cecilia sala masoud pezeshkian

ARRIVA TRUMP ALLA CASA BIANCA E IL REGIME IRANIANO CAMBIA MUSICAIL PRESIDENTE PEZESHKIAN È STATO ELETTO CON LA PROMESSA DI NEGOZIARE CON L’OCCIDENTE E ARRIVARE ALLA RIMOZIONE DELLE SANZIONI CHE HANNO MESSO IN GINOCCHIO L'ECONOMIA IRANIANA. MA CON IL RITORNO DI TRUMP E CON NETAYAHU CHE MINACCIA UN INTERVENTO MILITARE, PREVALE L'INTERESSE AD AVERE BUONI RAPPORTI CON L’EUROPA. LUNEDÌ RIPARTONO I COLLOQUI DI GINEVRA SUL NUCLEARE CON FRANCIA, GRAN BRETAGNA E GERMANIA: E IL CASO CECILIA SALA SERVE A MOSTRARE IL VOLTO DIALOGANTE…

1 - IN IRAN È IL SUCCESSO DEI MODERATI “CONTRARI ALL’ARRESTO TEMONO LA GUERRA”

Massoud Pezeshkian 4

Estratto dell’articolo di Gabriella Colarusso per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/esteri/2025/01/09/news/governo_iran_cecilia_sala_moderati_pasdaran-423927232/

 

A Teheran la consegna del silenzio è ferrea: nessun commento ufficiale sulla liberazione di Cecilia Sala.

 

Ma il rilascio della reporter italiana […] fa rumore, per diverse ragioni. La prima è l’accelerazione della trattativa con Roma, che pochi si aspettavano, e insolita in casi complicati come l’arresto di giornalisti stranieri nel Paese.

 

Mohammad Abedini najafabadi

Il via libera di Trump a Meloni sulla possibile liberazione dell’ingegnere Abedini, in cella a Milano, ha consentito lo scatto in avanti, ma a pesare è stata anche una inedita dialettica interna al Sistema della Repubblica islamica, con i moderati legati al presidente Pezeshkian e i diplomatici guidati da Abbas Araghchi determinati a rovesciare una decisione presa dagli apparati di sicurezza e a chiudere il caso prima dei colloqui di Ginevra con il gruppo E3, Francia, Gran Bretagna e Germania, previsti per il prossimo lunedì.

 

Il governo di Teheran era stato colto di sorpresa dall’arresto di Sala, che fonti sul posto descrivono come una mossa corsara di una parte degli apparati di intelligence, seguita al fermo di Abedini, ma non concordata con l’esecutivo. Il blitz sarebbe stato anche oggetto di discussioni accese tra l’ala moderata legata alla presidenza ed esponenti ultraconservatori.

 

l arrivo a casa di cecilia sala foto lapresse 1

La ragione è chiara: Pezeshkian, che è stato eletto con la promessa di negoziare con l’Occidente e arrivare alla rimozione delle sanzioni, si prepara ad affrontare settimane di tempesta con il ritorno alla Casa Bianca di Trump e le pressioni israeliane per una “soluzione definitiva” sul tema del nucleare, che per Israele significa contemplare anche l’ipotesi di un intervento militare.

 

[…]  «Il governo e in particolare il presidente Pezeshkian non erano contenti dell’arresto perché vedono l’Italia come un possibile mediatore forte tra l’Iran e Bruxelles », dice a Repubblica una fonte politica a Teheran che preferisce conservare l’anonimato perché non è autorizzata a parlare del dossier. «Un’altra motivazione politica dietro il rilascio di Cecilia Sala è che l’Iran non voleva che si aprisse un altro caso umanitario durante i colloqui con gli E3».

 

khamenei, pezeshkian e i vertici dell iran pregano per nasrallah

L’Iran arriva al tavolo di lunedì già gravato da uno scontro frontale con la Francia, che reclama la liberazione di tre suoi cittadini detenuti da oltre un anno, alcuni «in condizioni simili alla tortura», ha denunciato martedì il ministro degli Esteri francese, Barrot, aggiungendo che i rapporti futuri tra i due Paesi e qualsiasi revoca delle sanzioni dipenderanno dal loro destino.

[…]

 

Centrale nella trattativa è stato il vice-ministro degli Esteri, Majid Takht-e-Ravanchi, e non è escluso che un ruolo l’abbia avuto anche Amir Saeed Iravani, il diplomatico che guida la missione iraniana alle Nazioni Unite, e che ha avuto diversi incontri, mai confermati, con Elon Musk. Pezeshkian può intestarsi così la liberazione di Sala, evitando l’estradizione di Abedini negli Usa e puntando al suo ritorno in Iran in tempi brevi. E lavorare all’obiettivo a cui gli iraniani tengono di più adesso: un negoziato diretto con Trump.

STATUE COPERTE AI MUSEI CAPITOLINI PER LA VISITA DI ROHANI

 

2 - PIPES “LA DEBOLEZZA DEL REGIME HA AVUTO UN RUOLO”

Estratto dell’articolo di P.Mas. per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/esteri/2025/01/09/news/daniel_pipes_caso_cecilia_sala_intervista-423927105/

 

Daniel Pipes

«Non trascurerei le serie difficoltà in cui si trova l’Iran, che alla vigilia del ritorno alla Casa Bianca di un presidente pronto ad usare la forza militare contro il regime, potrebbe aver deciso che non aveva bisogno di un altro problema».

 

È solo un’interpretazione personale, quella del presidente del Middle East Forum Daniel Pipes, già collaboratore di Bush figlio che lo aveva nominato nel board dell’United States Institute of Peace. Però lega la liberazione di Cecilia Sala alla debolezza di Teheran […]

 

l arrivo a casa di cecilia sala foto lapresse 3

Pensa che Washington abbia accettato il rilascio di Mohammad Abedini, in cambio della giornalista italiana?

«Lo dubito. Abedini con le sue attività ha favorito l’uccisione di cittadini americani, e quindi non credo che gli Usa possano chiudere un occhio sulla sua sorte, qualunque sia l’amministrazione in carica. È un approccio bipartisan piuttosto consolidato».

 

Non è possibile che Trump abbia accettato di chiudere un occhio, almeno ora, per aiutare l’alleata europea più stretta Meloni?

«Anche questo è difficile da credere […]. se è accaduto qualcosa, una forma di intesa, è stata finalizzata prima del suo ritorno alla Casa Bianca, quando sarebbe diventata impossibile».

 

Allora cosa pensa che abbia reso possibile la liberazione di Sala?

RENZI E ROHANI

«La debolezza di Teheran. […] Il regime degli ayatollah è debole come mai prima in molti anni.

 

Sta perdendo sul terreno, dopo la caduta di Assad in Siria e lo smantellamento di Hezbollah e Hamas, ma incontra serie difficoltà anche all’interno.

 

Non solo per l’opposizione politica montante, ma anche per problemi pratici come il freddo dell’inverno e la carenza di energia, che acuiscono il risentimento della popolazione».

l arrivo a casa di cecilia sala foto lapresse 7

cecilia sala 1

 

Quindi?

«In una situazione già così complicata, davanti alla prospettiva del ritorno alla Casa Bianca di un presidente pronto ad usare la forza per rovesciarlo, il regime potrebbe aver deciso che non gli conveniva più aggiungere anche l’attrito per la giornalista»

Massoud PezeshkianMohammad Abedini najafabadiMohammad Abedini najafabadil arrivo a casa di cecilia sala foto lapresse 2massoud pezeshkian 2cecilia sala arriva a casa con il compagno daniele raineri foto lapressel arrivo a casa di cecilia sala foto lapresse 5Mohammad Abedini najafabadiMohammad Abedini najafabadil arrivo a casa di cecilia sala foto lapresse 4

mahmoud pezeshkian foto lapresse

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”