sgarbi legge patrimonio culturale

ALLARME TRA I COLLEZIONISTI D’ARTE: RISCHIANO DI FINIRE TUTTI SOTTO PROCESSO. ECCO PERCHE’ – STA PER DIVENTARE LEGGE UN VECCHIO DDL ORLANDO-FRANCESCHINI CON IL QUALE SI ISTITUISCONO NUOVI REATI COLLEGATI AI BENI CULTURALI – SGARBI: "LA LEGGE SUGLI OGGETTI ANTICHI FARÀ MORIRE IL COLLEZIONISMO. È STATALISTA, IPERGIUSTIZIALISTA, MICRAGNOSA. MA POSSIAMO TRASFORMARLA IN UNA GRANDE OCCASIONE": ECCO COME

Francesco Grignetti per “la Stampa”

 

BANDITORE

Silenzioso, ma implacabile, quasi per forza d' inerzia, sta per diventare legge un vecchio ddl Orlando-Franceschini che questo Parlamento ha ereditato dalla scorsa legislatura, e su cui il Pd sta investendo molto, con il quale si innalzano le pene e s' istituiscono nuovi reati collegati ai beni culturali.

 

Ci saranno pene draconiane e reati inediti, tipo il «possesso ingiustificato di strumenti per il sondaggio del terreno o di apparecchiature per la rilevazione dei metalli». Comprare un metal detector da spiaggia, sarà un reato punibile con 2 anni di carcere. Anche il semplice collezionista dovrà stare molto attento. Sarà reato se il suo bene culturale dovesse deteriorarsi o distruggersi per incuria.

 

REPERTI RUBATI

Reato grave anche la vendita qualora non sia rispettata una notifica del ministero dei Beni culturali. Peggio ancora, la vendita all' estero.Inevitabili le ripercussioni anche sul mondo di antiquari e case d' asta. Se infatti è più che comprensibile che si perseguitino i tombaroli di casa nostra, chi traffica in reperti dal Medio Oriente in combutta con i terroristi dell' Isis, o i predoni dell' arte che smerciano opere rubate nelle chiese, la legge in arrivo - approvata alla Camera il 22 ottobre scorso, ora all' esame del Senato - ha messo in eccezionale allarme il mondo dei commercianti d' arte.

 

Temono di finire tutti sotto processo. Già, perché la legge ha un difetto d' origine: nello stabilire che il codice penale dovrà adeguarsi ai «delitti contro il patrimonio culturale», non precisa che cosa sia esattamente un bene culturale. Le pene in arrivo sono pesanti: da 3 a 6 anni per il furto di beni culturali, da 4 a 10 anni a chi ne fa ricettazione, da 5 a 14 anni a chi ne fa riciclaggio, da 6 mesi a 2 anni a chi commette violazioni in materia di alienazioni, e così via. Fino alla reclusione da 2 a 5 anni per chi «distrugge, disperde, deteriora, o rende inservibili o non fruibili beni culturali propri o altrui».

 

legge che istituisce nuovi reati collegati ai beni culturali

Ebbene, che cosa è un bene culturale? La legge non lo dice. Si rinvia a un decreto legislativo del 2004, il Codice dei beni culturali e del paesaggio, emendato diverse volte nel tempo, che dà una interpretazione assai vaga e onnicomprensiva. Sostanzialmente, oltre i reperti di preistoria e paleontologia, e la numismatica rara, sono da considerare beni culturali (e quindi rientrano nei delitti di cui si parla) «i manoscritti, gli autografi, i carteggi, gli incunaboli, nonché i libri, le stampe e le incisioni, con relative matrici, aventi carattere di rarità e di pregio».

 

Ovvero, sono bene culturale protetto dalla legge le opere con almeno 70 anni di storia.

francobolli in lire 9

Nella discussione alla Camera si è vista una eccezionale convergenza al di là degli schieramenti. Molti hanno ricordato il caso dei tifosi olandesi che avevano danneggiato la Barcaccia del Bernini e che non avevano subìto neppure un processo in Italia. Ecco, con i nuovi reati in arrivo, spiegava l' onorevole Luca Paolini, Lega: «Anche avessero pagato in base alle normative vigenti, avrebbero rischiato la bellezza di fino a 1 anno di reclusione per danneggiamento e un' ammenda non inferiore a 2.065 euro.

 

Con la normativa che andiamo ad approvare gli anni di galera diventano da 2 a 5 e per avere eventualmente la sospensione condizionale della pena, dovranno prima riparare il danno». Ma se è perfino ovvio difendere con il codice penale il capolavoro di Bernini come un «bene culturale», è normale imporre un' uguale pena a chi abbia in casa un quadro dell' Ottocento e ne causi il deterioramento per incuria?

