GUERRA SENZA LIMITI – ANDREA GUERRA, NEO CONSIGLIERE DI RENZIE, SI PREPARA A INFILARE IL NASO ANCHE NELLA PRIVATIZZAZIONE DELLE POSTE – E I PROSSIMI DOSSIER SUL TAVOLO DELL’EX AD DI LUXOTTICA SONO LA FIBRA OTTICA E LE BANCHE

Daniela Polizzi per "CorrierEconomia - Corriere della Sera"

 

andrea guerra matteo renzi leopoldaandrea guerra matteo renzi leopolda

Non c’è solo l’acciaio dell’Ilva nell’agenda romana di Andrea Guerra 2.0, ossia con addosso i nuovi abiti di consigliere strategico di Matteo Renzi. Il debutto ufficiale è stato a Palazzo Chigi mercoledì 3 dicembre, presente il premier, il sottosegretario Graziano Del Rio e l’intera squadra competente, incluso il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi che del polo di Taranto si occupa in prima persona. E questa settimana è atteso un nuovo tavolo sul caso Ilva con l’obiettivo di varare al più presto un’amministrazione ad hoc, con un decreto speciale, per la più grande azienda siderurgica del Paese. Che includa ipotesi di bad company e spin off di attività. Ma soprattutto le opzioni di intervento rapido, per consentire di raccordare la normativa sull’amministrazione straordinaria e quella sui siti industriali strategici, la cosiddetta Salva-Ilva.

 

MATTEO RENZI A BERSAGLIO MOBILE MATTEO RENZI A BERSAGLIO MOBILE

E Guerra è già pronto sul dossier. Ma il prossimo capitolo è già aperto in via preliminare e porta in calce il nome Poste Italiane. Un primo incontro, informale, con Francesco Caio c’è già stato a Roma la settimana scorsa. È naturale che il terreno del prossimo vertice in calendario l’ex top manager di Luxottica abbia voluto prepararlo così. In modo informale, com’è nel suo stile, che è poi anche quello di Renzi.

 

Guerra conosce il top manager napoletano forse da più di vent’anni. Cioè da quando in Merloni aveva il ruolo di direttore generale che riportava a Caio, ai tempi amministratore delegato del gruppo di elettrodomestici. Un incarico che il nuovo consigliere strategico di Palazzo Chigi ha poi assunto in prima persona. Guerra ha grande stima di Caio, ora alle prese con il tratteggio del percorso che dovrà modellare le nuove Poste in versione privatizzata. Attraverso la quotazione, preferibilmente, o altre soluzioni.

 

La scelta della modalità non spetterà a Guerra che anche qui, come nel caso Ilva e in tutti gli altri che affronterà, non dovrà trovare la cura. Piuttosto, acquisire i sintomi e individuare i mali. Insomma, il profilo del manager, una carriera tra Merloni e Luxottica, è piuttosto quello del diagnosta: radiografa, chiede altre analisi e poi consegna a Renzi il paziente con il quadro clinico. Da ex dirigente al servizio di aziende private sarà inevitabile che proponga anche approfondimenti. Farà da ponte ad altri specialisti, italiani e internazionali, metterà a disposizione le sue relazioni: ospedali o nomi di luminari della medicina. Fuori dalla metafora, farà da ponte tra Renzi e il mondo pratico di chi il business lo fa tutti i giorni, in ogni capo del mondo.

GRAZIANO DELRIOGRAZIANO DELRIO

 

Non si può dimenticare che Guerra siede nel comitato strategico di Fsi, il fondo guidato da Maurizio Tamagnini. Ruolo non da poco visto che lo strumento per gli investimenti della Cassa depositi e prestiti è oggi chiamato in tutte le partite calde. A partire dall’Ilva. Senza contare che la Cassa presieduta da Franco Bassanini ha in pancia Poste Italiane. La rete è chiara e ha una maglia forte. Sono rapporti istituzionali che Renzi ha già in mano ma a Guerra viene chiesto un passaggio in più: il collegamento tra questo mondo e quello di imprenditoria e finanza.

federica guidi (2)federica guidi (2)

 

Altro dossier, le telecomunicazioni. Il che significa Telecom ma anche la partita innescata dal fondo F2i che ha deciso di valorizzare la sua quota in Metroweb. Una partita strategica perché riguarda la fibra ottica che attraversa l’Italia, un’infrastruttura che Palazzo Chigi segue con attenzione. Poi sarà la volta delle banche, in particolare — dice qualcuno — anche di Monte dei Paschi. Ma sempre solo nel ruolo di diagnosta, con l’occhio dell’uomo d’impresa. E mai con quello di chi deve fare politica economica.

 

Francesco Caio Francesco Caio

Per ora è iniziata una fase d’ascolto — dice chi lo conosce bene — perché questi sono tutti settori di cui non ha esperienza diretta. Piuttosto con Renzi dovrà subito giocare il ruolo di sparring partner, cioè di chi allena l’atleta prima della gara — in questo caso Renzi — a relazionarsi con gli affari e il mercato. Quindi dovrà compiere anche una sorta di alfabetizzazione del premier sulle tematiche aziendali e finanziarie. Quello di Guerra non è un incarico politico (sarà a Roma un solo giorno a settimana) quindi sarà poi la presidenza del Consiglio ad attivare i canali. È il consigliere strategico ma di consulenti ce ne sono tanti altri attorno al governo — sottolineano a Roma. Ma ruoli di questo tipo possono evolvere, cosa che tutti sanno, compresi i ministri che qualche mal di pancia l’hanno accusato.

D’altronde Guerra sembra deciso a non abbandonare del tutto la sua carriera. Dal divorzio con Leonardo Del Vecchio non sono certo mancati contatti e offerte, forse non quelle giuste. Per adesso ha voglia (e mezzi) di dare una mano al Paese. A compenso zero.

 

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