giorgia meloni ursula von der leyen donald trump

“MELONI È UN GIANO BIFRONTE DELLA POLITICA” – IL DIRETTORE DELLA “STAMPA”, ANDREA MALAGUTI METTE ALLA BERLINA IL CAMALEONTISMO DELLA SORA GIORGIA: “DOVREBBE SCEGLIERE DA CHE PARTE STARE, MA L’IDEA STESSA DI PRENDERE UNA DECISIONE LA TRAUMATIZZA, CONDANNANDOCI AL RUOLO DI RUOTA DI SCORTA” – “NON AMA BRUXELLES MA FA QUELLO CHE BRUXELLES DICE. SCELTE CHE AVREBBE POTUTO FARE UN PREMIER DI SINISTRA. O PERSINO MARIO DRAGHI” – “SMANIOSA DI POPOLARITÀ, REGINA DI UNA DIALETTICA SPICCIA, EFFICACE E DIRETTA. MA CHE COSA VUOLE DAVVERO LA PREMIER? QUALE TIPO DI MONDO IMMAGINA? E PERCHÉ, NEI SUOI DISCORSI PUBBLICI, INVOCA SEMPRE I VALORI OCCIDENTALI E MAI QUELLI EUROPEI?”

Estratto dell'articolo di Andrea Malaguti per “La Stampa”

 

andrea malaguti

[…] La frase più sgradevole di queste ultime confuse settimane europee l’ha pronunciata il cancelliere tedesco Friedrich Merz, presidente della Cdu, l’Unione Cristiana Democratica, tendenzialmente un moderato, in ottimi rapporti con Palazzo Chigi. «Lavoriamo sui rimpatri di massa. I migranti sono pericolosi, le vostre figlie lo sanno».

 

[....]

 

giorgia meloni friedrich merz . foto lapresse.

Le “Tochter gegen Merz”, le figlie contro Merz, hanno marciato davanti alla sede della Cdu […] per prendere le distanze da questa generalizzazione sgangherata, razzista e velenosa come ogni generalizzazione.

 

«Non parla a nostro nome», hanno gridato, segnalando una volta di più la distanza pericolosa che anche nei paesi democratici divide chi guida da chi ambirebbe ad essere ragionevolmente guidato. […]

 

Ripensavo al quadro berlinese sentendo parlare alla Camera Giorgia Meloni che […] spiegava convintamente quanto lei, e dunque noi, sia decisamente contraria all’abolizione del diritto di veto nell’Unione, quella norma, che consente a qualunque paese dei ventisette di impedire in solitudine agli altri ventisei di fare ciò che ritengono giusto.

 

proteste contro friedrich merz sul tema dei migranti

L’Ungheria (esempio casuale) non è d’accordo? Si fermano i motori. Problema piuttosto serio con l’Europa «sotto attacco e alle prese con la necessità di difendersi» (citazione di Mario Draghi).

 

Ora, che cosa unisce l’infelice intemerata di Merz e il catenaccio burocratico rivendicato da Meloni? Sintetizzando male, la paura. E la mancanza di una visione. In sostanza, il contrario di quello che serve.

 

Merz ha paura dell’Afd. L’estrema destra tedesca cresce a dismisura nel voto e nei sondaggi sventolando le solite bandiere: no all’Islam, no agli stranieri. Sono gli xenofobi nazionalisti suprematisti bianchi a dettare l’agenda e il cancelliere Cristiano Democratico (fa sorridere), invece di prendere le distanze si adegua […]. […]

 

giorgia meloni donald trump

La paura di Meloni? Quando rivendica il diritto di veto lo fa per due motivi: un antico, e ormai forse involontario, riflesso conservativo antieuropeista che le consente di assecondare meglio la sua passione per la Casa Bianca trumpiana, e un’ammirazione, rivendicata, per Viktor Orban e il suo autoritarismo nazionalista che presumibilmente invidia.

 

Dovrebbe scegliere da che parte stare, ma l’idea stessa di prendere una decisione la traumatizza, condannandoci se non all’immobilità per lo meno al ruolo di ruota di scorta.

 

giorgia meloni mario draghi

Nel caso della nostra Presidente del Consiglio l’indecisione e l’incoerenza finiscono paradossalmente per rivelarsi una virtù. Non ama Bruxelles – ricordate l’immortale: «per questi signori la pacchia è finita»? – ma, come dimostra la risicata manovra da diciotto miliardi, fa quello che Bruxelles dice.

 

Non abbassa l’età pensionabile, al contrario la alza. Non riduce le accise. E non mette più in discussione la moneta. Per giunta chiede sacrifici a banche e assicurazioni. Scelte che avrebbe potuto fare, identiche, un premier di sinistra. O persino Mario Draghi.

 

Meloni è una sorta di Giano bifronte della politica, penetrante ed esitante, smaniosa di popolarità, regina di una dialettica spiccia, efficace e diretta, capace di esaltare gli osannatori a cottimo ma anche di affascinare i più fragili, che un tempo cercavano rifugio in una sinistra logorata dalla dilapidazione dell’ovvio.

 

VOLODYMYR ZELENSKY - GIORGIA MELONI - CONSIGLIO EUROPEO - FOTO LAPRESSE

[…] Ma la domanda di fondo rimane: che cosa vuole davvero la premier? Quale tipo di mondo immagina? E perché, nei suoi discorsi pubblici, invoca sempre i valori Occidentali e mai quelli europei?

 

La prima risposta è che per lei nazione, popolo e Trump vengono prima. Peccato. Perché in un Vecchio Continente in cui la Francia sta colando a picco, la Germania è in crisi economica e alle prese con i rigurgiti nazionalsocialisti, l’Italia potrebbe diventare il centro di un nuovo Rinascimento.

 

[…] Sic stantibus rebus, persino la presenza del diritto di veto (che solo un matto può amare in astratto) diventa una mini-garanzia per il futuro. Pensate ad uno scenario in cui l’Afd fosse alla guida della Germania e Le Pen si insediasse all’Eliseo. A quel punto l’idea del diritto di veto diventerebbe persino rassicurante.

 

GIORGIA MELONI NO EURO

Il punto vero […] è che l’Europa avrebbe bisogno di obbligarsi a ciò che non ha: una Costituzione condivisa. Senza non si sta in piedi. Diritti e doveri devono avere un bilanciamento. Le maggioranze vanno protette dai piccoli e i piccoli vanno protetti dalle maggioranze.

 

Aspettando Godot, ci possiamo rifugiare negli accordi rinforzati. Nella costruzione di piccole federazioni sentimentali che individuano terreni comuni – la Difesa per i Volenterosi – e si organizzano in modo autonomo. Non era così che doveva essere. Ma è così che è.

 

giorgia meloni viktor orban

Navighiamo a vista, con una premier che tiene i piedi in due scarpe, affascinata da un Donald Trump che, mentre si arrovella per imporsi con un incostituzionale terzo mandato che scatenerebbe la guerra civile, dà l’impressione di essere uno di quegli uomini che si ubriacano con te per poi tradirti meglio. Davvero Meloni, con la sua evidente rapidità di pensiero, si trova a suo agio in questo clima da osteria?

giorgia meloni punto stampa al vertice europeo di copenaghen 1GIORGIA MELONI ANNUNCIA IL NO ALLE NOMINE EUROPEE SU TWITTERDONALD TRUMP E GIORGIA MELONI DONALD TRUMP RILANCIA IL VIDEO SU GIORGIA MELONI E LA ROTTURA CON L'UE SUI DAZI proteste contro friedrich merz sul tema dei migranti

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…