 

BARCACCIA

Nel coro favorevole alla nuova legge, si è sentita solitaria la voce contraria di Francesco Paolo Sisto, Forza Italia: «Quando andremo nella pratica ad applicare questa normativa - ha detto, da avvocato prima che da onorevole - saranno i cittadini a pagare questa incompetenza».

 

E chi di mestiere commercia oggetti di collezione è ricorso a Carlo Giovanardi, l' ex senatore noto nell' ambiente come collezionista di francobolli. «Potenziali vittime di queste norme - dice - saranno milioni di cittadini che posseggono un bene culturale. Collezionisti, operatori nel settore e case d' asta si troveranno in una situazione tale da paralizzare ogni attività. Auspico che si facciano audizioni per capire gli effetti perversi della legge».

 

sgarbi

2 - "LA LEGGE SUGLI OGGETTI ANTICHI FARÀ MORIRE IL COLLEZIONISMO"

Francesco Grignetti per “la Stampa”

 

Vittorio Sgarbi, lei alla Camera si è opposto in splendida solitudine alla legge in arrivo sui reati collegati ai beni culturali. Perché? «Perché è micragnosa, statalista, ipergiustizialista, ridicola. Però, possiamo trasformarla in una grande occasione». In che senso? «Ne ho parlato con il presidente della commissione Cultura del Senato (il leghista Mario Pittoni, ndr). È d' accordo che occorre una larga serie di audizioni. È indispensabile capire che si ucciderebbe così il collezionismo. Capisco l' amarezza di Bolaffi. Ma c' è molto di peggio».

 

Ovvero?

dario franceschini

«Qui si fa una legge che insegue il dettaglio mentre si perde di vista il quadro d' insieme. Interroghiamoci su che cosa è un bene culturale che sia meritevole di tutela assoluta da parte dello Stato. Io dico: il paesaggio e i centri storici. Sono questi i beni culturali identitari, quelli che costituiscono l' essenza dell' Italia. E allora, come ho detto in faccia ad Andrea Orlando e a Dario Franceschini, intervenendo alla Camera: voi avete permesso la distruzione dei centri storici, e penso a quella povera piazza di La Spezia, e inseguite queste fregnacce dei francobolli, dell' incisione del Settecento o del quadro di un minore dell' Ottocento?».

 

Si tratta di bloccare i vandali dell'archeologia.

«Sono loro i barbari. Anche l' ultimo sindaco dell' ultimo paese si sente in diritto di mettere le mani su centri storici meravigliosi. D'altra parte, come meravigliarsi se il ministero, con il ferrarese Dario Franceschini, illude gli architetti e stanzia i soldi per costruire una nuova ala al palazzo dei Diamanti di Ferrara? Barbari. Quel palazzo dovrebbe essere considerato intangibile come i templi di Segesta».

 

Entriamo nel dibattito del rapporto tra contemporaneità e storia?

sgarbi

«Tutto discende dall'errore primigenio della piramide di Pei al Louvre. Da allora non c'è politico che non ci provi. Ricordo ancora a Bologna il sindaco Guazzaloca che aveva fatto sistemare in piazza Maggiore due "gocce" dell'architetto Cuccinella che erano dei pisciatoi ovali di vetro e cemento. Per fortuna rimossi da Cofferati».

 

Quanto al commercio d' arte?

«Tra Giulia Maria Crespi, che ha il merito storico di avere salvato pezzi d' Italia dal valore inestimabile, e Tomaso Montanari che ha fatto una polemica assurda su un Burri del 1967 che la Crespi voleva vendere, io sto con la Crespi. Capisco il valore di alcuni pezzi, ma allora Monet non andrebbe mai venduto fuori dalla Francia? E un Rosai o un Burri non dovrebbero uscire dall' Italia? Procedendo di questo passo, un Vedova non dovrebbe essere venduto fuori dal Veneto».

andrea orlando

 

C'è pure il nuovo reato di chi fa perizie false.

«Assurdo. L' attribuzione è parte del dibattito tra storici d' arte. Si può discutere per anni, per decenni, se un quadro è di quell' autore o no. Ci si può sbagliare, ma lo studioso è in buona fede. La storia dell' arte è zeppa di questi errori».

palazzo dei diamanti ferrara progetto di ampliamentopalazzo dei diamanti ferrara progetto di ampliamentopalazzo dei diamanti ferrara progetto di ampliamentopalazzo dei diamanti ferrara

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO