chiara appendino luca pasquaretta

IL VENTRE MOLE DEL MOVIMENTO – CON LA CACCIATA DI PASQUARETTA SI CHIUDE IL CERCHIO DELLA FAVOLA SBIADITA DELL’ELEZIONE DI CHIARA APPENDINO – DEI TRE RAGAZZI CHE FECERO L’IMPRESA È RIMASTA IN PIEDI SOLO LA SINDACA, CHE PERÒ È SEMPRE PIÙ CUPA – APPENDINO ASCOLTATA DALLA PROCURA PER IL CASO DELL'EX PORTAVOCE...

1 - TORINO: CASO PASQUARETTA, APPENDINO IN PROCURA
(ANSA) - La sindaca Chiara Appendino è arrivata in Procura, a Torino, per farsi ascoltare dai magistrati che indagano sul suo ex portavoce. Luca Pasquaretta, giornalista 41enne, è accusato di estorsione ai danni della prima cittadina: l'avrebbe ricattata per ottenere "contratti o contatti" per avere un posto di lavoro dopo aver lasciato, la scorsa estate, il suo incarico a Palazzo Civico.(ANSA).

 

2 - CHIARA E GLI ALTRI (DUE) CHE FECERO L'IMPRESA. LA PARABOLA TORINESE DEI 5 STELLE DI GOVERNO

 

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

CHIARA APPENDINO PASQUARETTA GIORDANA

Qualcuno prima o poi ci avrebbe scritto un libro. La storia di tre ragazzi sconosciuti o quasi, dotati di un budget di appena 34.500 euro, che si imbarcano in una campagna elettorale fatta in casa. E infine sconfiggono nella città che più di ogni altra era roccaforte del Pd il sindaco uscente Piero Fassino, rivelando in anticipo sui tempi come il gigante democratico avesse ovunque i piedi di argilla, e non esistessero più santuari inviolabili.

 

Era la favola bella del Movimento Cinque Stelle, molto più di Roma e delle sue mille subordinate. C' era il volto fresco di Chiara Appendino, giovane, preparata e poliglotta con laurea alla Bocconi. Paolo Giordana rappresentava la risorsa trascurata dal Pd e dall' efferato Sistema-Torino, un dirigente comunale che a suo dire vantava innumerevoli torti subiti dalle precedenti amministrazioni, e ben presto si guadagnò i nomignoli di Rasputin o Richelieu della nuova sindaca. Accanto a loro, sempre con atteggiamento da guardia del corpo, Luca Pasquaretta, un giornalista sportivo dal curriculum variegato. I suoi modi bruschi non lo resero simpatico a tutti. Ma anche lui aveva un suo perché.

Pasquaretta

 

Con una arruffata genuinità al servizio di una devozione totale alla causa dei 5 Stelle, segnava comunque una rottura netta rispetto alla finta cortesia, alle perenni sfumature, insomma all' ipocrisia di fondo contemplata dal canone del potere sabaudo.

 

Sappiamo come è andata a finire. L' illusione è durata poco. E forse ognuno dei tre protagonisti di quella favola ormai sbiadita guarda con rimpianto a quell' epoca di entusiasmo culminata con il saluto dell' incredula Chiara dal balcone di Palazzo di Città ai suoi sostenitori in festa. Era una notte quasi estiva del giugno 2016. Solo due anni e mezzo fa. Sembra passato un secolo. Giordana passò ben presto da Rasputin a intruso, per via delle sue mai nascoste simpatie democratiche. «Non è uno di noi» ripetevano i consiglieri comunali.

 

appendino pasquaretta

Lui ci mise anche un malinteso senso di rivincita misto a onnipotenza che non lo rese certo popolare in municipio. Cadde per una vicenda di multe fatte togliere a un amico, peccato veniale che sigillò una parabola ormai in fase calante. Oggi frequenta le manifestazioni a favore della Tav, anche questo è un cerchio che si chiude.

 

Il volto di Chiara Appendino si è incupito. Tutto è cambiato intorno a lei, a cominciare dalla percezione della sua figura e del suo lavoro, e la sindaca ne è consapevole. Non è questa la sede per giudicare se il declino di Torino sia vero o presunto, e soprattutto se sia del tutto da attribuire al suo operato, che comunque denuncia un' assenza di visione, quasi che l' esito felice di quella avventura avesse sorpreso per primi i loro protagonisti. Appendino si vede e si sente poco, ormai diserta spesso anche le manifestazioni ufficiali. Non è un mistero che viva i due anni di mandato che le restano come un tormento da scontare prima del ritorno alla famiglia e alla figlia amatissima.

APPENDINO PAOLO GIORDANA

 

Pasquaretta non mollava mai. Non era nel suo carattere. In quella avventura, lui ci si era buttato con tutta l' anima. Non esiste giornalista torinese che non ci abbia litigato a sangue, per le sue tentate invasioni di campo. Ma è sempre stato chiaro che lo faceva perché ci credeva davvero. Anche lui, come Giordana, con il quale ruppe abbastanza in fretta per questioni di supremazia territoriale, ha spesso peccato di hybris , pensandosi più importante di quel che in realtà non fosse.

 

Una volta alla settimana andava alla Casaleggio&Associati. Ci teneva a presentarsi non come semplice portavoce, ma come ufficiale di collegamento tra la sindaca e la Spectre pentastellata. A differenza dell' ex Rasputin e anche della sua adorata Chiara, non era certo disposto a tornare da dove era venuto. Disegnava scenari, sognava in proprio e per conto della sindaca. Palazzo di Città doveva essere per lui il punto di partenza, non di arrivo.

PASQUARETTA1

 

Quando scivolò su un lavoretto svolto per il Salone del libro all' insaputa di Appendino, gli venne presentato un conto salato. Pasquaretta, il pitbull fedele, si aspettava di ricevere maggiore sostegno dalla donna della quale era diventato il factotum. Ma proprio la ferocia e la scarsa diplomazia con la quale aveva protetto la sua sindaca lo rendevano materiale da maneggiare con cura, anche all' interno dello stesso mondo a Cinque Stelle, dove era guardato con diffidenza. Più volte Laura Castelli, viceministra torinese di M5S, venne sentita dire pubblicamente che mai e poi mai avrebbe preso nel suo staff il rude Pasquaretta.

 

Proprio per questo, quando l' ormai ex fedelissimo della Appendino cominciò a mandare comunicato in suo nome, la sorpresa fu generale. Adesso la procura ipotizza faccende di ricatti e tentate estorsioni, di minacce più o meno velate, tra persone che furono una cosa sola. Quel gruppo di ragazzi che fece l' impresa sono diventati un piccolo esempio delle tensioni e delle rivalità che animano al suo interno il Movimento, rendendolo simile agli altri partiti, annullando la sua presunta differenza. Lo hanno scritto e detto in tanti, che in fondo alle favole c' è sempre un incubo .

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...