giorgia meloni alessandra ghisleri

FATE RISUONARE NELLA REDAZIONE DI “REPUBBLICA” LE PAROLE DI ALESSANDRA GHISLERI: “GIORGIA MELONI? PIÙ VIENE ATTACCATA, PIÙ CRESCE” – “IL RISCHIO VERO CHE PUÒ FAR PERDERE VOTI MODERATI AD UNA COALIZIONE SI CONCRETIZZA SE SI SPINGE TROPPO L'ACCELERATORE, PONENDO CONFINI NETTI E RENDENDO IMPOSSIBILE AI PROPRI ALLEATI DI PORTARE AVANTI LE LORO ISTANZE. LA COALIZIONE DEVE LAVORARE INSIEME” – “AL CENTRODESTRA CONSIGLIO DI PARLARE AL PAESE E NON DI CHI COMANDA, NON CADERE NELLA LITE DI CORTILE..."

Anna Maria Greco per “il Giornale”

 

alessandra ghisleri

Alessandra Ghisleri, regina dei sondaggi e direttrice di Euromedia Reserch, di consigli ai politici ne ha da dare tanti, ma uno prima di tutti: parlate dei problemi del Paese e non di lotte di potere.

 

A due mesi dal voto i sondaggi danno una netta prevalenza del centrodestra, quante probabilità ci sono che gli equilibri cambino?

«Il problema è che il perimetro delle coalizioni non è ancora ben definito, soprattutto per il centro sinistra, tuttavia molte discussioni e liti all'interno di ciascun area rendono difficile fare oggi valutazioni a lungo periodo.

 

giorgia meloni foto di bacco

Fino a ieri i sondaggi fotografavano una posizione di lungo respiro, ma ora non sappiamo ancora chi si allea con chi. Se consideriamo il centrodestra un blocco unito, al momento è in vantaggio anche perché al centrosinistra manca la definizione delle alleanze.

 

Bisogna ancora capire come arriveranno al voto Pd e M5S ad esempio. Molte cose possono avere un'evoluzione nuova».

 

Il profilo di destra della Meloni, che guida il primo partito in Italia a quanto sembra, potrebbe spaventare l'elettorato moderato?

«Ci sono in realtà due primi partiti, Pd e FdI, che hanno preso la volata in questo post-crisi. C'è il desiderio evidente di primeggiare nelle alleanze, una competizione molto forte. Comunque, il voto verso Giorgia Meloni non sarebbe cresciuto così se ci fossero state forti resistenze moderate; ad oggi lei, come è capitato ad altri suoi colleghi in precedenza, più viene attaccata più cresce.

 

GIORGIA MELONI A BOCCA APERTA - PRIMA PAGINA REPUBBLICA - 26 GIUGNO 2022

Un po' com' è successo alla Lega quando superò ampiamente il 30,0%. Il rischio vero che può far perdere voti moderati ad una coalizione si concretizza se si spinge troppo l'acceleratore, ponendo confini netti e rendendo impossibile ai propri alleati di portare avanti le loro istanze.

 

La coalizione deve lavorare insieme, la forza più in auge dev' essere anche generosa verso i suoi compagni di viaggio. Più si alzano i toni e più si desidera imporre il proprio leader, tuttavia in ogni coalizione ci sono più leader...».

 

Su che cosa dovrebbe puntare la campagna elettorale?

«Gli eccessi non premiano, servono proposte che vadano incontro alle persone, ai loro problemi. I toni forti sono giustificati solo se servono ad ottenere importanti risultati in questa direzione».

 

giorgia meloni enrico letta foto di bacco (2)

Sarebbe meglio scegliere il candidato premier dopo il voto?

«Ciò che conta è presentarsi con una visione del Paese, che possa convincere il cittadino ad aderire all'idea. Non servono proposte iperboliche, ma dimostrare che si hanno all'interno della coalizione le competenze per realizzare quegli obiettivi. Oggi si parla molto di Agenda Draghi, tuttavia mentre Mario Draghi non deve trovare consensi ai fini elettorali, per i partiti risulta più complicato».

 

Letta cerca alleati al centro, dopo la frantumazione del M5S, nel nome dell'agenda-Draghi. La polarizzazione che fa la sinistra tra lui e la Meloni a chi giova?

«La polarizzazione giova alla sinistra, divide in bianco e nero, senza le sfumature della coalizione. Per questo a Enrico Letta conviene contrapporsi a Giorgia Meloni che è più lontana da lui, mostrando la sua faccia più moderata».

 

MELONI - SALVINI - BERLUSCONI - FASCIOSOVRANISTI

E lo spazio al centro da chi può essere occupato?

«Il centro non ha un perimetro definito, alcuni partiti ne occupano uno spazio, ma è il consenso che determina quanto è vasto. È l'elettore che definisce gli spazi, i partiti che si definiscono di centro sono diversi e possono occupare l'area a seconda delle loro proposte e della forza di insieme della coalizione» .

 

GIUSEPPE CONTE E LA DEPOSIZIONE DI DRAGHI - BY EDOARDO BARALDI

Il gradimento di Draghi e quello di chi l'ha fatto cadere come escono da questa crisi?

«Il suo indice di fiducia è ancora molto alto, 54-55 %, nella settimana di crisi ha guadagnato 5,4 punti percentuali. Un calo importante hanno avuto invece il M5S, Lega, Fi e anche Di Maio, che è stato indicato come colui che ha innescato la miccia per la rottura con i 5S. Ma sono reazioni a caldo, non si sa quanta memoria ne rimarrà a settembre».

 

SALVINI - BERLUSCONI - MELONI - VIGNETTA BY BENNY

É in corso il vertice del centrodestra lei che consigli dà?

«Di parlare al Paese e non di chi comanda, non cadere nella lite di cortile. Fissare regole chiare sul candidato premier, così gli elettori possono comprendere le regole d'ingaggio e non si distraggono su inutili giochi di potere... e costruire una squadra con precise competenze nei vari settori».

VERTICE CENTRODESTRA A MONTECITORIOgiuseppe conte arriva in senato per seguire il discorso di draghi SALVINI MELONI BERLUSCONIgiorgia meloni su tiktok

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...