meme draghi condizionatore

ABBASSARE IL CONDIZIONATORE SERVIRA' DAVVERO A QUALCOSA? - L'OPERAZIONE DI FAR SALIRE DI UN GRADO LA TEMPERATURA NEGLI UFFICI PUBBLICI IN ESTATE RISCHIA DI AVERE SOLO UN VALORE SIMBOLICO: E POI CHI CONTROLLA? - SOLO SE SI ESTENDESSE LA MISURA ANCHE ALLE FAMIGLIE SI RISPARMIEREBBE IL 7% DEL CONSUMO DI GAS - SECONDO L'AGENZIA INTERNAZIONALE DELL'ENERGIA COMUNQUE VANNO RIDOTTI I CONSUMI O RISCHIAMO LO SHOCK PETROLIFERO. COME? LIMITE DI 10 KM/H IN MENO IN AUTOSTRADA, PIÙ SMART WORKING, DOMENICHE SENZA AUTO E...

1 - DIVIETO DI FRESCO

Sandro Iacometti per “Libero Quotidiano

 

MEME SU DRAGHI E IL CONDIZIONATORE

Per la pace, purtroppo, bisogna attendere. Ma la stretta sui condizionatori, invece, è dietro l'angolo. Il piccolo sacrificio di cui Mario Draghi, suscitando anche un po' di perplessità, è tornato a parlare qualche giorno fa nella sua intervista al Corriere della Sera prenderà forma domenica primo maggio.

 

Quel giorno, festa dei lavoratori, saranno quasi tutti a casa. Ma dal lunedì successivo statali e dipendenti delle controllate del Tesoro avranno a disposizione "un grado in meno" per combattere la canicola stagionale che si prepara a farci sudare.

 

MEME DRAGHI CONDIZIONATORE

Eh sì, perché entrerà in vigore l'emendamento, squisitamente draghiano nello spirito ma tutto grillino nella stesura (prima firma Angela Masi e riformulazione del viceministro Laura Castelli), al decreto bollette, che dispone nuovi limiti per la temperatura, fino al 31 marzo 2023, in tutti gli uffici pubblici, tranne ospedali, cliniche e case di cura: 27 gradi, con un margine di tolleranza fino a 25, per l'estate e 19 gradi, che possono salire fino a 21, per l'inverno. Esattamente un grado di differenza rispetto alle norme, ignorate dai più, in vigore dal 2013.

 

MEME SU DRAGHI E IL CONDIZIONATORE

CONTRIBUTO

Sarà questo, in attesa che il governo riesca a racimolare da qualche parte i 29 miliardi di metri cubi di gas con cui staccarci dalla forniture di Mosca, il nostro contributo contro la guerra in Ucraina.

 

Poca roba? Ad occhio riaprendo senza troppi scrupoli ambientali una centrale a carbone o evitando di bloccare per futili e incomprensibili motivi un rigassificatore o un parco eolico si potrebbe ottenere molto di più.

 

MEME SU DRAGHI E IL CONDIZIONATORE

Figuriamoci poi dando fuoco al famoso Pitesai (Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee) e iniziando a trivellare senza ritegno nell'Adriatico. Ma vuoi mettere quanto sia più ecologicamente corretto crepare dal caldo d'estate e morire di freddo d'inverno?

 

E poi, diciamoci la verità, l'operazione rischia di avere un altissimo valore simbolico, ma un effetto quasi nullo sul piano concreto. Per gli incorreggibili amanti del fresco è prevista una multa da 500 a 3mila euro.

 

Ma ve li immaginate gli ispettori che girano per gli uffici dei ministeri armati di termometro per misurare la temperatura, come dice la legge, nei singoli ambienti di ciascuna unità immobiliare?

 

MARIO DRAGHI

Insomma, sul piatto, quando sarà il momento di fare i calcoli, resterà probabilmente solo quello che i sostenitori della norma chiamano l'aspetto educativo. «Mi ricorda mia madre che mi diceva "quando esci dalla stanza spegni la luce"», ha detto il ministro della Pa, Renato Brunetta.

 

«Dobbiamo dare il buon esempio tagliando gli sprechi e sensibilizzando i cittadini a razionalizzare i consumi», ha spiegato la cinquestelle Masi.

 

FAMIGLIE

Resta da capire se l'operazione "pace o condizionatori" verrà estesa anche alle famiglie. Vincoli sul caldo e il freddo esistono già. Nelle abitazioni private, ad esempio, non si dovrebbero superare i 20 gradi in inverno con fasce di accensione specifiche dei termosifoni in base alle sei zone in cui è divisa l'Italia. Si va dal 15 ottobre, a Milano e Bologna, fino al 1 dicembre a Palermo e Catania.

 

MEME SU DRAGHI E IL CONDIZIONATORE

In questo caso c'è chi sostiene che la riduzione di un grado potrebbe portare ad un risparmio del gas di circa il 7%. Altra ipotesi è quella di intervenire sull'energia consumata dai comuni, magari attraverso la riduzione dell'orario dell'illuminazione pubblica, o dei condomini, applicando lo stesso criterio sulle luci delle parti comuni.

 

Ma se si procedesse di questo passo bisognerebbe interrogarsi sul confine tra la giusta riduzione degli sprechi e il razionamento dell'energia.

 

Quando finisce il primo e inizia il secondo? Avere il buio nelle strade o nel pianerottolo è un sano modo di affrancarci dal gas di Putin (oltre a difendere l'ambiente) oppure è una misura emergenziale che ricorda l'austerity degli anni 70? Basta intendersi.

 

Anche perché la diversificazione delle fonti energetiche a cui sta lavorando il governo sembra procedere a rilento, gli stoccaggi di metano sono semivuoti e nessuno vuole riempirli e dal prossimo mese scatterà il ricatto di Putin sul pagamento del gas in rubli.

 

Nulla di strano, dunque, se questo fosse il primo passo dell'inevitabile razionamento che lo stesso Draghi non ha escluso dal novero delle ipotesi. Ma nasconderlo dietro una specie di flash mob a favore del "friday for future" di Greta, forse, non è il modo migliore di affrontare la sfida.

 

2 - ALLARME DELL'AGENZIA AIE: RICORSO RECORD ALLE SCORTE, VANNO MODERATI I CONSUMI

Giusy Franzese per “Il Messaggero

 

pompe di benzina 4

Il risparmio più consistente, circa 470 mila barili al giorno, si potrebbe avere se i governi varassero misure per aumentare il car sharing. Ma anche le domeniche senza auto, le targhe alterne nei giorni feriali, lo smart working e le riunioni d'affari da remoto, potrebbero aiutare a ridurre in modo consistente i consumi energetici.

 

L'Aie, l'Agenzia Internazionale dell'Energia, ritorna a proporre ai governi il suo piano in dieci punti per arrivare al prossimo inverno immuni da un devastante shock petrolifero. Perché il rischio non è poi così improbabile.

 

meme sulla benzina 3

A far scattare i campanelli di allarme sono i livelli di scorte di petrolio immessi sul mercato per contrastare l'aumento dei prezzi dell'oro nero che avrebbe conseguenze nefaste sulle economie occidentali a partire da un rialzo ancora più accentuato dell'inflazione.

 

Mai - fa sapere l'Aie nel suo report sul mercato petrolifero di aprile - ci si era rivolti alle scorte di emergenza in queste proporzioni. Tra il primo e il secondo accordo sui rilasci collettivi (primo marzo e primo aprile) promossi proprio dall'Aie tra i suoi 31 membri, siamo arrivati a 120 milioni di barili. È il più grande rilascio di scorte di petrolio avvenuto sinora.

Gli Stati Uniti contribuiranno per la metà del nuovo rilascio, ovvero 60 milioni di barili. Anche l'Italia sta facendo la sua parte, con un rilascio tra marzo e aprile di 7 milioni di barili.

 

consumi

L'azione collettiva dei paesi membri dell'Aie si svolge mentre la quantità di petrolio russo che raggiunge i mercati internazionali - si spiega nel Rapporto - continua a diminuire.

 

All'inizio di aprile, la produzione russa era diminuita di 700.000 barili al giorno, entro fine mese il calo probabilmente raggiungerà un milione e mezzo di barili al giorno. E da maggio - con l'embargo di cui si sta discutendo a Bruxelles - la cifra potrebbe nuovamente raddoppiare arrivando a tre milioni al giorno.

 

Attingere alle scorte comuni è sicuramente una misura efficace per garantire gli approvvigionamenti a prezzi equi. Ma adesso il problema diventa un altro: per quanto tempo si potrà andare avanti così?

 

smart working in campagna 4

IL DECALOGO

Con questo nuovo piano di rilascio si è arrivati a movimentare l'8% delle scorte complessive (i 31 membri Aie hanno a disposizione un miliardo e mezzo di barili). Quindi siamo ancora abbondantemente sotto la linea di allerta. Ma il fattore tempo diventa sempre più determinante.

 

E così la stessa Aie ripropone il suo piano in dieci punti suggerito ai governi con le azioni pratiche da far adottare ai cittadini. Alcune, in realtà, non rappresentano nemmeno dei sacrifici enormi.

smart working 2

 

Più che altro si tratta di cambi di abitudini. Prendiamo il primo punto del decalogo: ridurre i limiti di velocità sulle autostrade di almeno 10 km all'ora. Secondo l'Aie si risparmierebbero circa 290 mila barili/giorno di consumo di petrolio dalle auto e altri 140 mila barili/giorno dai camion.

 

Secondo suggerimento: lavorare da casa fino a tre giorni alla settimana. Per ogni giorno di smart working - calcola l'Aie - si risparmiano circa 170 mila barili. Terzo suggerimento: le domeniche senza auto (95.000 barili a domenica risparmiati).

 

biciclette

Se poi nei giorni feriali venissero imposte le targhe alterne, si aggiungerebbe un risparmio di 210 mila barili al giorno. Utilizzare di più i mezzi pubblici o le biciclette, farebbe risparmiare altri 330 mila barili/giorno.

 

Nel decalogo - comportamenti che dovrebbero essere incentivati dai governi - anche la promozione di una guida efficiente per i camion merci e la consegna delle merci, l'utilizzo di treni ad alta velocità e notturni invece degli aerei ove possibile, meno viaggi aerei d'affari dove esistono opzioni alternative, incentivi all'utilizzo di veicoli elettrici.

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)