
ALTRO CHE ALFANAEV! IN NUOVA ZELANDA “DEPORTANO” LE PERSONE TROPPO GRASSE
Alessandra Baduel per "La Repubblica"
Ci sono nazioni che il grasso lo combattono così: espellendo il portatore della problematica diversità fisica che non riesce a modificare. Albert Buitenhuis, chef sudafricano da sei anni in Nuova Zelanda con la moglie Marthie, si è visto negare il rinnovo del suo permesso di soggiorno per via dei suoi 130 chili di peso per un metro e 78 di altezza, equivalenti a 40 punti nell'Indice di massa corporea.
Per la precisione, le autorità dell'Ufficio immigrazione hanno contestato proprio quei punti, ricordando che l'"obesità grave" parte dai 35. Di conseguenza lo chef «non ha uno stato di salute accettabile»: quel peso lo espone a un rischio significativo di ipertensione, diabete, complicazioni cardiache e vari altri potenziali problemi fisici.
La coppia ha fatto appello al sottosegretario all'Immigrazione Nikki Kaye, specificando che in realtà nel 2007, al momento dell'arrivo, lo chef pesava parecchio di più: una stazza di 160 chili, che stava già aggredendo con la dieta. «Finora», ha detto la moglie Marthie al giornale locale The Press, «ne ha persi 30, ma comunque in tutti questi anni abbiamo avuto il rinnovo del permesso annuale senza alcun problema. L'ironia sta nel fatto che viene espulso proprio quando sta dimagrendo ».
Un portavoce dell'Ufficio immigrazione ha chiarito che il permesso non è stato rinnovato perché «è importante che tutti gli immigrati abbiano un livello accettabile di salute, per ridurre al minimo i costi per i servizi sanitari neozelandesi». Nel frattempo il provvedimento di espulsione è stato sospeso, in attesa della risposta del sottosegretario.
Il fatto è che da poco la Nuova Zelanda si è scoperta terza nazione per percentuale di obesi fra i 34 Paesi sviluppati dell'Ocse, preceduta solo da Stati Uniti e Messico. Le cifre sono chiare: obesità al 28% fra gli adulti e al 10% fra i minori. Nel 1997 la percentuale, tra gli adulti, era al 19% e solo cinque anni fa era al 26%.
Il clima d'allarme contro il grasso in eccesso è tale che fra i progetti per combatterlo è in esame anche quello dell'University of Canterbury di Christchurch, la stessa città dove vivono i Buitenhuis, che propone di limitare i negozi che vendono cibi già pronti. Ma Marthie Buitenhuis spiega ancora a The Press: «Mio marito ha preso chili quando ha smesso di fumare (in Nuova Zelanda vige una legge contro il fumo fra le più severe al mondo, ndr) ma ora la dieta funziona e il suo medico ha certificato che i livelli di colesterolo e pressione del sangue sono sotto controllo».
Il giornale specifica anzi di avere ricevuto un certificato dal medico stesso. Si schiera con la coppia anche l'ex datore di lavoro Don Whyte, manager del Cashemire Club dove Albert era appunto cuoco e Marthie cameriera finché la sospensione del permesso, lo scorso primo maggio, non lo ha costretto a cacciarli.
«Erano ottimi dipendenti», dice Whyte, «sono stati qui per anni, costruendosi una vita e lavorando duro. Lui è sempre stato della stessa stazza, dunque o stabilivano subito che non poteva venire, o adesso devono accettare che resti». E Marthie conclude: «Non siamo criminali, non abbiamo fatto niente di male, a parte il fatto che mio marito è un amante del cibo».




