonché fidanzata del figlio di Carine, Vladimir Restoin-Roitfeld); Francesco Carrozzini, fotografo e figlio di Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia.


2- DA VOGUE A CR, LA «RINASCITA» DI CARINE
Gianluigi Colin per il "Corriere della Sera"

Il dado è tratto. È ufficialmente nata CR, acronimo che sottintende Carine Roitfeld: un nome, una vera leggenda nello star system della moda. E oggi, anche un marchio scritto in oro e in grandissima dimensione a metà di ben due copertine. La grande sfida editoriale di Carine Roitfeld (in particolare al gruppo Condé Nast e ancor di più alla sua rivale Anna Wintour) è stata dichiarata sabato sera con un party che già nella scelta del luogo e dell'ospite d'onore è una vera dichiarazione d'intenti.

Il luogo? Il più piccolo, aristocratico ed elegante museo degli Stati Uniti, sicuramente uno dei più amati a New York: quello della Frick collection, che si affaccia sulla Fifth Avenue e che ospita quadri di autori come Tiziano, Rembrandt e van Dick. L'ospite? Ryuichi Sakamoto, probabilmente il pianista e compositore più raffinato al mondo che ha suonato con pazienza alcuni suoi pezzi nonostante l'insopportabile brusio di sottofondo della festa. Come dire: la nuova iniziativa editoriale è nel nome della cultura. E, in qualche modo, è davvero così.

Intanto, non è un mensile ma un semestrale. Non è una rivista, ma, come recita il titolo di presentazione, un «fashion book», un vero «libro» di circa 344 pagine, di cui 80 di inserzionisti. Diffusione: il mondo. Ha una doppia copertina realizzata da Bruce Weber e anche un duplice verso di lettura: da una parte, una ragazza sorridente (l'esplosiva modella e attrice Kate Upton) con tanti pulcini tra le mani, dall'altra, una bambina che tiene in braccio un neonato. A metà, il libro, bisogna girarlo. Una copertina che, a parte il richiamo alla nascita del primo numero, evoca anche la vicenda personale di Carine, diventata nonna solo qualche mese fa (incredibile a dirsi, ammirandola nella sua bellezza dei suoi 58 anni).

E poi, l'invenzione di un tema portante («La rinascita») e di un nuovo linguaggio fotografico: CR è strutturato come fosse un vero progetto artistico su cui la «curatrice-direttrice» presenta nuovi e conosciuti fotografi/artisti di talento (Nan Goldin, Michael Avedon, Luca Guadagnino, Brigitte Niedermair, Jean Baptiste Mondino, Karl Lagerfeld, Tom Ford, Pierpaolo Ferrari, Sebastian Faena) con uno stile sofisticato e innovativo, meno standardizzato e più immaginifico. Si parla sempre di vestiti, ma con codici nuovi, più vicini ai linguaggi dell'arte e della contemporaneità.

«È il sogno di una vita migliore perché la moda è fatta per i nostri sogni» scrive la Roitfeld nel suo editoriale di apertura. E aggiunge: «CR è lo spazio per queste fantasie, per i vestiti più incredibili, per le donne più belle catturate dai fotografi più visionari. Noi celebriamo il genio e il potere della moda dei creatori più brillanti anche per le generazioni che verranno».

Una vera «rinascita», dunque: soprattutto dopo le avventure con Vogue e con il gruppo editoriale Condé Nast che l'ha portata a lasciare la direzione di Vogue Francia. Vi ricordate il film Il diavolo veste Prada? Della rivalità tra le due direttrici? Bene, lei è quella francese.
Per la Roitfeld questa avventura è molto più di una qualsiasi operazione editoriale. È la messa in gioco della propria immagine, della sua stessa identità.

Non a caso, infatti, la testata porta il suo nome: una identificazione totale e un messaggio chiaro a tutti: stilisti, inserzionisti, artisti e soprattutto concorrenti. Ai lettori il giudizio finale. Nel frattempo, dalle sale della Frick Collection, da vera regina della moda Carine Roitfeld sembra usare lo stile del Re Sole e dice al mondo: «CR, c'est moi».

 

Waris Ahluwalia Demet Muftuoglu Eseli Vladimir Restoin Roitfeld Carine Roitfeld Christian Restoin Julia Restoin Roitfeld Victor Alfaro Mario Sorrenti Dennis Freedman Nan Bush Mary Frey Susan Standen and Style coms Dirk Standen Stephen Sumner Glenda Bailey James Kaliardos Stephen Alesch Stephen Gan Carine Roitfeld Sofia Sanchez

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”