riarmo europeo difesa armi unione europea rearm ue giancarlo giorgetti

ARMIAMOCI, MA CHI PAGA? ALL’ECOFIN È ANDATO IN SCENA UN NUOVO SCONTRO SUL MECCANISMO DI FINANZIAMENTO PER IL PIANO DI RIARMO EUROPEO: L’ITALIA NON INTENDE USARE IL PROVVEDIMENTO “REARM EU” PER SOSPENDERE IL PATTO DI STABILITÀ E PER FARE QUINDI PIÙ DEFICIT, LA SPAGNA PROPONE UN FONDO AD HOC E I “FRUGALI”, CON IN TESTA LA GERMANIA, BLOCCANO OGNI IPOTESI DI RICORRERE AL DEBITO COMUNE – GIORGETTI HA ANCHE IL PROBLEMA DEL PERCORSO DI RIENTRO DAL DEFICIT ECCESSIVO: “NON CI SARÀ BISOGNO DI UNA MANOVRA CORRETTIVA…”

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

https://www.repubblica.it/politica/2025/04/13/news/difesa_comune_giorgetti_no_all_sospensione_patto_stabilita-424124631/?ref=RHLF-BG-P2-S5-T1-RIAPERTURA%7C

 

GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE

L’Europa torna a dividersi sulla Difesa e alla riunione dell’Ecofin di ieri a Varsavia va di scena l’ultimo scontro. Con l’Italia che annuncia l’intenzione di non usare il provvedimento Rearm Eu per sospendere il Patto di stabilità e per fare quindi più deficit, la Spagna che propone un fondo ad hoc e i cosiddetti “frugali”, con in testa la Germania, che bloccano ogni ipotesi di ricorrere al debito comune.

 

[…]

 

 Anche il rigido commissario agli Affari economici, il lettone Valdis Dombrovskis, ha dovuto ammettere che esiste una «asimmetria» a cui va trovata una soluzione. Per poi fare una concessione: «Siamo pronti a esplorare tutte le opzioni». Ossia altre forme di finanziamento. Nello stesso tempo ha esortato i 27 («La maggioranza è disponibile», ha sostenuto) ad attivare entro aprile la clausola che sospende le regole sul disavanzo, precisando però che non si tratta di «un termine perentorio».

 

UNIONE EUROPEA – ARMI E DIFESA

Del resto sa bene che alcuni Stati, come Italia e Francia, hanno già fatto sapere che non lo faranno il 30 aprile. Anzi il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha spostato almeno a giugno l’appuntamento: «Aspettiamo il vertice della Nato».

 

Il punto è che il Rearm Eu prevede due misure: sforare le regole di bilancio e prestiti per 150 miliardi di euro complessivi. Due possibilità ben accolte da chi ha i conti in regola ma chi non li ha deve valutare se fare ulteriori debiti. Per questo insistono per una sorta di nuovo Recovery fund con l’emissione di eurobond. E infatti il ministro delle finanze spagnolo, Carlos Cuerpo, ha messo sul tavolo la creazione di un fondo che eroghi sia prestiti sia sussidi.

 

valdis dombrovskis

Uno strumento finanziato dai contributi dei Paesi partecipanti e integrato dall’emissione di debito comune europeo e dai beni russi congelati. […]

 

Il ministro tedesco, Jorg Kukies, ad esempio, ha detto a chiare lettere che quella strada «non è percorribile». Il confronto ieri si concentrato pure su un documento del think-tank Bruegel in cui si propone la creazione di un Meccanismo europeo della difesa, con un trattato intergovernativo analogo a quello realizzato per il Meccanismo europeo di stabilità (Mes). Ma anche su questo le distanze sembrano al momento incolmabili. Berlino poi insiste affinché l’Italia prima ratifichi il Mes originario.

 

JORG KUKIES

Quindi le divergenze restano acute e le parole del ministro italiano Giorgetti lo hanno confermato. «L’obiettivo — ha detto — è raggiungere il target del 2 per cento del pil nella difesa senza attivare la clausola nazionale». Senza cioè ricorrere al Rearm Eu. Roma, come Parigi e Madrid, punta al debito comune e a sospendere integralmente il Patto di stabilità. Sapendo che il summit Nato di giugno alzerà l’asticella dei contributi per la difesa almeno al 3 per cento del pil (l’Italia ora è all’1,5).

 

UNIONE EUROPEA – ARMI E DIFESA

E a quel punto per molti partner sarà davvero difficile rispettare gli impegni senza uno sforzo comunitario o senza, appunto, congelare in toto le regole su deficit e debito: «Se sono vere le previsioni di disastro economico in relazione a una disastrosa politica commerciale — ha detto rispondendo polemicamente al commissario agli Affari economici e difendendo implicitamente Trump — in automatico si va verso la recessione e a quel punto mi sembra abbastanza scontata l’attivazione dell’articolo 25».

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni foto lapresse.

Per di più l’Italia deve fare i conti anche con il percorso di rientro dal deficit eccessivo, complicato dalla revisione al ribasso delle stime di crescita. «Ma non ci sarà bisogno di una manovra correttiva — ha sottolineato — il rientro dell’indebitamento sarà meno significativo».

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…